Saturday, October 27, 2007

E' nato il rosso Trevi.

Chi venerdì sera non ha visto Tetris si è perso una scena memorabile con Graziano Cecchini, il sospetto autore del raid alla fontana di Trevi, che repentinamente si è alzato in piedi nello studio con in mano un secchio di vernice rossa e, tra i politici presenti terrorizzati, ha rovesciato il colore sulle pareti per poi dire che il ricavato per la sua "opera estemporanea" doveva andare al popolo birmano. Cecchini, con la sua provocazione e la sua storia di vita vissuta, ormai è il personaggio del momento, che da buon futurista, è entrato in maniera dirompente sul palcoscenico. E' l'unico che ha davvero S-P-U-T-T-A-N-A-T-O (concedetemi questa licenza) Veltroni anche sulla stampa estera. Il New York Times, che tempo fa dedicava la sua copertina al bamboccione della politica italiana, intervistando il creatore del rosso trevi, ha dovuto scrivere degli sprechi per un festival del cinema di serie b, quando i problemi di Roma sono ben più gravi. Ciò che non è mai riuscito di fare ad una coalizione politica organizzata, è stato conseguito da uno che fino a pochi giorni fa era sconosciuto ai più.
Il ribelle o è futurista o non è.

Segue da IlGiornale:
Un passato da militante del Movimento sociale. Un presente da precario intellettuale con lavoretti saltuari di ufficio stampa per esponenti di An e un’unica grande passione: la pittura («che coltivo da quarant’anni»). È Graziano Cecchini, 54 anni compiuti ieri, l’indagato dalla Digos per il «gesto» che ha colorato di rosso la Fontana di Trevi.

Cosa pensa di questo eroe mediatico che ha usurpato la scena alla Loren e alla Bellucci?
«È un vero artista futurista. Uno che con un semplice (e molto economico) gesto è riuscito a smascherare le ipocrisie dei politici e dell’establishment artistico».

L’inchiesta fermerà l’azione di questa «avanguardia futurista» o continueranno le azioni di goliardica protesta contro il potere?
«Se fossi in loro, dopo il “rosso Trevi”, sceglierei il blu puffo per la prossima azione».

E perché mai?
«È il colore che meglio si addice a chi ci governa»

Addirittura!
«Chi ha creato il “rosso Trevi” ha voluto smascherare le ipocrisie di un sistema capace di sperperare 15 milioni di euro per una Festa del Cinema in una città dove con gli stessi soldi si riuscirebbe a dare un tetto alle famiglie che dormono in auto».

Lei ha un passato da militante del Msi e si sa che è considerato un attivista della destra estrema. Ma chi è davvero Graziano Cecchini?
Mi considero uno storico della destra. Faccio politica da sempre, tanto che non ho mai preso un titolo di studio. Ora sono disoccupato e vivo con mia madre. In passato ho fatto anche il commerciante, il portavoce di associazioni di destra e a metà degli anni Settanta ero in Iran per vedere di persona la nascita della rivoluzione islamica. È così che ho imparato l’arabo.

Perché ce l’ha tanto con la Festa del Cinema?
«Zeffirelli la definisce una festicciola. Insomma è una pagliacciata di cui non si sentiva certo l’esigenza».

Lei non è l’autore del gesto. Oggi però farà una conferenza stampa. Per dire cosa?
«Per chiedere come mai una semplice somiglianza fa di me un indagato. Siamo in uno Stato di diritto o in un regime di polizia?».

Cosa succederà dopo la sua conferenza stampa?
«Spero che chiariscano tutto. Altrimenti sarò io a divertirmi».
E come?
«Intanto il mio avvocato sta preparando non una memoria difensiva, bensì querele per chi mi associa al gesto vandalico».

Praticamente la stragrande maggioranza di chi ha commentato il gesto.
«Non c’è dolo. Non c’è alcun danno per il monumento. Al massimo la macchina della giustizia potrebbe evidenziare il reato di procurato allarme. Ma allora sono altri che rischiano».

Cos’è, un messaggio mafioso?
«Sono certo che l’autore del gesto è in grado, come lo sarei io, di dimostrare che i concerti nelle piazze storiche della capitale possono danneggiare i monumenti in maniera ben più devastante».

Se le sue querele andassero a buon fine cosa farà dei soldi di risarcimento?
«Da tempo sono impegnato a difendere il destino dei Karen che al confine della Birmania rischiano l’estinzione».

Veltroni dice che il gesto è segno di un clima da debellare. Cosa ne pensa?
«Veltroni ha ragione. I politici non amano il vero contraddittorio. Poi uno come Veltroni è convinto che tutti dovrebbero essere buoni con lui, campione di buonismo. Roba da regime. Al di là delle parole resta il fatto che ancora stiamo aspettando di sapere com’è andata la prima Festa del Cinema. Non hanno ancora pubblicato i rendiconti. Chissà se i romani sarebbero soddisfatti».

No comments: