Wednesday, June 20, 2007

Un'ora di verità.
"What's this?", si saranno chiesti ieri i turisti americani che, attratti dal palco che illuminava i tetri grattacieli, orbitavano attorno agli alberghi del centro direzionale. E vaglielo a spiegare che non si trattava di uno spettacolino organizzato dalla Jervolino per dare loro il benvenuto, né dell'anteprima della nuova tournèe del Veltroni cinema-rock-cabaret-so-ermejodetutti-ahò tour. Vaglielo a spiegare che si trattava di una manifestazione per la verità, perché in Italia certi processi sono istruiti non per accertare i fatti oltre ogni ragionevole dubbio, ma per condannare alla damnatio memoriae una determinata galassia politica e coprire i misfatti dell'altra. Io non ne sarei capace, ma - se qualcuno se ne fosse
sentito in grado - poteva farsi avanti e, da truce fascista, cimentarsi nell'impresa.

Mai come ieri il centro direzionale ha brillato di luce propria e, alla fine, quell'atmosfera un po'underground da uomini in mezzo alle rovine e un po' psichedelica con i colori del palco contrapposti ad anonimi grattacieli, da terminators che rifiutano l'omologazione,è stata calzantissima. Tanto più che, davanti al palco, c'era l'insegna di un albergo che rivelava un presagio: si chiamava Avalon, come l'isola su cui regnava Artù. Ieri i cavalieri della tavola rotonda sono giunti dalla terra dei giusti per portare giustizia.

Ieri sera a Napoli, in un quartiere vivo, per la presenza degli uffici, solo durante la giornata e fuori dalla città, è stata invocata l'intercessione della dea che regge una bilancia. Lo si è fatto in una zona simbolica, nei pressi del carcere. Lo si è fatto per manifestare la nostra vicinanza verso chi, da innocente, sta pagando per responsabilità che non sono sue. Lo si è fatto per un motivo preciso, perché quell'infame delitto, la più grande strage dal dopoguerra ad oggi, la bomba di Bologna del 2/8/80 non ha ancora il suo marchio di fabbrica, ma solo un falso(a Napoli si dice "appezzottato") e, alle 85 vittime, se n'è aggiunta, dopo 27 anni, un'altra differita. Massimo Sparti aveva mentito, lo sapevamo, lo abbiamo sempre saputo, ora ne abbiamo avuta la certezza:si è sempre contraddetto, si è sempre vantato di avere mentito, ora anche i suoi familiari lo gridano a gran voce. Ciavardini è in galera, ma da innocente e, dopo 10 processi, è stato condannato. Condannato oltre ogni intelligenza, oltre ogni ragionevole presunzione. E i magistrati non vogliono riaprire il processo.

Ieri a Napoli il ragionevole dubbio l'abbiamo simbolicamente abbattuto, così come, con la nostra musica, a forza di decibel, avremmo voluto far crollare gli uffici del centro direzionale. Non voglio santificare Ciavardini, la sua storia è piena di ombre e, però, quella strage non gli appartiene e, per questo motivo, ho voluto essere lì, proprio per affermare il principio contenuto nell'art 27 della costituzione secondo cui la responsabilità penale è personale e Ciavardini non può pagare per un delitto da lui non commesso, per il fatto di essere appartenuto ad un'area politica osteggiata dai pubblici apparati. La risposta alla chiamata alle armi in termini di presenze è stata buona. Se consideriamo le difficoltà per raggiungere il posto, 400/500 persone sono più che soddisfacenti. C'erano, purtroppo, più Romani che Napoletani, a dimostrazione del fatto che l'area qui da noi ha ancora difficoltà a ricostituirsi per ripartire. I presenti erano, però, riconducibili tutti ad un'area culturale, rectius ruotavano tutti all'orbita di una comunità ben definita. C'era il consigliere campano Ronghi, uno tosto, ma gli alleanzini, per il resto, erano minoranza. Oltre alle presenze, forse è opportuno contare anche le assenze e di fantasmini ne ne ho visti girare parecchi tra i palazzi spettrali.

Sto, lo ammetto, fregandomene della consecutio temporis e di ogni logica,allora riavvolgiamo la pellicola e ripartiamo dall'inizio: ieri pomeriggio si è tenuto un convegno organizzato dal comitato L'Ora della Verità sui fatti processuali inerenti la strage di Bologna. E' intervenuto l'avvocato Valerio Cutonilli,difensore di Ciavardini, Enzo Raisi della commissione Mitrokin,il radicale Taradash, Umberto Croppi che non ha bisogno di presentazioni, Semprini, l'autore del primo libro innocentista sulla pista fascista, Gian Paolo Pelizzaro, già consulente della Mitrokin e sostenitore della pista palestinese. In serata c'è stato un bel concerto di musica alternativa con vari gruppi.

Purtroppo io, impegnato nel primo pomeriggio e dipendendo da un passaggio, sono riuscito ad arrivare, dopo innumerevoli giri attorno alle isole del centro direzionale, solo in tarda serata. Ora questo non è il blog di una giovane teenagers, quindi vi risparmierò i nomi a mo' di elenco telefonico di tutti coloro che hanno partecipato all'iniziativa(molti mi leggono qui e il saluto è sottinteso!), però un aneddoto merita di essere raccontato. Apena arrivato, ho ricevuto una simpatica telefonata da un numero a me noto, ma da una voce a me sconosciuta:

- << Parlo con il Signor Pizzino? >>
- << In persona>>,
ho risposto senza capire chi fosse l'autore dello sfottò.
- << Non saprai mai chi sono e ora ti passo a...>>, è stata l'ultima replica.
La mia curiosità,alla fine, per essere appagata, non ha dovuto aspettare più di tanto: a farsi beffa di me non più di cinque minuti prima era l'avvocato, non Agnelli, ma il nostro Giusva(d'ora in avanti avvocato Peppe), il più insigne giurista
che abbiamo nella blogosfera. Devo ammettere che, pur avendo da blogger un sentimento di intolleranza per internet, è un veicolo straordinario per dare un'identità a persone con cui, altrimenti, non avrei mai contatti.
Se non fossimo stati lì per un motivo maledettamente serio, gli ingredienti per una
serata dedicata al.. omissis(per una serata distesa), c'erano tutti.



N.B.Le foto saranno pubblicate non appena ne entrerò in possesso.

3 comments:

Anonymous said...

Non ci ho capito una acca, però è un bell'articolo, sor pizzino. Spero che si riesca a sensibilizzare l'opinione pubblica e che almeno non passi tutto sotto silenzio

Anonymous said...

bella serata

Anonymous said...

Spero che l'iniziativa sia servita almeno a sensibilizzare l'opinione pubblica, perchè ciò che si è verificato con la sentenza dello scorso maggio è da stato di polizia e non di diritto