Wednesday, September 12, 2007

LIBERAZIONI!
Eja eja eja alalà! Il dodici settembre del 1919 risuonava per la prima volta quest'acclamazione; salutava l'entrata in Fiume di D'Annunzio e dei suoi. Iniziava la meravigliosa impresa di Fiume, anteprima della primavera fascista. Nazionalismo e sindacalismo rivoluzionario, fusisi nelle trincee grazie a De Ambris e Corridoni, trovavano un'espressione ben precisa nella Carta del Carnaro. L'estetica futurista, o meglio futur-ardita, lo spirito di trincea, il nero alchemico e carbonaro degli Arditi, il richiamo alle gesta romane, la miscela esplosiva di autorità e libertà, il rifiuto del conformismo, dei costumi borghesi, il fiorire delle arti a fianco del coraggio guerriero, i gesti propagandistici d'impatto, fecero di Fiume il detonatore di una rivoluzione che avrebbe terrorizzato tutti i tartuffe, i cacadubbi, i professorini della vita, e che, di lì a pochi anni avrebbe coalizzato tutte le forze dell'opacità in una guerra mondiale, unica via d'uscita escogitata per impedire agli uomini di esprimere liberamente se stessi.

Il 12 settembre del 1943, singolarmente nell'anniversario dell'impresa fiumana, i paracadutisti di Skorzeny e Student liberavano Mussolini, imprigionato sul Gran Sasso dal re fellone e lo restituivano al popolo, alla nazione e alla sua responsabilità di capo.

1 comment:

Anonymous said...

ma in quest'Italietta di basket Pozzecco non sarebbe stato utile?