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Friday, September 28, 2007
Anticomunismo militante in Birmania!
1 comment:
Anonymous
said...
Lo scrivente Movimento Politico Cattolico “Azione e Tradizione” condanna fermamente le ultime ed inquietanti affermazioni del redivivo comico genovese Beppe Grillo. Dopo essersi autonomamente incoronato novello verginello della politica e del costume; dopo aver cominciato a dispensare diplomi e patenti di onestà e di correttezza politica; dopo aver sparato a zero sui politici salvo dare il suo benestare alla costituzione di liste e movimenti politici a lui ricollegabili, questo ennesimo prodotto mediatico del marketing elettorale, si permette di attaccare il Vaticano e Benedetto XVI definendolo “un amministratore delegato tedesco che gestisce due milioni di lavoratori in nero”. I seguaci di codesto giullare del terzo millennio riflettano sulla circostanza che Beppe Grillo con queste ultime deliranti dichiarazioni si è collocato in un’area ideologica ben precisa e molto pericolosa culturalmente: la stessa compagine che dal palco del 1 maggio (con i soldi dei lavoratori) sferra violenti attacchi alla Chiesa ed al Suo Vicario; la stessa area che festeggia il XX settembre con i radicali abortisti e spacciatori di droga e con i comunisti atei ed estremisti; la stessa area radical-chic di Dario Fo (dell’opera teatrale anticattolica “Mistero Buffo”) e Franca Rame, nonché con tutti coloro i quali non perdono occasione per vilipendere la Chiesa Cattolica. Appare alquanto sibillina la circostanza che chi, come Grillo, sia stato costretto dal sistema corrotto e partitocratrico a tacere per vent’anni, ora abbia tutto questo spazio mediatico con tanto di curatore dell’immagine e degli eventi che gli consente di organizzare il V-day in 280 piazze italiane e 20 straniere. Allo stesso modo risulta alquanto strana la circostanza che, con tutta la risonanza mass-mediatica avuta l’8 settembre, il nuovo castigamatti della corruzione, non abbia dato l’enfasi che necessitava al vero problema italiano: l’usura, la fragilità del sistema bancario e la moneta locale sulla scorta di quanto insegnava il compianto Prof. Auriti come egli stesso faceva fino a poco tempo fa. Forse perché toccare quei tasti avrebbe significato andare alla radice dei problemi: il signoraggio e lo strozzinaggio bancario. E si sa, i nuovi padroni non bisogna disturbarli troppo. Conviene, piuttosto, argomentare con toni da bar dello sport su ciò che tutti vogliono sentirsi dire dopo un’attenta ricerca di mercato: chiedere un parlamento pulito (mettendo sullo stesso piano chi ha avuto condanne per reati di opinione e chi è stato un ladro patentato), lanciare proclami aventi un’incidenza a livello nazionale, salvo dopo 12 ore dare il benestare per la costituzione di liste civiche con tanto di “marchio Grillo” ma a livello locale. Tutto questo si chiama sfruttare abilmente il malcontento per gestirlo. E’ un déjà vu che l’Italia ha già assaporato e si è chiamato Mani Pulite: un colpo di stato in piena regola che ha spazzato via una classe dirigente che non doveva più assolvere la sua funzione di garanzia per i veri padroni del vapore e sostituirla in toto con i Berlusconi, i Fini, i Casini, i Di Pietro. Per il sistema conviene creare gli strumenti più efficaci che possano riscuotere un certo appeal onde evitare che quei temi siano intercettati davvero dalle schegge impazzite: Monetezemolo non era credibile, ed allora ecco saltare un bel Grillo.
