Sunday, November 11, 2007

DOVE NON SI PUò, PASSIAMO.

«Fino all'ultimo minuto non abbiamo voluto comunicare il luogo in cui ci saremmo riuniti per evitare che la polizia ci bloccasse. È stato un braccio di ferro tra noi, la Questura ed il Comune». Così il segretario provinciale di Fiamma Tricolore Giuliano Castellino ha spiegato la strategia adottata dai vertici del partito ai quali la Questura di Roma aveva vietato di manifestare. Ma il comizio c'è stato lo stesso, riunito all'ultimo momento a Ponte Milvio, un luogo «emblematico» come lo ha definito il segretario nazionale del partito Luca Romagnoli, perché scenario dell'ultimo fatto grave di cronaca. «Avevamo militanti sparsi un po' in tutte le piazze - ha spiegato Castellino - piazza Cavour, piazza Bologna, piazza Vittorio e piazza Giuochi Delfici. Gruppi che venivano aggiornati ogni venti minuti su dove andare». Nonostante il divieto della Questura che ha negato a Fiamma Tricolore di manifestare a piazzale della Radio, i militanti del partito hanno deciso di riunirsi a Ponte Milvio. Romagnoli ha ricordato «è vergognoso che ad un partito rappresentato in Parlamento sia negato di fare un comizio, ma chi è Veltroni, Savonarola?». Intanto le forze dell'ordine presidiavano la zona in tenuta antisommossa.

Dopo aver sostenuto l'assurdità del divieto della manifestazione di Fiamma Tricolore, dal canto suo Gianluca Iannone ha ricordato le sue dichiarazioni, che qualche giorno fa avevano suscitato polemica tacciate di xenofobia. “Sfido chiunque - ha detto Iannone - a trovare dei punti xenofobi o razzisti. Ho sfidato il sindaco di Roma ad un duello televisivo, ma dubito che verrà” Iannone, ha quindi ricordato che quella di Fiamma Tricolore è una politica che difende il lavoro e la casa. Il raduno dei militanti di Fiamma Tricolore, si è svolto in maniera tranquilla.
Dando prova di disciplina, inventiva, organizzazione e maturità la Fiamma Tricolore è riuscita a ribellarsi civilmente al diktat veltroniano e a tenere la piazza senza che nulla degenerasse. Questa il leader della Ceka al Campidoglio non se l'aspettava proprio: probabilmente sperava che la tensione portasse a incidenti che gli avrebbero permesso di presentare i suoi avversari sotto una luce pessima.

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