Friday, November 17, 2006



UCCIDIAMO IL GRANDE FRATELLO!

Dopo Pietro Rava, l'ultimo superstite dell'Italia campione del mondo nel 1938, ci ha lasciato un'altra leggenda del calcio, Puskas. Questi lasciò l’Ungheria dopo la rivolta per riparare nella Spagna di Franco. Finito di giocare, allenò la sua squadra, il Real Madrid. Quindi proseguì la carriera di allenatore in Grecia, durante i Colonnelli, portando nel 1971 il Panathinaikos fino in finale della Coppa dei Campioni contro l’Ajax. Caduto il Regime greco, Puskas si trasferì ad allenare nel Cile di Pinochet. Sicuramente uno che aveva poco a che fare con i vari Vieri, Totti e Inzaghi: "se parli loro di Medioriente, pensano che sia una zona del campo", a detta di Paoletto Di Canio, uno che se n'è andato a giocare in C pur di stare a Roma.

C'è, tuttavia, un'altra notizia che merita di essere commentata, ossia il fatto che, secondo un recente sondaggio dell'Eurispes, il 70% dei giovani è infastidito dalla politica e ama i reality show. Un dato contraddittorio, visto che la politica è un reality show perpetuo, ma che evidenzia come agli ideali le future generazioni preferiscano la Pupa e il Secchione. Siamo già al grande fratello orwelliano. C'è, inoltre, un altro dato da evidenziare: circa un 1/3 dei ragazzi ha conosciute amicizie tramite Internet (34,2%). La chat prevale fra i modi per comunicare (74,8%), seguita a grande distanza dalla posta elettronica (6,9%) e dai giochi di ruolo (3,1%); si sta perdendo il contatto con la realtà e la rete si è sostituita alla piazza: la profezia di Isaac Asimov si sta realizzando, l'uomo è diventato schiavo della macchina. Privo di personalità l'individuo non è più tale e, da una parte tende ad isolarsi, dall'altra ad omologarsi costituendo spesso solo rapporti virtuali.

Vi racconto un episodio accaduto sabato scorso: ero stato ad una manifestazione anticamorra e ci ero andato sventolando il tricolore, tuttavia si era fatto tardi - erano quasi le 20.00 - e dovevo urgentemente andare a fare la spesa, altrimenti sarei rimasto a digiuno per 2 giorni. Così, abbandonata la manifestazione anzitempo, prima di tornare a casa, sono entrato con il Tricolore ripiegato in un supermarket. Ho fatto il più celermente possibile quel che dovevo fare e sono uscito. Sulla via del ritorno guardavo se qualche compagno avesse strane idee (è capitato che Zekke abbiano aggredito manifestanti aspettando che uscissero dal corteo), ma - percorrendo la strada - le frasi che mi sono state rivolte alla vista del tricolore sono state: "vedi che i mondiali ci sono tra 4 anni". In pratica si associava la bandiera di una nazione ad una squadra di calcio. Sinceramente avrei preferito un'imboscata di qualche fan dell'Internazionale e del pugno chiuso a tali dichiarazioni di disimpegno ideale. Ricordo che il direttore di Liberazione, Piero Sansonetti, durante i mondiali scrisse di provare fastidio a vedere che, dopo ogni partita della Nazionale di calcio, la gente scendeva per le strade con il tricolore perchè una volta a sventolare quella bandiera erano solo il fascisti. Confesso di aver provato anche io lo stesso fastidio, seppur per motivi antitetici, nel constatare che la gente rispolvera i suoi sentimenti nazionali solo dopo una partita, ma mi sento tuttavia in dovere di consolare il compagno Sansonetti: non è l'Italia ad essere ritornata fascista, è l'Italiano medio che è democratico, quindi ha come passioni il calcio, gli spaghetti e...Mario Merola. Democrazia,democrazia, che malinconia!

* In alto "La città che sale", capolavoro del futurista Umberto Boccioni.

5 comments:

Massimo said...

Tutto sommato credo che se pensano che il Tricolore lo sventolino (al di fuori delle partite) solo i "Fascisti", sia un modo per preservare il Tricolore stesso dall'insulto di diventare Bandiera anche di chi merita, al più, qualche straccio rosso o arlecchinesco.
Sulla televisione ... c'è sempre stato il convincimento che i giovani disertassero la politica per rifugiarsi nel virtuale. Non lo so, Non sarei così certo. Per ora abbiamo tutti la pancia piena ... aspettiamo qualche altro provvedimento di Prodi & Co. e magari qualcuno, con i morsi della fame, comincerà a pensare ad un impegno maggiore in politica ;-)

CampaniArrabbiata said...

Anche io ritengo che le cifre dell'Eurispes non siano veritiere, ma perchè troppo ottimistiche. Il fatto che ci sia un disinteresse generalizzato è da ostacolo al profilarsi al cambio generazionale e ad una classe politica migliore. Non a caso il gap di voti ottenuti dalla sinistra alla Camera rispetto al Senato testimonia come chi ha meno di 25 anni vota chi capita, perciò finisce per essere influenzato.

Bobo said...

mi trovo a dover sottoscrivere il tuo pessimismo, purtroppo...Il crollo dei valori è una realtà, l'eurispes anzi è davvero troppo ottimistica: infatti sostiene che le ambizioni della maggioranza dei giovani italiani siano casa, famiglia, lavoro. Ma magari!In realtà, sono migliaia i ragazzotti che hanno come massima aspirazione quella di fare le veline o i tronisti (i calciatori meno:troppa fatica). Che futuro possono avere persone così?

Anonymous said...

Ottima osservazione quella dei mondiali tra 4 anni, davvero complimenti a chi l'ha detto.

Il disinteresse per la politica ha, a parer mio, una duplice origine. Da una parte ignoranza e manca di senso civico, dall'altra la convinzione molto diffusa (e se vogliamo spesso non proprio un luogo comune) che tanto i politici indistintamente rincorrono la pagnotta. Alle volte non mi sento di dar torto a questa convinzione. Poi rinsavisco, preferisco lamentarmi con coscienza.

CampaniArrabbiata said...

Bobo, piuttosto la domanda da fare è: che futuro possiamo avere tu e io che di politica ne mastichiamo per passione un'anticchia? Mi sa che ad essere tagliati fuori saremo noi, perchè minoranza ed estranei a certe logiche. Ho sempre sperato in una società che promuovesse il merito, ma applicazioni pratiche non ne vedo, destra giovanile compresa.

Andrea, quella osservazione mi fu fatta in Via Scarlatti, via che - come tu ben sai - il sabato sera è frequentato dai figli di papà, dai borghesotti della Napoli bene, dai modaioli discotecari e spendaccioni. Gente che non fa per me, insomma...essendo io la massaia di casa:-)!