Sunday, October 14, 2007




Un sabato sera di prima estate a Napoli, mentre il tramonto inghiottiva la città: tante piccole anime si riunivano fino a diventarne una sola... eravamo in 200 circa, "200 bestie nazifasciste" come ebbero a dire i figliocci di papà universitari che si rodevano il fegato il Lunedì successivo impotenti di fronte alle scritte apparse, come sacrilegio in un luogo simbolo dei dogmi di sempre, proprio sotto la facoltà di lettere.
Ma quelle celtiche, quegli slogan, erano avamposti di un sogno, di libertà.
Lo sapessero almeno, quale sia il loro vero significato, molto più sincero e concreto di qualunque altro. Quanta rabbia e quanto orgoglio muoveva quelle sole due "bestie" che staccatesi dal branco eseguirono la rappresaglia. "Si sono sentiti per la prima volta forti del loro numero" hanno tuonato gli imbecilli sentendosi un pò ragazzi della Via Pal, ma che cazzo ne sanno di cosa sono capaci due pazzi che credono davvero in qualcosa... due stronzi disperati su di un motorino malandato, che lungo l'autostrada parlano di rivoluzione.
Quella sera eravamo là per fare due salti, una birra, dimenticarsi un pò del mondo urlando a squarciagola col braccio teso. Ma soprattutto eravamo là per dare calore a chi calore non ha più, sbattuto in una cella, Luigi Ciavardini: qualcosa ci legava sul serio a quella finestra di Poggioreale quando tutti cantavano..."Stringete, stringete pure..."
Va bene ho capito. Se volete io tutto questo lo metto da parte. E se in giro ci sono i giornalisti, se dobbiamo guadagnare consensi, io che pure faccio politica e non me ne vergogno sono disposto ad accettarlo. Ma non lasciamo intendere che fare quel saluto sia sbagliato, non impediamolo neanche fosse qualcosa da mettere in archivio, perchè sono le nostre le radici, la nostra cultura.
Ne ho viste tante di celtiche alla manifestazione di ieri a Roma, e tanti saluti, e ancora ho ascoltato inni del ventennio, frasi e motti che hanno provocato erezioni ai giornalisti. C'era un popolo con una coscienza chiara, che parlava la stessa lingua. Secondo me eravamo anche più di mezzo milione. Tutti i Fori Imperiali occupati da una imponente distesa di bandiere e persone in festa:"La più grande di destra dal dopoguerra" infiamma Alemanno dal palco. Ci siamo ancora, adeguati al 2007 come è giusto che sia, ma ci siamo.
Gli eccessi, quelli, paradossalmente sporadici, dei presidenti provinciali -cosa ancor più triste quelli di AG - che invece raccomandavano il gruppo di non salutare e non pronunciare l'immondo "Boia chi molla!", vigilando come si fa coi bimbi in gita, e come i bimbi, da dietro lo striscione, i manifestanti restavano scontenti e col "me ne frego" sulla lingua aspettando che il maestro si girasse o distraesse per pronunciarlo a bassa voce...se a sedici anni un ragazzo che indossa la celtica al collo deve aver paura di cantare quello che vuole e salutare come sente in cuore di fare perchè altrimenti il presidente "si incazza", continuando a frequentare quell'ambiente a 18 sarà irrimedialbilmente democristiano. Questo modo di gestire le cose senza equilibrio è ridicolo, e dannoso.
Ma ritorniamo a quella sera, 15 Giugno, concerto per Ciavardini a Napoli. Un grosso figuro pelato, con aria un pò da condottiero di Romana memoria, un pò da Masaniello goliarda e pacioccone, si avvicina per caso proprio a noi. Gianluca Iannone, con un cocktail in una mano ed un sigaro in un altra, già visibilmente alterato dall'alcol, ma abastanza lucido per discutere di fascismo e politica con quel modo di fare tutto suo, ispirando quel carisma vero, non fatto di auto blu portaborse e convenienza, quello che si leggeva nel volto attento ed ammirato degli astanti. Un rapporto diretto e schietto quanto occasionale, forse troppo, tanto che in uno slancio di ilarità, ignaro delle conseguenze, mi sento così incoraggiato da osare di domandargli se avesse origine "ebree" ( riferendomi ad un suo omonimo salernitano), rischiando una dolorosa "testata in bocca" (come del resto dallo stesso altrettanto schiettamente minacciata).Un incidente, risolto in fretta del resto, come avviene tra "camerati". Mi sentivo così a mio agio che gli feci anche una domanda che in realtà da tempo facevo a me stesso, a dire il vero in quel momento era direttamente la mia coscienza a formulargliela, a lui che incarnava un simbolo, un riferimento. Era giusto continuare a stare in AN? Ci attorniavano dei ragazzotti rasati e tatuati che dall'alto della purezza dei loro anfibi mi scrutavano quasi inorriditi...Fu proprio in questo momento che Iannone dimostrò di essere, aldilà di tutto, un uomo estremamente intelligente. "Fanno di tutto per distruggere il nostro mondo" disse "in un esercito ognuno ha il suo ruolo e nessuno è meno o più importante o degno degli altri, se tu intendi o sai fare politica servi come gli altri alla causa...quindi prenditi pure la tua dose di merda e continua a farla, se hai i miei stessi simboli, se onori i miei stessi morti, allora per me non fa nessuna differenza".
Troviamo quell'equilibrio di ruoli e scopi che non abbiamo mai scoperto, basta con le battaglie interne, le stronzate di forma e i paraocchi, i frazionamenti, la gara a chi è più fascista, la gara a chi lo rinnega di più, quella di chi tra le due parti si logora non sapendo cosa scegliere. Abbiamo un passato ma anche un futuro, ma non ha senso un futuro senza passato. Uniamoci adesso, e pensiamo a cosa possiamo fare domani mattina stessa, uniamoci perchè esistiamo e siamo forti, ma non abbastanza per dividerci sulle diverse angolazioni. Uniamoci perchè c'è tanto da fare per i destini di una Nazione, non aspettatevi di cambiare tutto ma quello che è rimasto di cambiabile. Senza orpelli, con i piedi per terra, rendiamoci conto che il nostro tempo si avvicina.

