Saturday, November 18, 2006



TUTTI A ROMA SVENTOLANDO IL TRICOLORE!

AAA. Cercasi volentorosi per rifondare la Destra.
Astenersi Fini, Maroni e Follini, non vogliamo Casini.

Viaggio al termine della notte:

Se si chiede all'Italiano medio con chi stia politicamente, questi quasi sicuramente non risponderà di essere di Destra o di Sinistra, ma di stare con il Governo. Fin dai tempi di Crispi e Depretis, la politica si è caratterizzata per il trasformismo camaleontico insito nell'Italiano di palazzo.
Per questo, probabilmente, l'annuncio sarebbe dovuto essere "AAA cercasi opposizione seria e volenterosa", ma avremmo finito per rivolgerci alla sinistra antagonista, visto che è l'unica che fa opposizione al governo Prodi e che lontano dalla maggioranza ci sta proprio bene. Così è sembrato essere formula migliore rivolgersi a coloro i quali volessero fondare un partito di Destra nel Belpaese.

La casa delle libertà -che per anni ha millantato di rappresentare chi non si sente nè democristiano, nè socialista, nè comunista - si sta sbriciolando, o meglio, sta attraversando un processo di trasformazione per ritornare alle origini:

A)L'Udc è stata la prima a inciuciare con il centro-sinistra e a sognare il ritorno della balena bianca con la futura asse margherita-udeur-udc. Il successo elettorale ottenuto dal partito ha dato ebbrezza da profondità a Casini, tanto che si è messo in testa di diventare premier. Per ogni votazione che potrebbe essere critica per l'Unione, qualche senatore democristiano incontinente si alza e salta il turno. Ma è pura casualità, non facciamo dietrologie, non dimentichiamo che in Italia in Parlamento ci si va intorno ai 70 anni con o senza pannolone. C'è poi il gollum della politica, Marco Follini il quale ha fondato il partito più tolkieniano di tutti, "L'Italia di mezzo". I maligni dicono che non ci sia stato nessuno strappo con Casini e che sia andato in avanscoperta in nome e per conto di...a trattare la nascita di un nuovo grande soggetto politico che conosciamo bene.

B)La Lega sta tornando alle origini e si sta mostrando per quella che è sempre stata: "una costola della sinistra". Il fallimento sul federalismo e nessuna progettualità hanno evidenziato come quello verdano sia un partito privo di slanci e destinato a scomparire come una chimera. I riti di folclore, come l'immersione nelle sacre acque del Po o i travestimenti celtici, non servono più a tenere la base, così i colonnelli hanno inviato il feziale Roberto Maroni, il più dritto in casa verdana, a trattare con il centrosinistra per ottenere qualche concessione sottobanco. Probabilmente un modo per procrastinare il fallimento di poco e dare tempo ai colonnelli di riciclarsi in altri partiti. Certo è che può sembrare singolare come un partito privo di identità ideologiche e storiche, che era nato come antagonista al sistema, si sia fatto trovare così agevolmente con le mani nella marmellata e che inciuci dichiaratamente. L'anima dura e pura che fine ha fatto?

C) Forza Italia. Berlusconi sta invecchiando e il contorno di arlecchini, pulcinella, ex vallette e prestigiatori si liquefa. La creatura di Silvio rivela sempre più la sua natura: è un gigante d'argilla. L'incapacità, l'impreparazione, la miopia di una classe dirigente che, o non aveva nessuna esperienza in politica o si era riclicata da altri partiti (DC,PSI, persino PCI), fa sì che anche Fi non abbia grandi speranze di sopravvivere. Un'organigramma che è cooptato dal capo non favorisce la crescita strutturale e funzionale. Sandro Bondi, Fabrizio Cicchitto e Elio Vito sono stati incapaci di dare una forma ben definita al partito che rappresentano, forse perchè sono loro stessi ad essere privi di forma.

D) Alleanza Nazionale non lo sa nessuno più cosa sia, dai capi ai militanti. C'è un leader che si chiama Gianfranco Fini il quale ogni 2 giorni cambia linea politica a seconda del gradimento di chi non vota An. Con una sterzata a destra ed una sinistra, un passo avanti e due indietro, An è il partito del gambero. Il prossimo ingresso nel Partito Popolare Europeo è l'obiettivo finale che si sono posti. Dovranno rinunciare alla fiamma nel simbolo, ma staranno tra le grandi democrazie cristiane europee. Certo è che Fini non può nemmeno considerarsi un ledear che assume posizioni da cattolico: tutti ricordano il suo strappo sul referendum sulla procreazione assistita, occasione in cui fu l'unico leader non progressista a dirsi a favore dell'abrogazione della legge 40/2004. Nel momento in cui An entrerà nel Ppe, finalmente sarà terminato il progetto iniziato a Fiuggi nel 1995: la Destra italiana dal ghetto sarà passata nel frigorifero, nel senso che verrà ibernata e non sarà più operativa.

In tutto questo la situazione è scoraggiante: l'Italia non ha più un partito di Destra. Qualcuno vede ogni tanto qualche sociale o comunitario, altri liberali e conservatori, altri ancora nazionalisti rivoluzionari, ma sempre in ordine sparso e singolarmente. Allora che fare? Tale Alberto Castagna, che ha scritto anche a Veneziani e gli stato dedicato anche un articolo, mi propone una soluzione: rifondiamo il partito fascista. Perdinci e anche perbacco, che trovata, perchè mai nessuno ci aveva mai pensato? Il Sig. Castagna è un genio...dite che le sorti del nascituro post-neofascismo siano obotorto collo affidate a questo grande stratega?

Friday, November 17, 2006


Solidarietà ai ragazzi della Trieste-Salario.

Padova,Roma,Padova, Roma: in pochi giorni queste 2 città hanno visto riscaldarsi il clima di violenza politica. Dopo le aggressioni di Padova a 2 esponenti di An e l'attentantato alla federazione romana di Forza Nuova, ieri ci sono stati altri vili attentati incendiari alla federazione di Forza Nuova a Padova e alla storica sezione romana di AG Trieste-Salario. Ai ragazzi tutta la solidarietà de Il Pizzino.

è tempo di sfondare, OI!



UCCIDIAMO IL GRANDE FRATELLO!

Dopo Pietro Rava, l'ultimo superstite dell'Italia campione del mondo nel 1938, ci ha lasciato un'altra leggenda del calcio, Puskas. Questi lasciò l’Ungheria dopo la rivolta per riparare nella Spagna di Franco. Finito di giocare, allenò la sua squadra, il Real Madrid. Quindi proseguì la carriera di allenatore in Grecia, durante i Colonnelli, portando nel 1971 il Panathinaikos fino in finale della Coppa dei Campioni contro l’Ajax. Caduto il Regime greco, Puskas si trasferì ad allenare nel Cile di Pinochet. Sicuramente uno che aveva poco a che fare con i vari Vieri, Totti e Inzaghi: "se parli loro di Medioriente, pensano che sia una zona del campo", a detta di Paoletto Di Canio, uno che se n'è andato a giocare in C pur di stare a Roma.

C'è, tuttavia, un'altra notizia che merita di essere commentata, ossia il fatto che, secondo un recente sondaggio dell'Eurispes, il 70% dei giovani è infastidito dalla politica e ama i reality show. Un dato contraddittorio, visto che la politica è un reality show perpetuo, ma che evidenzia come agli ideali le future generazioni preferiscano la Pupa e il Secchione. Siamo già al grande fratello orwelliano. C'è, inoltre, un altro dato da evidenziare: circa un 1/3 dei ragazzi ha conosciute amicizie tramite Internet (34,2%). La chat prevale fra i modi per comunicare (74,8%), seguita a grande distanza dalla posta elettronica (6,9%) e dai giochi di ruolo (3,1%); si sta perdendo il contatto con la realtà e la rete si è sostituita alla piazza: la profezia di Isaac Asimov si sta realizzando, l'uomo è diventato schiavo della macchina. Privo di personalità l'individuo non è più tale e, da una parte tende ad isolarsi, dall'altra ad omologarsi costituendo spesso solo rapporti virtuali.

Vi racconto un episodio accaduto sabato scorso: ero stato ad una manifestazione anticamorra e ci ero andato sventolando il tricolore, tuttavia si era fatto tardi - erano quasi le 20.00 - e dovevo urgentemente andare a fare la spesa, altrimenti sarei rimasto a digiuno per 2 giorni. Così, abbandonata la manifestazione anzitempo, prima di tornare a casa, sono entrato con il Tricolore ripiegato in un supermarket. Ho fatto il più celermente possibile quel che dovevo fare e sono uscito. Sulla via del ritorno guardavo se qualche compagno avesse strane idee (è capitato che Zekke abbiano aggredito manifestanti aspettando che uscissero dal corteo), ma - percorrendo la strada - le frasi che mi sono state rivolte alla vista del tricolore sono state: "vedi che i mondiali ci sono tra 4 anni". In pratica si associava la bandiera di una nazione ad una squadra di calcio. Sinceramente avrei preferito un'imboscata di qualche fan dell'Internazionale e del pugno chiuso a tali dichiarazioni di disimpegno ideale. Ricordo che il direttore di Liberazione, Piero Sansonetti, durante i mondiali scrisse di provare fastidio a vedere che, dopo ogni partita della Nazionale di calcio, la gente scendeva per le strade con il tricolore perchè una volta a sventolare quella bandiera erano solo il fascisti. Confesso di aver provato anche io lo stesso fastidio, seppur per motivi antitetici, nel constatare che la gente rispolvera i suoi sentimenti nazionali solo dopo una partita, ma mi sento tuttavia in dovere di consolare il compagno Sansonetti: non è l'Italia ad essere ritornata fascista, è l'Italiano medio che è democratico, quindi ha come passioni il calcio, gli spaghetti e...Mario Merola. Democrazia,democrazia, che malinconia!

* In alto "La città che sale", capolavoro del futurista Umberto Boccioni.

Thursday, November 16, 2006

Ringrazio gli amici, i lettori, i fratelli, i passanti, le persone di buon senso che mi hanno onorato della loro solidarietà. L'imperialismo culturale fa questi effetti, siamo giunti al punto in cui non omologarsi al pensiero FROCIOFILO equivale ad essere emarginati dai benpensanti belanti che ci spiano e ci vorrebbero annientare. Lunedì la Rai trasmetterà un film in cui si celebrerà il rapporto deviato di tipo omosessuale, mentre LE VERE FAMIGLIE ITALIANE HANNO DIFFICOLTà A TIRARE AVANTI perchè i politicanti e i benpensanti sono troppo occupati a servire la lobby omosessuale per integrarsi nel sistema. Un sistema che si prende beffa del Santo Padre e della Chiesa rivendicando e vagheggiando non si sa quali libertà, che censura chiunque porti al collo una croce o difenda gli antichi valori, ma che si inchina ad Allah perchè il coraggio - se uno non ce l'ha - non se lo può mica dare... Siamo giunti al punto in cui il radical-chick di turno, con analisi sociologiche da operetta, si permettono di dire che - se 4 bestie violentano una ragazza di 13 anni, è colpa degli insegnanti e del contesto sociale in cui vivono. Questi sociologi da strapazzo, forse farebbero bene a immergersi nella realtà italiana: certe scuole ormai sono diventate degli stercofici, ossia dei luoghi in cui si deposita marmaglia violenta e becera, con gli insegnanti costretti - per uno stipendio da miseria - a subire ogni sorta di angheria. Ma cosa volete insegnare alle bestie di Torino che si prendono beffa di un ragazzo down o dei loro colleghi dei rione Sanità che violentano una ragazzina di 13 anni? La verità è che certa marmaglia nelle scuole non dovrebbe entrarci: bisognerebbe BOCCIARE!
Il modello americano ha trasformato la nostra società, "i moderni eroi", i modelli da imitare, sono le veline e i calciatori; non c'è moralità, non ci sono valori. Vanno cianciando di tolleranza e integrazione, ma ci impongono il loro modello, un modello deviato. Nessun politicamente corretto, è tempo che le forze sane del paese si ribellino a questo stato di cose.

Intanto vi comunico che a Napoli si è costituito un comitato per querelare il becero leghista Calderoli: non essendo più Napoli rappresentata da nessuno, è stata la società civile a darsi una mossa. Un'altra risposta ai soliti servi del sistema.


Prima Calderoli, poi Bocca.

La nostra città è stata chiamata "fogna" dal becero leghista Calderoli. Nessuno gli ha risposto a tono: nè il sindaco Jervolino, nè la sua giunta. I politici sono buoni solo a chiedere voti? Tutti muti e assenti!

I volontari Nazionali costituiscono un comitato civico e si rivolgono al proprio legale per querelare il citato leghista per offese arrecate alla città di Napoli e ai Napoletani e per impedire che ciò possa verificarsi di nuovo in futuro.

I volontari nazionali

Friday, November 10, 2006

TORNIAMO A DISCUTERE DI FAMIGLIA: MENO FROCI, PIù FIGLI! Oggi in matrimonio su tre finisce nel divorzio, un matrimonio su tre non è più celebrato in chiesa, un matrimonio su tre non si fa, rispetto a 30 anni fa. Nello stesso arco di tempo le separazioni triplicano, il 300 per cento. Tre contro uno di trent'anni fa. Un bambino su tre non nasce grazie all'aborto e derivati, una coppia su tre non fa figli, una coppia su tre ha un solo figlio. E per finire in bellezza, un morto su tre è abbandonato senza sepoltura. SERVONO SUBITO POLITICHE PER LA FAMIGLIA, PER I GIOVANI, PER LA CASA, PER LA CRESCITA DEMOGRAFICA. Basta gay pride, basta frociofili,basta pederastri in parlamento.

Ogni quattro minuti si sfascia una coppia, in dieci anni incremento del 59%
In netto calo le unioni con rito religioso, resiste solo il Meridione

Matrimoni in crisi profonda ci si sposa meno e si divorzia di più
La nuova fotografia delle famiglie italiane nel rapporto dell'Eures
Un matrimonio tra immigrati
ROMA - Sempre meno matrimoni e un divorzio ogni quattro minuti. E' quanto risulta dal rapporto Eures "Finché vita non ci separi...Caratteristiche ed evoluzione dei matrimoni in Italia". In Italia, stabilisce la ricerca, negli ultimi trent'anni i matrimoni sono diminuiti del 32,4 per cento, passando dai 373.784 del 1975 (con un indice pari al 6,7 per mille abitanti) ai 250.974 del 2005 (con un indice del 4,3).

Più matrimoni al Sud. La Campania presenta l'indice di nuzialità più alto (5,3 ogni mille abitanti); ma è il Lazio l'unica regione d'Italia in cui il numero dei matrimoni abbia fatto segnare un incremento rispetto al 1995 (da 4,7 a 5,1), anche per effetto del "turismo matrimoniale": le coppie arrivano da mezzo mondo nella città eterna per convolare a nozze. Al Nord ci si sposa meno della media nazionale, con un picco negativo in Emilia-Romagna (3,5 matrimoni ogni mille abitanti). Napoli è la città in cui ci si sposa di più (17.881 matrimoni nel 2005, pari a 5,8 ogni mille abitanti). L'età media del matrimonio, negli ultimi tre decenni, è salita di 7 anni tra gli uomini e di oltre 5 per le donne. Nel 2006 lo sposo aveva in media 33,7 anni, la sposa 30,6.

Rito religioso in declino. In calo il matrimonio in chiesa, che nel 1975 veniva scelto dal 91,6 delle coppie, contro il 67,6 del 2005. Fa eccezione il Sud, dove otto coppie su dieci ancora vogliono andare all'altare. L'incidenza più bassa delle nozze religiose si registra in Friuli (48,5 per cento). Prudentemente, si preferisce in ogni caso optare per la separazione dei beni, scelta dal 54,3 per cento delle coppie italiane; e la percentuale sale ancora al nord (61,7%). C'è poi anche chi ci riprova: il 7,7 degli sposi e il 6,6 delle spose sono alla seconda esperienza matrimoniale, con un'età media di 45 anni. Ed è pari al 10,5 per cento l'incidenza dei matrimoni con almeno un coniuge non italiano: nella maggior parte dei casi (58,1%) l'italiano è lo sposo, mentre lei è straniera.

Divorzi a ritmo frenetico. Ma quello che salta agli occhi è il dato delle separazioni e dei divorzi, saliti rispettivamente a +59% e +66% per cento negli ultimi dieci anni. E' il Sud a registrare l'incremento più consistente, sia delle separazioni (+84,7 per cento, contro il 46,3 del Nord) sia dei divorzi (+74,7 per cento, contro il +61,3 del Nord). Complessivamente, nel 2004 si contano oltre 128 mila separazioni e divorzi (rispettivamente 83.179 e 45.097), pari a 352 sentenze al giorno: come dire che ogni quattro minuti, in Italia, si spegne un sogno d'amore sancito con le nozze.

Il record in Liguria. A livello regionale, i valori più elevati si registrano in Liguria, con 91,2 separazioni e divorzi ogni cento matrimoni); i legami più solidi sono in Calabria, dove per cento matrimoni si registrano "solo" 24 tra divorzi e separazioni. Più "resistenti" si rivelano i matrimoni religiosi (5,6 divorzi ogni cento matrimoni in chiesa, nel 1975, contro 13,1 divorzi tra chi si era sposato civilmente).

In crisi già dopo tre anni. Il picco delle separazioni si registra fra il terzo e il quinto anno di matrimonio (come dire che alla classica crisi del settimo anno non si fa nemmeno in tempo ad arrivare). E non ci si lascia più per colpa, ma per intolleranza reciproca, e consensualmente: la stragrande maggioranza dei divorzi è concessa a seguito di domanda congiunta dei coniugi, con valori che passano dal 69,4 per cento del 1995 al 78,2 del 2005.

Cambia la famiglia. Dall'aumento delle separazioni scaturisce l'incremento delle famiglie monogenitoriali e dei figli affidati: secondo i dati Istat, il numero dei minori affidati dopo una separazione è pari nel 2004 a 64.292. In oltre la metà delle separazioni (52,9 per cento) è presente almeno un figlio minore; nell'80 per cento dei casi, è la madre che ottiene l'affidamento, mentre si rileva una crescita costante degli affidamenti congiunti, che arrivano nel 2004 al 12,7 dei casi di separazione e al 10% dei divorzi.

LA RICREAZIONE è FINITA...e nun ce vonno stà!
Come da copione la sinistra, incassato il risultato del Blocco Studentesco, chiede l'abolizione della lista e va a piangere dal ministro dell'istruzione. Loro si che sono ribelli!

Contro il sistema la gioventù si scaglia...


Enrico Paoli - libero

«Lo avevamo già detto e lo ribadiamo ora: il Blocco studentesco va escluso dalle liste, in quanto di chiara matrice fascista». A "firmare" questa illuminante frase è un certo Stefano Vitale, sinistro rappresentante dell'Unione degli studenti di Roma. Ebbene secondo questo tizio la lista Blocco studentesco, cioè l'organizzazione studentesca vicina alla Fiamma Tricolore (partito legalmente riconosciuto) che per fortuna della democrazia è riuscita ad eleggere propri rappresentanti nei consigli di istituto di alcune scuole romane, non ha diritto di esistere. Anzi dovrebbe scomparire dalla faccia della terra. Aprite gli occhi e leggete il perché: «Abbiamo anche scritto al ministro dell'istruzione,sottolineando il rischio di brogli elettorali, per non parlare degli episodi di violenza - dice Vitale - A Roma ci aspettavamo che sarebbero riusciti a far eleggere qualche rappresentante, anche perché in alcune scuole, come il Ruiz, erano l'unica lista presente". A Roma, secondo quanto rende noto lo stesso Vitale (riprendiamo la notizia dall'agenzia di stampa Omniroma), l'Unione degli studenti ha fatto eleggere un centinaio di rappresentanti alla consulta provinciale. Bravi, ma se ragionate così povera democrazia. E povera Scuola.
Parlano invece di risultati esaltanti, e ne hanno ben donde, gli studenti dell'estrema destra riuniti sotto la nuova sigla del "Blocco Studentesco", che, in questi giorni, hanno fatto un primo provvisorio bilancio delle elezioni studentesche negli istituti di Roma e provincia. Secondo quanto riferiscono gli stessi aderenti al movimento riconducibile al MSI-Fiamma Tricolore, sarebbero stati eletti consiglieri d'istituto al liceo Mameli, al Visconti, al Farnesina, al Carducci, nella scuola privata Falconieri, all'Itis Ruiz, all'Augusto, al De Sanctis, alla scuola Carlo Urbani di Ostia. Rispetto ai compagni però gli studenti di destra hanno preferito imboccare la strada della critica costruttiva, invece della demonizzazione tout court dell'avversario, del "nemico" da abbattere. Blocco Studentesco chiede infatti "libri di testo unici" e aumento delle ore di educazione fisica e curiosamente "l'abolizione di tutti gli istituti privati". Discutibile ma resta comunque un'opinione con cui confrontarsi. Se questi studenti sapranno restare su questa linea del fronte, per la democrazia ci saranno ancora speranze. E poco importa se ieri la manifestazione di Azione Studentesca, formazione giovanile di AN, ha visto la partecipazione di poche persone. Ciò che conta è la forza delle idee. E se quelle della sinistra si rifanno a quanto affermato dal rappresentante dell'Unione degli Studenti, beh vuol dire che da quelle parti stanno messi davvero male.

Thursday, November 09, 2006

Molti blogger oggi, in omaggio all'anniversario del crollo del muro di Berlino, hanno riportato l'articolo unico della legge 61/2005 che così recita:

La Repubblica italiana dichiara il 9 novembre «Giorno della libertà», quale ricorrenza dell'abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo.
2. In occasione del «Giorno della libertà», di cui al comma 1, vengono annualmente organizzati cerimonie commemorative ufficiali e momenti di approfondimento nelle scuole che illustrino il valore della democrazia e della libertà evidenziando obiettivamente gli effetti nefasti dei totalitarismi passati e presenti.


Eppure il Pizzino si chiede se, con l'approvazione della su citata legge qualcosa sia cambiato: le parti politiche di celebrazioni non ne hanno organizzate. Il 9 novembre è caduto il comunismo, ma è meglio non spargerne la voce, altrimenti qualcuno potrebbe offendersi. L'Italia non celebra il 4 novembre, anniversario della vittoria nella grande guerra e della conclusione del processo risorgimentale, non il 2 giugno (referendum sulla repubblica), ma il 25 aprile, una data che per una parte consistente della nazione fu un momento di divisione, d'odio e di resa.

Le commemorazioni sono state lasciate all'iniziativa delle singole comunità locali e la destra pensa più a non sfasciarsi piuttosto che rivendicare le sue battaglie. La mia comunità - non locale, ma militante - ad organizzare un approfondimento sul tema del muro di Berlino e sul suo significato ci ha provato, ma è stata boicottata da:

A) Professoruncoli pseudocomunisoidi che pretenderebbero di pasmare le future generazioni e trasmettere loro il senso civico e il senso di libertà

B) Da una globalizzazione che ci ha dato generazioni strafottenti e a cui è inutile provare ad aprire gli occhi.

Lassismo, strafottenza, incuranza, disinteresse sono l'anticamera dell'ignoranza e della schiavitù, una schiavitù che molti meriterebbero sotto forma di regime. La pseudocultura giacobina ha ancora in mano le case editrici, i mezzi di informazione, esercita ancora il suo predominio nelle scuole e nelle università grazie a questa immoralità generalizzata diffusa.

Di muri ce ne sono ancora: la Mafia ne ha eretto uno che percorre molte zone della nostra patria, ma di braccia forti e spalle larghe pronte a lottare per abbatterlo ce ne sono poche. La coscienza sociale è assopita, indolente davanti ad una classe dirigente corrotta, collusa e pronta a curare solo i propri interessi.


"...L'uomo potrà esser vinto o fatto schiavo,ma sarà pur sempre un uomo libero,se saprà mantenere vive le tradizioni della sua terra..."

Wednesday, November 08, 2006

DALLA PROSSIMA SETTIMANA NAPOLI NON FA PIù NOTIZIA.

Tra terrorismo e giornalismo: scova le piccole differenze.

Se volete che si apra un'inchiesta, se volete denunciare un torto, se volete una giustizia rapida in Italia non bisogna ricorrere all'autorità giudiziaria o alle forze dell'ordine. C'è un collegio arbitrale cui bisogna adire che garantisce un giusto processo, è Striscia la notizia.

Se volete qualche ragguaglio su quello che sta succedendo nel mondo o nella vostra città non dovete comprare un giornale, guardare un tg o chiedere in giro per strada, per sapere le cose così come sono, basta Striscia la notizia.

Se volete farvi una risata sana, non dovete pensare alle movenze Lilli Gruber e agli strafalcioni di Luca Giurato, c'è lei, Striscia la notizia.

Se volete essere ben governati, non dovete pensare alla classe politica che abbiamo...lo sapete che c'è.

Striscia la notizia fa informazione e satira, amministra il paese e la giustizia. Tuttavia sa ben tenere distinti i momenti, ciò al contrario dei giornalisti che fanno satira sostenendo di fare informazione; della magistratura che fa politica sostenendo di amministrare la giustizia; dei politici che vogliono fare un po' tutto, ma rigorosamente male.
Napoli in quest'ultima settimana è stata distrutta: se ne è data un'immagine sbagliata, si è descritta una situazione che non esiste fornendo un assist a gente che è a metà tra Calderoli e Bocca senza essere nessuno dei 2, quindi un coglione anonimo piuttosto che uno titolato. Il provinciale, il giovane baldanzoso, il blogger sbarazzino, il verdano arricchito o l'ex contadino da supermarket cresciuto in val Brembana si sono così sentiti in diritto di poterle sparare quanto più grosse potessero.

Striscia la notizia, invece, è stata l'unica a fare informazione corretta su Napoli: superficiale quanto volete, ironica, ma corretta.

Si è mostrato che nella Milano bene è facile incorrere in uno spacciatore, ma non si è detto che i Milanesi sono tutti tossici. Cosa che si è scritto per Napoli, laddove pare essere in Colombia. Se andate nelle periferie estreme di Roma, Milano, Torino e Palermo e intervistate un tizio, è naturale che quest'ultimo vi dica che è tutto uno schifo. Con Napoli lo si fa sistematicamente e mostrando solo quella realtà. Il problema di Napoli è politico: sia a Sinistra (che governa tutto da 20 anni) che a Destra (che è pure incapace di esprimere gente valida) c'è solo marmaglia, ma questo un pennivendolo non ha il coraggio di scriverlo. E allora tra un terrorista e un giornalista italiano cosa cambia?

LA RICREAZIONE è FINITA!
I primi risultati elettorali ottenuti dal Blocco Studentesco nelle scuole romane evidenziano che, nonostante una campagna di stampa diffamatoria, nelle scuole c'è una chiara inversione di tendenza. AVANTI AUTOCARRI!


Mameli:Al liceo classico Mameli dei Parioli, quello della cosiddetta "ondata di violenza", dove i professori e i genitori sotto minaccia hanno costretto gli studenti a scioperare contro il Blocco, abbiamo preso un consigliere d'istituto portando a casa 100 voti, il 25% c.a. dei voti totali. C'è da sottolineare che i nostri candidati (compreso il ragazzo eletto) sono entrambi sospesi per 15 giorni!

Visconti: Al liceo classico Visconti del centro, dove tutte e 4 le altre liste si erano coalizzate contro il Blocco Studentesco e il preside aveva invitato a "diffidare" della nostra, abbiamo ottenuto un consigliere d'istituto portando a casa 112 voti. Clamoroso il flop della lista "Askatasuna" legata ai centri sociali che realizza a malapena una trentina di voti!

Farnesina: Al liceo scientifico Farnesina di Roma nord, quello dei famigerati volantini fascisti, il Blocco Studentesco sbanca. Al consiglio di istituto dove erano presenti 5 liste, il Blocco si impone come prima lista eletta realizzando l'eccezionale risultato di 292 voti! Anche alla consulta provinciale degli studenti stesso risultato.

Convitto nazionale: Al Convitto nazionale il Blocco Studentesco non piazza nessun consigliere per una manciata di voti ma ottiene un ottimo risultato totalizzando 86 voti.

Carducci: Al liceo Carducci il Blocco Studentesco passa sia alla consulta che al consiglio di istituto affermandosi come seconda lista eletta. Su 663 voti totali al consiglio d'istituto ne ottiene 160, un consigliere eletto. Alla Consulta provinciale totalizza 194 voti e porta a casa un consigliere.

A.Ruiz: All'I.T.I.S. Arangio Ruiz all'Eur il Blocco Studentesco presente con la sua lista alla Consulta provinciale totalizza 435 voti facendo eleggere due propri rappresentanti.

Augusto: Al liceo classico Augusto una lista mista che vedeva presenti due membri del Blocco Studentesco ha totalizzato 238 voti al consiglio di istituto. Un consigliere eletto.

De Santis: Al liceo De Santis la lista del Blocco al consiglio di istituto ottiene 496 voti e un consigliere eletto.

Falconieri: Al liceo privato Falconieri il Blocco Studentesco prende due rappresentanti alla Consulta provinciale.

Tozzi: Al liceo privato Tozzi il Blocco elegge due suoi esponenti alla Consulta provinciale.

Carlo Urbani: Al liceo Carlo Urbani di Ostia eletto un rappresentante del Blocco Studentesco alla consulta provinciale e e al consiglio di istituto.

Pascal: Al liceo Pascal si stanno effettuando gli scrutini dei voti. Ottime proiezioni per il Blocco Studentesco!

Risultati Provincia di Roma

Anzio: Al liceo Chris Capell di Anzio il Blocco vince alla Consulta provinciale realizzando 300 voti e confermandosi prima lista eletta.

Bracciano: Al liceo privato Salvo d'Acquisto nei pressi di Bracciano il Blocco Studentesco ottiene due rappresentanti alla Consulta provinciale.

Guidonia: In attesa.

Risultati nel resto del Lazio

Latina:Ottimo risultato della lista Crocemaestrale/BloccoStudentesco alle elezioni dei rappresentanti degli studenti a Latina. La lista nel primo anno di attività riesce a conquistare due scuole, L'ITIS G.Galilei e l'istituto professionale E.Mattei. Al Galilei il Blocco Studentesco ottiene nel consiglio degli studenti 758 voti con 4 rappresentanti eletti, nella consulta 416 voti con 2 rappresentanti eletti. Al Mattei nel consiglio degli studenti ottiene 301 voti con 2 rappresentanti eletti(primo e terzo degli eletti), nella consulta 237 voti con un rappresentante eletto.Tale risultato potrebbe aumentare grazie al risultato proveniente dall'istituto tecnico commerciale V.Veneto, dove la lista ha buone probabilità di riuscita e dalla possibilità concreta di ottenere la presidenza della consulta provinciale degli studenti. Dopo anni di oscurantismo, nella scuola pontina spira aria nuova, aria di cambiamento radicale, aria di rafforzamento dello spirito di appartenenza alla città. La ricreazione è finita!

DOV'ERA NUNZIO D'ERME A QUELL'ORA?

Il Pizzino preferisce non scrivere sull'argomento e si limita a riportare il comunicato stampa chiedendosi dove potesse essere Nunzio D'Erme a quell'ora. Per chi non sa chi sia quest'individuo è bene chiarire che si tratta del capo di Action, rete dei centri sociali romani di sinistra. Già agli arresti domiciliari per spaccio, è noto per le aggressioni mirate che organizza nella Capitale. è stato candidato alle europee con Rifognazione Consumista ed attualmente è consigliere comunale. La sua vera vocazione è quella di eliminare fisicamente tutti i fascisti dalla sua città.

Per ulteriori precisazioni http://santosepolcro.splinder.com




Roma, 6 novembre 2006
ATTENTATO A ROMA
Alle 3.00 di notte alcuni sconosciuti hanno collocato un ordigno ad alto potenziale nella sede di Forza Nuova di Via Nisco, a Roma. Distrutta la sede e le macchine antistanti.
Questo attentato è l’ultimo di una lunga serie di attacchi contro la sede di Via Nisco; ricordiamo che negli anni scorsi la sezione fu oggetto di altri due attentati incendiari e di una spedizione punitiva in cui un centinaio di attivisti di sinistra ferirono gravemente alcuni attivisti forzanovisti. Le indagini su questi episodi non portarono a nulla.
L’ attacco mira ad intimidire Forza Nuova ed impedirne l’espansione.
Forza Nuova ha già indetto per sabato prossimo una manifestazione in Piazza Mazzini e per la settimana dal 13 al 18 Novembre una mobilitazione nella parte sud

Tuesday, November 07, 2006

LA FIAMMA E LA CELTICA.
12 euro, edito da Sperling&Kupfer

è possibile trovare da oggi in libreria la Fiamma e la Celtica, l'ultima fatica del giornalista del tg2 Nicola Rao. Il libro, che ricostruisce le stesse atmosfere di "Neofascisti", ripercorre la storia di tutto l'universo che ruota attorno alla Destra da Salò fino al nuovo fenomeno dei centri sociali d'area, le OnC. Roma è la protagonista centrale con le sue piazze, le sue sedi politiche, i suoi cortei e le sue guerre di quartiere fra fascisti e anti-fascisti, fra neri e rossi e tra gli stessi neri. L'opera può aspirare ad essere uno dei documenti più completi che abbiamo sulla storia della Destra italiana. Si respira lo stesso clima
che Annalisa Terranova in "Planando sopra boschi di braccia tese" descrive sul Fronte della Gioventù di Alemanno, ma lo fa con ben altro tentativo di analisi.
Per Rao il neofascismo in Italia è finito un anno fa ai funerali di Peppe Dimitri, l'ex Nar coinvolto in un incidente stradale. Fu in quell'occasione che tutti i neofascisti romani si ritrovarono per l'ultima grande celebrazione.
Solo un anno fa la Sperling&Kupfer pubblicò quello che poi è divenuto un caso letterario, Cuori Neri di Luca Telese. Ora la stessa casa editrice si è prodotta in una collana sugli anni '70 vista da diverse prospettive: "I ragazzi che volevano fare la rivoluzione" di Aldo Cazzullo e "Non lavate questo sangue" di Concita de Gregorio chiudono il trittico. è forse la prima volta che un libro quale quello di Rao esce dalle polverose librerie d'area per rivolgersi al grande pubblico. Forse qualcosa sta cambiando.

Monday, November 06, 2006

La Jervolino quereli lo sBOCCAto.

Che si tratti di screditare Pansa - prima come persona e poi i suoi libri - o Napoli,a Giorgio Bocca tutto è concesso. Quella che forse è l'ultima grande icona della sinistra si diletta a dare patenti di moralità, ma dimentica di essere stato fascista tra i fascisti, menestrello della resistenza a guerra finita, voltagabbana d'opportunismo. Lui, che viene da una regione che razziò il Sud di grandi ricchezze nel periodo immediatamente successivo all'unità d'Italia, si sente trascendente. In realtà allo stato è un vecchio rincoglionito inacidito e tenuto ancora sul piedistallo solo da quella intellighenzia da salotto che rientra nella categoria degli "ex". La Jervolino ha promesso che se qualcuno avesse screditato Napoli, l'avrebbe querelato. Bene, inizi con lo SBOCCAto.
Per gentile concessione di http://pasqualeorlando.blogspot.com, pubblico il seguente articolo:

Giorgio Bocca ci fa o ci è?
Giorgio Bocca dopo " Napoli siamo noi" continua con i conati antimeridionali e soprattutto antinapoletani. Già il suo libro era un pamphlet denigratorio, frutto di una posizione fortemente pregiudiziale nei confronti di Napoli e del Mezzogiorno e non è una novità per un giornalista che in un suo reportage nel Mezzogiorno (quasi epica da esploratore) notava con fastidio un "verde francamente eccessivo".
Oggi ci rifà partecipando alla trasmissione Rai di Fabio Fazio "Che tempo fa" evocando con un sorriso la bestemmia leghista Forza Vesuvio e Forza Etna. Per Napoli non c'è soluzione, sono fatti così, hanno la plebe non il popolo.....
A ottantacinque anni infilarsi come sciacalli nei problemi di Napoli per vendere un libro pieno di imprecisioni e genericità fa un pò pena considerando che lo ha fatto come secondo impegno, dato che da Fazio stava propagandando un libro di ricordi da contrappore in libreria alla Grande bugia di Pansa.
Speriamo che nascano giornalisti giovani perchè i vecchi...

Sunday, November 05, 2006

Da Destra mi schiero con la Jervolino.

Va ora in onda la fiera dell'ovvietà, anzi no...siccome di ovvietà se ne sono scritte, dette e ripetute a volontà in questi giorni - al punto da farle inflazionare più del solito - forse è meglio glissare. L'argomento? Napoli! Ogni anno di questi tempi, tempi prenatalizi, parlare male di Napoli da parte di chi a Napoli magari non ci è mai stato torna di moda. Napoli improvvisamente diventa come il pittbull che sbrana una tantum uno scocciatore e che da quel momento non può circolare senza che un giornalista lo pedini e lo sbatta in prima, seconda e terza pagina quotidianamente. In tutto questo l'unica che si è distaccata dall'ideologia luogocomunista è stato il sindaco Jervolino, l'unica che è andata in tv e ha chiesto garbatamente: "we, ma possibile che siete tutti una massa di tontoloni?". Su Napoli gli unici blogger che hanno scritto cose pertinenti sono stati Marshall( http://www.ecopolfinanza.blogspot.com/) e Monsoreau (http://blacknights1.blogspot.com/ ). Il resto? Pura noia! Ieri sera, a tempo perso, ho cercato di interagire con Abr, ma costui - che si esprime per frasi fatte sia nella lingua di Dante che di Shakespeare, con una contaminazione che sa di metadone, evidentemente, preferendo l'inglese alla buona educazione, ha finito per fare passare la voglia anche ad un tipo posato come il Pizzino di battibeccare. Sorridi, qualcuno ti stia spiando!


Emergenza Napoli: il Vesuvio non erutta perché anche la lava ha paura di uscire

Situazione di emergenza a Napoli: 5 delitti in 6 giorni. Il Comune, per bloccare l’ondata di violenza, ha deciso che metterà i calibri alterni. Domani toccherà ai calibri dispari.In arrivo inoltre anche un sistema di telesorveglianza. Adesso partirà anche il corso di recitazione di Scorsese per i camorristi.In arrivo anche nuove moto per la polizia. Sono quelle di Valentino Rossi. I poliziotti cadranno a pochi metri dalla fine dell’inseguimento.

Situazione di emergenza a Napoli: 5 delitti in 6 giorni. Il Comune, per bloccare l’ondata di violenza, ha deciso che metterà i calibri alterni. Domani toccherà ai calibri dispari.
La gente ha paura ad uscire. Chi ha il cane, quando lo porta a fare i bisognini, esce con la pistola. Poi, appena uscito di casa, gliela punta alla tempia: ‘Svelto! Che voglio rientrare in casa!’

A Napoli c’è così tanta violenza che Berlusconi ha annunciato che scriverà canzoni napoletane per Marylin Manson.
E Apicella sarà il nuovo avvocato di Berlusconi nel nuovo processo a Milano. A Milano Berlusconi è accusato di aver pagato Mills per le bugie che quest’ultimo avrebbe detto ai giudici. Apicella, per prima cosa, chiamerà a testimoniare a favore di Berlusconi Pulcinella.

Napoli: Continuano i delitti per le faide tra camorra, microcriminalità, delinquenti occasionali, serial killer freelance, mafiosi emigrati al Nord e sciiti.
Oggi la Iervolino ha annunciato che andrà presto a prendersi una vacanza di relax, in una beauty farm in Iraq.