« E' intorno a noi il timore e la complicità di un popolo. Quel popolo che disprezzato da regi funzionari ed infidi piemontesi sentiva forte sulla pelle che a noi era negato ogni diritto, anche la dignità di uomini. E chi poteva vendicarli se non noi, accomunati dallo stesso destino? Cafoni anche noi, non più disposti a chinare il capo. Calpestati, come l'erba dagli zoccoli dei cavalli, calpestati ci vendicammo. Molti, molti si illusero di poterci usare per le rivoluzioni. Le loro rivoluzioni.Ma libertà non è cambiare padrone. Non è parola vana ed astratta. È dire senza timore, È MIO, e sentire forte il possesso di qualcosa, a cominciare dall'anima. È vivere di ciò che si ama. Vento forte ed impetuoso, in ogni generazione rinasce. Così è stato, e così sempre sarà.»
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Lo scrivente Movimento Politico Cattolico “Azione e Tradizione” condanna fermamente le ultime ed inquietanti affermazioni del redivivo comico genovese Beppe Grillo. Dopo essersi autonomamente incoronato novello verginello della politica e del costume; dopo aver cominciato a dispensare diplomi e patenti di onestà e di correttezza politica; dopo aver sparato a zero sui politici salvo dare il suo benestare alla costituzione di liste e movimenti politici a lui ricollegabili, questo ennesimo prodotto mediatico del marketing elettorale, si permette di attaccare il Vaticano e Benedetto XVI definendolo “un amministratore delegato tedesco che gestisce due milioni di lavoratori in nero”.
I seguaci di codesto giullare del terzo millennio riflettano sulla circostanza che Beppe Grillo con queste ultime deliranti dichiarazioni si è collocato in un’area ideologica ben precisa e molto pericolosa culturalmente: la stessa compagine che dal palco del 1 maggio (con i soldi dei lavoratori) sferra violenti attacchi alla Chiesa ed al Suo Vicario; la stessa area che festeggia il XX settembre con i radicali abortisti e spacciatori di droga e con i comunisti atei ed estremisti; la stessa area radical-chic di Dario Fo (dell’opera teatrale anticattolica “Mistero Buffo”) e Franca Rame, nonché con tutti coloro i quali non perdono occasione per vilipendere la Chiesa Cattolica.
Appare alquanto sibillina la circostanza che chi, come Grillo, sia stato costretto dal sistema corrotto e partitocratrico a tacere per vent’anni, ora abbia tutto questo spazio mediatico con tanto di curatore dell’immagine e degli eventi che gli consente di organizzare il V-day in 280 piazze italiane e 20 straniere. Allo stesso modo risulta alquanto strana la circostanza che, con tutta la risonanza mass-mediatica avuta l’8 settembre, il nuovo castigamatti della corruzione, non abbia dato l’enfasi che necessitava al vero problema italiano: l’usura, la fragilità del sistema bancario e la moneta locale sulla scorta di quanto insegnava il compianto Prof. Auriti come egli stesso faceva fino a poco tempo fa. Forse perché toccare quei tasti avrebbe significato andare alla radice dei problemi: il signoraggio e lo strozzinaggio bancario. E si sa, i nuovi padroni non bisogna disturbarli troppo. Conviene, piuttosto, argomentare con toni da bar dello sport su ciò che tutti vogliono sentirsi dire dopo un’attenta ricerca di mercato: chiedere un parlamento pulito (mettendo sullo stesso piano chi ha avuto condanne per reati di opinione e chi è stato un ladro patentato), lanciare proclami aventi un’incidenza a livello nazionale, salvo dopo 12 ore dare il benestare per la costituzione di liste civiche con tanto di “marchio Grillo” ma a livello locale.
Tutto questo si chiama sfruttare abilmente il malcontento per gestirlo. E’ un déjà vu che l’Italia ha già assaporato e si è chiamato Mani Pulite: un colpo di stato in piena regola che ha spazzato via una classe dirigente che non doveva più assolvere la sua funzione di garanzia per i veri padroni del vapore e sostituirla in toto con i Berlusconi, i Fini, i Casini, i Di Pietro.
Per il sistema conviene creare gli strumenti più efficaci che possano riscuotere un certo appeal onde evitare che quei temi siano intercettati davvero dalle schegge impazzite: Monetezemolo non era credibile, ed allora ecco saltare un bel Grillo.
Modugno, 24/09/2007
Il Responsabile
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