Monday, June 18, 2007

Una sera di giugno.
E’ la notte tra il 28 e il 29 maggio 1979 quando gl’inquilini di via Montebuono, nel quartiere Trieste, a Roma, vengono svegliati da grida disperate. Chi si affaccia vede un corpo riverso nel cortile di un condominio, ai piedi di un muro alto cinque metri. Arriva la polizia, poi un’ambulanza. Si tratta di Francesco Cecchin, uno studente diciottenne, conosciuto come attivista missino. E’ in condizioni gravissime e ci si chiede come abbia fatto a precipitare in quel cortile. I giornali del mattino non riportano neppure la notizia, ma i suoi familiari e i suoi camerati sanno qual è la verità. Francesco Cecchin era sceso di casa insieme alla sorella per una passeggiata fino a via Montebuono, dove un suo amico lavora in un ristorante. Poco dopo mezzanotte, mentre i due ragazzi sono fermi davanti all’edicola di piazza Vescovio, spunta una Fiat 850 bianca che compie una brusca frenata davanti a loro; dall’auto scende un uomo che urla all’indirizzo di Francesco: “…E’ lui, è lui, prendetelo!”. Intuendo il pericolo e, probabilmente, riconoscendo l’aggressore, Francesco fa allontanare la sorella e corre in direzione di via Montebuono, inseguito dagli occupanti della macchina. La sorella, intanto, si getta vanamente al loro inseguimento, urlando: “Francesco, Francesco!”; le sue grida vengono udite da un giovane che, sceso in strada, nota un uomo darsi alla fuga verso via Monterotondo e qui salire sulla Fiat 850 bianca che si allontana velocemente. Il corpo di Francesco viene quindi rinvenuto in fondo ad un cortile, in posizione supina, distante circa un metro e mezzo dal muro alto cinque metri, perde sangue dalla tempia e dal naso e tiene ancora strette nella mano sinistra un mazzo di chiavi, di cui una storta che spunta tra le dita, e in quella destra un pacchetto di sigarette. Il 16 giugno, dopo 19 giorni di coma, Francesco muore. Il 16 Giugno 2007, come ogni anno, i camerati sono tornati in piazza Vescovio per ricordare il sacrificio del loro fratello massacrato. Ci sono ragazzi che non lo hanno mai conosciuto, ci sono antichi fratelli che non lo hanno dimenticato. Li, dove Francesco è sopito a terra per poi cadere in un coma profondo ogni anno la terra tuona e si sente forte una voce che s'alza:

Camerata Francesco Cecchin”, PRESENTE!

4 comments:

Anonymous said...

great music

Anonymous said...

presente!

Old Whig said...

Presente!

P.S. Comunisti di merda bastardi maledetti assassini!

P.S.2 Il 16 giugno è pure il mio compleanno.

CampaniArrabbiata said...

auguri allora.