Spaventa la violenza anche tra i cittadini incensurati: Oggi un passante ha ucciso per sbaglio un passante per vendicare un passante ucciso per sbaglio da un altro passante.
Giorni fa, invece, un sedicenne ha accoltellato e ucciso un diciottenne per gelosia. E, come se non bastasse, quella playstation non può più uscire di casa perché in paese la ritengono una svergognata.

Omicidio passionale a 16 anni! Ieri una babysitter è morta per un incendio doloso dentro a una casetta della Chicco.
L’autore del delitto è un neonato, già delinquente abituale. Infatti è uscito dalla pancia della madre solo grazie all’indulto di Mastella.

Pare infatti che l’indulto non abbia favorito la situazione a Napoli. Ogni volta che qualcuno di qualche famiglia veniva scarcerato e tornava a casa, i parenti e le famiglie rivali litigavano su chi doveva fargli la festa per primo.
Ma Mastella ha detto: ‘L’indulto? Non c'entra niente con i fatti di Napoli’. Anche se il Ministero della giustizia si raccomanda di non mangiare pastiere appena uscite dal carcere.

Emergenza Napoli: si vendono già i botti di contrabbando di capodanno. Ma, vista la situazione, insieme ti danno anche i parenti della famiglia avversaria, per fargli saltare le dita durante il veglione.
Paura anche tra i santi: S. Gennaro prega tutto il giorno Dio. Perché anche quest’anno ci terrebbe a sanguinare per opera sua e non di altri.

Ma arrivano i primi rinforzi alla polizia: oggi sono arrivati nuovi elementi nelle forze armate. Che comunque sono sempre firme in più per chiedere l’intervento dell’esercito.
In arrivo anche nuove moto per la polizia. Sono come quelle di Valentino Rossi. I poliziotti cadranno a cinque centimetri dalla fine dell’inseguimento.

In arrivo inoltre anche un sistema di telesorveglianza! Una grande idea: telecamere! Adesso partirà anche il corso di recitazione di Scorsese per i camorristi.
Continua la diatriba: esercito sì, esercito no. Quando qualcuno ha detto: “esercito a Napoli”, Prodi poi ha dovuto subito chiamare Olmert. L’esercito israeliano ci si stava fiondando. (Ma allora è un vizio!)

Secondo molti l’esercito sarebbe necessario. Mastella: “L’esercito a Napoli non è un tabù”…. In effetti è ormai un tabù superato. Come Mastella Ministro della Giustizia
(Mastella sta compiendo i giusti passi nel Ministero della giustizia: Felpati, sperando che nessuno si accorga di niente)

L’esercito sotto casa! Ma certo! Io mi immagino il generale che va dalla signora di sopra: 'Mi scusi: abbiamo finito il sale'.
E la signora: 'Oh, stavo per venire io. Noi abbiamo finito i proiettili!'






Prima



Durante



Dopo

Saturday, November 04, 2006

CHE IL VENTO NON CI PORTI LETIZIA...

Protagonista della riforma che ha distrutto quel che restava dell'istituzione universitaria e della scuola pubblica, tra i peggior ministri dell'ultimo Governo Berlusconi, sindaco della Milano dei ticket e dei dazi, LetiSSSSSSSia gioca a fare l'antifasciSSSSa. Quando pensare a fare il proprio lavoro? Forse aveva paura che i compagni, il prossimo primo paggio, passassero dai fischi ai fiaschi... e poi c'è l'eroico padre deportato (e fischiato pure lui...)

La Moratti non visita campo 10, il cimitero RSI a Milano
I CADUTI RINGRAZIANO.


Presente anche il presidente della Provincia Penati (in quota DS)
Rottura della Moratti, non visita i caduti della Rsi

Il sindaco non si reca nel campo 10 del Monumentale, come era solito fare a titolo personale Gabriele Albertini: «Non era previsto»
«I morti non hanno colore, la memoria va a tutti». Nel giorno della commemorazione dei defunti Letizia Moratti prende posizione e rompe con la consuetudine cui aveva abituato i milanesi il suo predecessore. Albertini era infatti solito recarsi a titolo personale a commemorare nel campo 10 del Cimitero Monumentale i caduti della Repubblica Sociale. Cosa che la Moratti non ha fatto: «Sono stati tanti i giovani che non avevano la consapevolezza della battaglia che combattevano - ha detto il sindaco -. Oggi è prevista solo questa cerimonia. Non ho altro nell'agenda». Alla commemorazione era presente anche il presidente della Provincia, Filippo Penati.

Friday, November 03, 2006

Chi è STATO faccia un passo avanti


Non mi è mai piaciuto Gennaro Malgieri, uno che si è autoeletto intellettuale e che propende per il macello politico del partito unico. é persona fisicamente sgradevole, antipatica a pelle e saccente da salotto, un Follini più cicciottello insomma, però stavolta l'ha detta giusta: a Napoli serve lavoro. Un concetto giusto quanto scontato e che tuttavia era sfuggito ad un'opinione pubblica divisa tra un rincoglionito livoroso, Giorgio Bocca, e uno che coglione lo è per sua natura, Roberto Calderoli. A Napoli serve lavoro e il turismo - si presume - porta lavoro, ma dopo una campagna di stampa diffamatoria di tal portata l'immagine della città ne esce a pezzi. La gente ora crede che a Napoli si cammina su strati di rifiuti rischiando di beccare un proiettile in fronte, questa è la verità. Tale campagna di stampa inventata per vezzo politico - perchè la notizia non c'è e la camorra c'era ieri, c'è oggi e continuerà ad esserci finchè lo Stato non si darà una mossa e non a chiacchiere - ha determinato per Napoli un danno economico non quantizzabile. Lo Stato, non solo continuerà a non fare nulla, ma ha danneggiato ulteriomente un'economia già di per sè fragile. Sì, la Napoli turistica è anche quella più folcloristica - diversa da quella dei Napoletani, quella dei quartieri residenziali - ma al massimo può capitare di vedere una signora con il passeggino "assettata" davanti al Palazzo Reale o dei ragazzini che in tarda sera giocano a pallone all'interno della galleria Umberto I, cose che indubbiamente a Firenze non capitano, ma niente di più.I fatti eclatanti sono tali per definizione. Siccome qui si cerca di non fare del terrorismo ideologico e di non emulare giovani rapanti di partito che millantano di essere ciò che non sono, sarebbe opportuno tornare a ragionare:

1) Fa sghignazzare il piano Amato sulla videosorveglianza. Le forze dell'ordine dove non devono ficcare il naso, non vanno. E la camorra, là dove non vuole impicci, sa come non far entrare nessuno.

2) Mancano gli strumenti legislativi adeguati per contrastare i fenomeni di microcriminalità. L'unica tipologia di azione che le FdO possono operare ha natura contenutiva o preventiva.

3) Si chiede l'epifania di eroi dai superpoteri pronti a liberare Napoli. Quello che si dovrebbe fare, invece, consiste nell'iniziare a non pagare la tassa sulla spazzatura e a disertare in massa le urne ad ogni elezione.

Silvana Fucito era una commerciante di San Giovanni a Teduccio cui hanno incendiano il negozio perchè non aveva pagato il pizzo. Oggi è presidente di un'associazione antiracket e, per il suo impegno, è costretta a girare sotto scorta: è stato necessario il suo sacrificio per surrogare l'assenza dello Stato. E allora, chi è Stato? Chi fa parte dello Stato, chi è lo Stato?
Un passo avanti, nessun inchino!

Cari amici, mi presento a quanti non mi conoscono: sono SILVANA FUCITO, imprenditrice di Napoli e Presidente dell’associazione Antiracket San Giovanni per la Legalità. La mia convivenza con la camorra comincia nel 2000, quando in modo molto subdolo cominciarono ad entrare nel mio negozio i signori della camorra, facendo piccole richieste. Man mano che il tempo passava diventavano sempre più esigenti e noi sempre più rigidi. Mesi di trattative, ansie, paure, umiliazioni ma sempre dicendo NO!!Poi la notte del 19/settembre del 2002 l’epilogo: il nostro negozio era in fiamme!!Insieme alla vernice andavano in fumo 30 anni di lavoro, di sacrifici, nostri e dei nostri genitori.

