Friday, June 22, 2007

La giustizia la fanno i picchiatori.










Abbiamo appreso che è bastata una protesta della Comunità ebraica e una manifestazione di scalmanati, probabilmente gli stessi che, recentemente, a Teramo hanno aggredito il prof. Moffa, per far sì che un Ministro della Repubblica, costringesse il Magistrato militare di sorveglianza di turno a revocare con decreto la decisione del Tribunale Militare che accordava a un vecchio ultranovantenne, Erich Priebke, il permesso di lavorare fuori dalla prigione in cui è rinchiuso a seguito del processo che lo ha condannato all’ergastolo. Quante volte abbiamo manifestato, ripetutamente in centinaia di migliaia per la liberazione di condannati senza prove o con false prove, come nel caso Valpreda? Quante volte abbiamo protestato contro gli arresti domiciliari accordati con mano larga a tangentisti, politici corrotti, ladri di regime, colti con le mani nel sacco e rei confessi, ancora in età di sostenere la carcerazione, e godenti di ottima salute fisica? Nessun ministro si è precipitato a convocare il Giudice di sorveglianza per revocare alcunché. Nel caso di Priebke, già assolto nel passato, poi in seguito a pressioni coordinate della lobby ebraica internazionale, arrestato, giudicato e condannato per gli stessi fatti per cui era stato assolto, è bastato poco per annullare una decisione del Tribunale a suo favore. Se la giustizia militare, in qualche modo si è ravveduta, tardivamente, e, in considerazione dell’età e della salute del condannato, ha accordato un piccolo beneficio, non si può dire la stessa cosa dei nostri politici così ossequienti verso tutto quello che è richiesta ebraica, sionista, israeliana. I politici margheritici-cattolici, i politici sionistri-pedemocratici e i politici filosemitici-rifondatori, dimentichi dell’imperativo religioso del perdono e dell’imperativo umanitario della considerazione per il debole e il vecchio, si sono dimostrati inflessibili, pronti, scandalizzati e moralistici nel perseguitare, su comando, chi non è gradito alla nostra comunità ebraica e a quella internazionale. Da quando in qua la sovrana decisione di un libero Tribunale della Repubblica viene così piratescamente messa in discussione dai nostri politici?In particolare chiediamo come mai coloro che si vantano di essere per la pace e la giustizia, ma che in realtà sono "sionistRi", fanno l’orecchio sordo alle numerose manifestazioni pacifiste contro la guerra in Afghanistan, contro l’allargamento della base americana di Vicenza o le manifestazioni a favore della Palestina e per un diverso atteggiamento del Governo italiano nei confronti dei palestinesi? E si inchinano alla prima richiesta di una, tutto sommato, piccola comunità etnico-religiosa transnazionale, si commuovono per la manifestazione di quattro esaltati turblenti e chiedono la revoca di decisioni legali? Dietro la scusa dell’antifascismo, che non ha senso di essere nel momento che nessuno sente il pericolo o la nostalgia del regime mussoliniano, e dietro la scusa della lotta all’antisemitismo, di cui non si vede nessun rigurgito all’orizzonte, i nostri "sionistri" manifestano soltanto il loro ossequio al sionismo ed ad Israele. Questi, e non un inesistente pericolo fascista, sono le vere minacce alla democrazia in Occidente e alla pace nel mondo. Questi e non altri sono i mostri da combattere. Ma siccome sono mostri veri, potenti, armati, minacciosi, davanti ad essi i nostri politici chinano il capo vergognosamente. Allo stesso modo i nostri eroi "sionistri" dimostrano la loro piccolezza politica e la loro disumanità. Non è segno di coraggio per chi pretende di cambiare il mondo e risollevare i deboli prendersela, fare la voce grossa e alzare l’indice accusatore con un uomo finito, uscito da un passato ormai sepolto, un uomo solo, vecchio e debole, dignitoso nel suo silenzio, patetico nella sua ostinazione.

1 comment:

Ares said...

A fronte di quegli scalmati, la dignità di un vecchio di 93 è una lezione di vita per tutti.