Che donna!
Libera, bella, ribelle!
Martedì sera, la signora Herman era stata invitata a un programma della seconda rete pubblica, Zdf, condotto da Johannes Kerner: avrebbe dovuto chiarire alcune dichiarazioni che, lo scorso 9 settembre, avevano provocato il suo licenziamento dall’altra rete pubblica, Ard. Ora, nel dibattito dell’altra sera, il conduttore le ha chiesto cosa avesse da dire a suo discapito, nel merito delle accuse che avevano fatto scattare il licenziamento. Lei ha sostenuto di essere vittima di una caccia alle streghe, poi ha aggiunto: “Se non ci è permesso di parlare dei valori della famiglia nazisti, allora non possiamo nemmeno parlare delle autostrade che furono costruite allora e sulle quali ancora guidiamo?” Reazioni degli altri ospiti, tra i quali l’attrice Senta Berger. Al che, Kerner diceva che per lui la discussione con la ex collega era chiusa Tuttavia succede che, come il primo, anche il suo secondo libro sta diventando un caso. Il pubblico moderato la ascolta volentieri: sabato scorso, per dire, una suo discorso proprio sulla famiglia è stato salutato dagli applausi scroscianti di una platea di cattolici conservatori.Frau Herman ha deciso anche di usare le parole con una certa facilità. In passato, ad esempio, ha detto che “le donne dovrebbero tacere più spesso” e ha fatto sapere di sperare in un ritorno delle tre K — Kinder, Kirche, Küche, bambini, chiesa, cucina. il recente richiamo ai valori ai tempi di Hitler, però, ad avere sollevato la protesta del mondo culturale, mediatico e politico tedesco. La Germania, infatti, è un Paese di dibattiti profondissimi su tutto, ma su questioni come il nazismo scatta immediata una reazione di chiusura se il tono non è quello dell’autocritica totale. Forse, non ce ne sarebbe sempre bisogno. E' vero che una parte dei tedeschi, probabilmente, apprezza i discorsi della signora ed è disposta a chiudere un occhio sui riferimenti a Hitler in cambio di un ritorno ai valori della tradizione.
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