Al cospetto di quella tragedia che non colpiva solo noi ma un intero quartiere, al cospetto di centinaia di donne, vecchi e bambini evacuati nel cuore della notte dalle loro case in fiamme, la nostra risposta fu: denunciare i nostri aguzzini, e quella stessa notte mentre il nostro negozio era in fiamme noi eravamo in Questura a raccontare gli anni di soprusi e violenze subite. Forte fu l’indignazione popolare, avevano osato troppo, avevano calpestato la vita di centinaia di persone , che razza di gente erano ?
Oggi,a distanza di circa tre anni, penso che quell’ incendio sia stato un segno del destino. L’incontro con Tano Grasso, la nascita dell’associazione antiracket, la gente comune che si ribellava.
Io che andavo in Tribunale ad affrontare i miei aguzzini accompagnata dalle maggiori autorità della città e da centinaia e centinaia di persone, gente comune che mi appoggiava e che si ribellava.
Oggi Napoli conta cinque associazioni antiracket con centinaia di iscritti.
Il nostro lavoro portato avanti con l’aiuto e l’esperienza di Tano GRASSO sta portando a grandi risultati: poche decine di denunce nel 2001, oltre 800 denunce nel 2004, centinaia di arresti e condanne esemplari. La nostra esperienza viene richiesta anche da altri Comuni del Napoletano.

Il nostro movimento è stato notato anche all’estero: giornalisti e televisioni vengono a Napoli per capire cosa sta cambiando nella nostra città; il Time mi ha insignito del premio Heroes 2005 e mi ha messa nella rosa dei 37 personaggi europei che hanno fatto qualcosa di eccezionale. Quel premio non è solo mio ma di tutta Napoli, di tutti quei napoletani che vogliono cambiare la città.
Dopo tanti anni di indifferenza, omertà c’è in tutti noi voglia di cambiamento, voglia di riscatto. Le nostre associazioni sono in continuo fermento, volantinaggi, visite e dibattiti nelle scuole, e soprattutto la nostra costante presenza e partecipazione ai processi a sostegno delle vittime perché non si sentano più soli.
Noi ce la stiamo mettendo tutta, ma non è facile, abbiamo bisogno dell’ aiuto di tutti, abbiamo bisogno che qualcuno ci tenda la mano.

Non si può parlare di legalità in una città dove mancano tanti servizi, dove mancano posti di lavoro, dove lo stato fa sentire la sua presenza solo in casi eccezionali.
Non basta venire nei nostri quartieri, nei momenti di grossa emergenza e andare via senza poi prendere seri provvedimenti se non quelli di temporanea repressione.
Servono fatti, serve che tutti facciano del meridione la priorità assoluta:la Campania, la Sicilia, la Calabria fanno parte dell’Italia e devono avere la massima attenzione.

Per combattere le mafie non servono solo la repressione, le leggi speciali ma risposte fattive; per strappare i giovani alle mafie serve offrire loro delle alternative. ma nei programmi futuri dei politici - di qualsiasi schieramento siano - c’è posto anche per noi? O resteremo soli a combattere contro questo nemico?

Daranno maggiore attenzione al sud che negli ultimi anni è stato dimenticato? O continueranno a chiamarci incivili come ha fatto Giorgio Bocca nel suo libro “Napoli siamo noi”, definendo Napoli una città senza speranza! Io ho intrapreso la mia battaglia e dieci….cento…mille…uomini di buona volontà si stanno unendo a me e se tutti faranno la loro parte, se tutti saranno protagonisti e non spettatori della propria vita un intero esercito si muoverà alla conquista della LEGALITA’.












Camorra:

IL GOVERNO LA INVOCA, LEI SI INCAZZA.

Dedico per il terzo giorno consecutivo il mio pezzullo all'emergenza criminalità a Napoli, più perchè se ne è straparlato e bisogna fare dei chiarimenti che per altro. Mi chiedo pertanto, prima d'ogni altra cosa, se abbiamo definito al meglio l'oggetto della questione: di che stiamo discutendo? Di quale emergenza? Ragioniamo:

1) Tre giorni fa Mastella ha dichiarato - ma solo per manie di protagonismo - di non ritenere "l'esercito un tabù": la Camorra ha risposto, ha fatto chiaramente intendere che non vuole essere scocciata e l'invio dell'esercito la stuzzicherebbe ancora di più. Ad un'azione è seguita reazione più che eguale e più che contraria, tuttavia riconducibile ad un rapporto di causa ad effetto.

2) L'indulto ha messo in libertà in provincia di Napoli 2.000 delinquenti, la Camorra - quindi - ha beneficiato dei saldi di fine stagione per reclutare facilmente quella bassa manovalanza riversatasi improvvisamente sul mercato e che aveva bisogno di rientrare nel giro.

3) Cos'è la camorra? A differenza della mafia non ha strutture verticistiche, è frammentata e il controllo di una zona si realizza attraverso un sottile sistema di alleanze temporanee che, nel momento in cui cessano, fanno scoppiare la guerra di camorra. Sistema è la parola chiave: ad ogni clan corrisponde un sistema e una camorra diversa: una camorra violenza o imprenditrice a seconda delle esigenze.

Esempio: a volte sono entrato in un negozio e mi è capitato che mi volessero fare uno scontrino superiore all'importo della mia spesa; se compravo Y, mi facevano lo scontrino per Y + X. Che risposta mi sono dato a questo particolare fenomeno, visto che normalmente uno non vuole pagare più tasse? La Camorra ricicla danaro sporco facendo risultare attività che in realtà sono fittizie. Non a caso ci sono negozi che cambiano dopo pochi mesi.

La mia opinione è che al momento, a parte gli agguati, non ci sia nessuna emergenza. Credo si tratti di una mossa strettamente politica per distogliere l'attenzione dalla finanziaria: Mastella fa il tosto, Napolitano piagnucola da Prodi, Prodi va a piagnucolare da Bassolino e dalla Jervolino e tutti insieme si fanno un bel pianto.
I veri sconfitti, politicamente parlando, da questa storia sono proprio gli amministratori campani su citati: li hanno messi in mezzo per pararsi dal fuoco incrociato sulla finanziaria. Se in Campania ci fosse un centrodestra serio, quest'ultimo avrebbe saputo come cogliere la palla al balzo per liberarsi per sempre del potere egemonico del Basso. Invece ne esce distrutta anche l'immagine della città.

Per quanto si possa discutere di un idiota, di Calderoli abbiamo già trattato abbondantemente. Certo è che questo mio e pubblico dipendente che gli Italiani stipendiano con le loro tasse, rappresenta un fenomeno raccapricciante ed evidenzia a cosa si sia ridotta la politica nel nostro paese, rectius la democrazia.

Posto ciò, è curioso sapere come di Napoli si cimentino a parlare in particolare tre categorie di soggetti:

A) Il popolo verdano, vera categoria antropologica a sè stante, nota perchè si lava una volta all'anno nel Po e perchè ama fare grandi giochi di società travestendosi da carnevale in determinate occasioni quali Pontida o Venezia. Un fenomeno più folcloristico che dannoso e che non mi darebbe fastidio se non dovessi mantenerli con le mie tasse.

B) Il provinciale. Il Casertano, il torrese, quello che appena esce fuori dal territorio campano millanta di essere Napoletano e che parla con quello slang particolare, un idioma che mastica e sa interpretare solo la sua tribù. Ha la sindrome da Promessi Sposi, quella di Renzo che va a Milano e per prima cosa va ad imbucarsi in un osteria.

C) Il sociologo, quello alla Domenico Demasi per intenderci, l'hooligan da salotto foriero solo dei dogmi che lui dispensa, l'inutiler datum. L'amico dell'amico cui giura amore eterno. Questa categoria fa il giro largo, non avendo le cognizioni per inquadrare il problema, parla di Sud genericamente, forse ritenendo che i problemi della Calabria (su cui intendo rivolgermi presto) siano i medesimi di quelli di Napoli, Palermo o Bari.