7 comments:

CampaniArrabbiata said...

Benchè tu stia diventando un fine politicante che usa spesso le persone, sappi che ti stimo tantissimo. Mi sono venuti i brividi leggendo quanto da te scritto e ogni tua parola, quasi mistica, merita di essere ponderata e sottoscritta.
Matteo stai dimostrando di essere e saper parlare da leader, quindi meriti tutto il mio apprezzamento per quello che hai saputo costruire, fregandotene da una parte di chi si crede più duro e tosto di te, dall'altra di chi crede di comandarti facendo il ras: "uniamoci adesso, e pensiamo a cosa possiamo fare domani mattina stessa, uniamoci perchè esistiamo e siamo forti, ma non abbastanza per dividerci sulle diverse angolazioni. Uniamoci perchè c'è tanto da fare per i destini di una Nazione, non aspettatevi di cambiare tutto ma quello che è rimasto di cambiabile. Senza orpelli, con i piedi per terra, rendiamoci conto che il nostro tempo si avvicina". Sei un grande

Anonymous said...

va bene così

Anonymous said...

GRANDISSIMO articolo,
devo dire che il brivido è venuto anche a me perchè ricordando quella serata passata con dei camerati non posso che pensare che li domani deve appartenere a noi.

Anonymous said...

bisognerebbe spiegarlo ai cattivi maestri che credono di essere detentori del pensiero originario e che alimentano frapposizioni per personalismo e carrierismo

Anonymous said...

Insomma, per consividere un'idea bisogna quantomeno stare dalla stessa parte. Ciò non vale per AN.

Anonymous said...

alcune tue affermazioni mi rimandano a tristi presaggi..e mi ricordano anche di altre cose tipo che in italia il fascismo è morto(come il comunismo)e parlare di camerati è una vera cazzata..inoltre ti ricordo di stare attento con alcune affermazioni che ho visto qua e là nel blog...esiste un reato che si chiama apologia del fascismo

CampaniArrabbiata said...

A proposito di cazzate...come al solito, è spuntato un anonimo coglione che commenta fischi per fiaschi dimostrando di non aver letto e/o capito nulla del post scritto da ElCobalto. La minaccia finale poi è degna di uno che ciancia giusto per dare aria alla bocca...del resto il modo in cui tenta di formulare una frase in un italiano quantomeno accettabile, è tutto un programma. Nella fattispecie è pertinenete: RAUS!