In questi giorni di Napoli si sentono autorizzate parlarne, non si sa per quale strano fenomeno, più di tutti queste tre categorie e tuttavia senza apportare nuovi o interessanti contributi, ma solo assumendo posizioni radicali e insensate. Trovo tutto ciò assai inquietante. Passiamo alle noti dolenti,ponendo un caso concreto, una dichiarazione ansa:

Per Angelo Alessandri della Lega - dipendente a me sconosciuto e che probabilmente non passerà alla storia, ma evidentemente nella fattispecie si è sentito in dovere di intervenire - bisognerebbe "Embargare Napoli e far arrangiare il Sud".
L'ansa scrive così: "Polemiche per un nuova uscita del parlamentare Calderoli, che ha definito Napoli 'una fogna da bonificare'. Piovono le critiche dalla maggioranza: 'Povero Calderoli e povera Italia con un ex ministro e attuale parlamentare, il cui ultimo, ignorante pensiero definisce Napoli come una fogna da bonificare', dicono i Ds. Dall'opposizione Cesa afferma: 'Le parole e il progetto di Calderoli sono inqualificabili. Si sconfina nel qualunquismo piu' becero e immotivato'.

Non mi scandalizzo, la Lega - anche se se anche io mantengo quei dipendenti, lo ripeto fino allo stremo - fa eccitare il suo elettorato e e ogni partito è espressione della subcultura dell'elettore; ciò che c'è da rilevare è che il dipendente Alessandri vive sulle nuvole: Napoli e il Sud di fatto sono già sotto l'embargo e già si "arrangiano" non essendo rappresentati a livello politico. Lo Stato ha già tagliato fuori il Sud da tempo: i soldi si investono solo a Roma e al Nord, il Sud è stato eliminato dalla cartina della geopolitica. Se nel centro storico di Napoli, patrimonio dell'Unesco, si spendesse 1/10 dei soldi impiegati per il centro di Roma, la situazione cambierebbe ad angolo piatto.
Questo discorso vale per tutto ciò che è pubblico: uffici, ospedali, strade. Napoli nel campo della ricerca, per esempio, è uno dei centri più avanzati, eppure le strutture sono spesso inadeguate e bisogna appellarsi ai privati. Ciò che non si verifica al Nord.

Ciò che non si comprende è cosa si aspettano i telegiornali dal cittadino comune: si insegna che l'autotutela e la giustizia privata non è accettabile in uno stato di diritto, eppure si pretende che il cittadino faccia l'eroe. Se il Parlemento approva l'indulto, se non fornisce le forze dell'ordine di mezzi, anche legislativi, adeguati, se gli amministratori sono degli incapaci non è certamente al cittadino che bisogna avanzare richieste.

Il Pizzino potrebbe continuare, ma per esigenze di sintesi la chiude qui, vi giro solo un quesito che PrimoPiano ha posto ieri: perchè vale la pena restare a Napoli? Sinceramente io il problema non me lo sono mai posto e semmai la domanda dovrebbe essere: ma perchè me ne dovrei andare? Napoli non è mica quella che vorrebbero i tg o descrivono le 3 categorie antropologiche su elencate.

Aggiungo solo che ieri mi sono imbattuto in questo spazio http://vernacolese.blogspot.com/ e ho trovato che il Pizzino era stato citato, credo sia in dialetto pugliese:


VIETATA ‘A SATIRA A SINISTRA.

Quannu ‘ngera Berlusconi a lu cuvernu
facijanu a satira finu a l’esaurimentu,
pirfinu ‘nda l’aula ro Parlamentu.
Mo’ ca’ cumanna Pinocchietttu
iè vietatu fa lu scherzettu,
lu granni Dariu Fò avi sciarratu a la Dandini
ca sopi a Prodi e li Prodini voli scrivi li pizzini.
Lu premiu Nobel sintinziavu
ca’ nunn’è giustu sciuricà
picchè li vutanti ra sinistra nun sapinu pazzià.
Lu cuvernu amicu, ca’ teni tutti ‘e carichi ri lu statu,
nu’ potessi sballuttatu.
Chi vita brutta l’aspetta a Dandini
a Travagliu e a Guzzanti
piccheè Berlusca nun faci cchiù ‘o cantanti.
Cilintanu s’è ritiratu
‘nda lu castieddu ‘ncantatu
si stai urennu ‘e miliuni
a la facci re cugliuni.
Santoru iè turnatu,
‘e capiddi s’à pittatu,
ma ‘a trasmissioni ha floppatu.

Ha tinutu ‘o curaggiu ri fa ‘ngazzà
a Bassulinu e a Jervulinu
pi’ colpa ri la camorra ,
c’ teni sott’o sckaffu ‘o pupulinu.
Chissi so’, ri la sinistra ‘a genti onesta
ca’ prerica sulu quannu ‘nge l’atu a la funesta.

Wednesday, November 01, 2006

PIù BELLO CHE INTELLIGENTE.
In questi giorni Il Pizzino di fesserie su Napoli ne sta ascoltando e vedendo a iosa, pur non trovando riscontro tra la situazione da far west descritta dai telegiornali e la sua realtà. Eppure Il Pizzino, contrariamente a un Mariniello qualunque a Napoli ci vive.
Non se la prenda l'amico Pietro, ma il Pizzino ha sorriso pensando all'immagine di sua nonna che scende dalla crociera armata di mattarello per il timore di essere scippata. Il Pizzino in tutta la sua vita ha assistito ad uno solo scippo e a Parigi per giunta,ma non per questo ha mai fatto un ragionamento logico-deduttivo(?!) di scarso valore metodologico - come è stato fatto - del tipo: a Parigi ho visto uno scippo,ergo sono tutti ladruncoli. Napoli, come tutte le grandi città, ha gli stessi problemi di delinquenza comune: Roma, Milano o Parigi non ne sono esenti. Il fenomeno mafioso, e ci si rende conto che per chi vive al Nord è difficile da capire, è di ben altro livello: inerisce il controllo del territorio, gestione di potere e impresa, imprenditoria medesima, pressioni sull'attività politica, sociale, culturale, economica di un paese. Il Pizzino nota con dispiacere che, quando si tratta di fare una riflessione politica su Napoli, si finisce sempre per discutere non della sua classe dirigente, ma per ragionamenti metapolitici, spesso assai sciocchi. I pennivendoli in primis fanno del terrorismo etnico, scrivono e dicono più di quanto sappiano, diffondendo impressioni distorte. Non so se è un caso, ma a Napoli ormai si vedono solo turisti stranieri, gli Italiani si sono eclissati...sarà mica il frutto di questa propaganda?


Una chicca con Sarcinelli, Paolantoni, Covatta.

Calderoli: a Napoli tutte le forze armate.
Per la lega bisogna mandare anche l'aviazione e bombardare indistintamente


di Alberto da Giussano

A riprendere la proposta lanciata da Mastella sulla possibilità di inviare dell'esercito a Napoli ci ha pensato in serata l'ex ministro Roberto Calderoli. Il dentista, dopo aver dichiarato che "Napoli è una fogna aperta che va bonificata", ha rimproverato Mastella, ritenendo che, per il capoluogo campano, non è sufficiente l'esercito, ma bisogna inviare anche l'aviazione e la marina. "Puntare specificatamente su donne e bambini è l'unico modo per impedire che si riproducano", per questo bombardare Napoli e raderla definitivamente al suolo è ciò che noi tutti auspichiamo. Solo un'azione sinergica tra le forze armate, sempre secondo Calderoli, potrà far finalmente estinguere la razza terrona. "Negli ultimi 5 anni al Governo abbiamo già fatto molto...ora ci penserà Prodi a portare a termine la missione". A rincarare la dose ci pensa subito dopo Roberto Maroni il quale, se già aveva più volte ribadito che la Lega si sentiva svincolata da qualsiasi accordo politico, ha chiarito che se il Governo Prodi porrà in essere un'azione penetrante per l'abbattimento del Sud, la Lega sarà pronta a fare la sua parte entrando nella maggioranza di centro-sinistra. Coglie la palla al balzo anche il segretario dei comunisti italiani, Oliviero Diliberto, per chiedere di ritirare le truppe dall'Iraq per mandarle in Campania. Si respira l'aria del grande inciucio. To be continued...