Friday, November 03, 2006

Chi è STATO faccia un passo avanti


Non mi è mai piaciuto Gennaro Malgieri, uno che si è autoeletto intellettuale e che propende per il macello politico del partito unico. é persona fisicamente sgradevole, antipatica a pelle e saccente da salotto, un Follini più cicciottello insomma, però stavolta l'ha detta giusta: a Napoli serve lavoro. Un concetto giusto quanto scontato e che tuttavia era sfuggito ad un'opinione pubblica divisa tra un rincoglionito livoroso, Giorgio Bocca, e uno che coglione lo è per sua natura, Roberto Calderoli. A Napoli serve lavoro e il turismo - si presume - porta lavoro, ma dopo una campagna di stampa diffamatoria di tal portata l'immagine della città ne esce a pezzi. La gente ora crede che a Napoli si cammina su strati di rifiuti rischiando di beccare un proiettile in fronte, questa è la verità. Tale campagna di stampa inventata per vezzo politico - perchè la notizia non c'è e la camorra c'era ieri, c'è oggi e continuerà ad esserci finchè lo Stato non si darà una mossa e non a chiacchiere - ha determinato per Napoli un danno economico non quantizzabile. Lo Stato, non solo continuerà a non fare nulla, ma ha danneggiato ulteriomente un'economia già di per sè fragile. Sì, la Napoli turistica è anche quella più folcloristica - diversa da quella dei Napoletani, quella dei quartieri residenziali - ma al massimo può capitare di vedere una signora con il passeggino "assettata" davanti al Palazzo Reale o dei ragazzini che in tarda sera giocano a pallone all'interno della galleria Umberto I, cose che indubbiamente a Firenze non capitano, ma niente di più.I fatti eclatanti sono tali per definizione. Siccome qui si cerca di non fare del terrorismo ideologico e di non emulare giovani rapanti di partito che millantano di essere ciò che non sono, sarebbe opportuno tornare a ragionare:

1) Fa sghignazzare il piano Amato sulla videosorveglianza. Le forze dell'ordine dove non devono ficcare il naso, non vanno. E la camorra, là dove non vuole impicci, sa come non far entrare nessuno.

2) Mancano gli strumenti legislativi adeguati per contrastare i fenomeni di microcriminalità. L'unica tipologia di azione che le FdO possono operare ha natura contenutiva o preventiva.

3) Si chiede l'epifania di eroi dai superpoteri pronti a liberare Napoli. Quello che si dovrebbe fare, invece, consiste nell'iniziare a non pagare la tassa sulla spazzatura e a disertare in massa le urne ad ogni elezione.

Silvana Fucito era una commerciante di San Giovanni a Teduccio cui hanno incendiano il negozio perchè non aveva pagato il pizzo. Oggi è presidente di un'associazione antiracket e, per il suo impegno, è costretta a girare sotto scorta: è stato necessario il suo sacrificio per surrogare l'assenza dello Stato. E allora, chi è Stato? Chi fa parte dello Stato, chi è lo Stato?
Un passo avanti, nessun inchino!

Cari amici, mi presento a quanti non mi conoscono: sono SILVANA FUCITO, imprenditrice di Napoli e Presidente dell’associazione Antiracket San Giovanni per la Legalità. La mia convivenza con la camorra comincia nel 2000, quando in modo molto subdolo cominciarono ad entrare nel mio negozio i signori della camorra, facendo piccole richieste. Man mano che il tempo passava diventavano sempre più esigenti e noi sempre più rigidi. Mesi di trattative, ansie, paure, umiliazioni ma sempre dicendo NO!!Poi la notte del 19/settembre del 2002 l’epilogo: il nostro negozio era in fiamme!!Insieme alla vernice andavano in fumo 30 anni di lavoro, di sacrifici, nostri e dei nostri genitori.

Al cospetto di quella tragedia che non colpiva solo noi ma un intero quartiere, al cospetto di centinaia di donne, vecchi e bambini evacuati nel cuore della notte dalle loro case in fiamme, la nostra risposta fu: denunciare i nostri aguzzini, e quella stessa notte mentre il nostro negozio era in fiamme noi eravamo in Questura a raccontare gli anni di soprusi e violenze subite. Forte fu l’indignazione popolare, avevano osato troppo, avevano calpestato la vita di centinaia di persone , che razza di gente erano ?
Oggi,a distanza di circa tre anni, penso che quell’ incendio sia stato un segno del destino. L’incontro con Tano Grasso, la nascita dell’associazione antiracket, la gente comune che si ribellava.
Io che andavo in Tribunale ad affrontare i miei aguzzini accompagnata dalle maggiori autorità della città e da centinaia e centinaia di persone, gente comune che mi appoggiava e che si ribellava.
Oggi Napoli conta cinque associazioni antiracket con centinaia di iscritti.
Il nostro lavoro portato avanti con l’aiuto e l’esperienza di Tano GRASSO sta portando a grandi risultati: poche decine di denunce nel 2001, oltre 800 denunce nel 2004, centinaia di arresti e condanne esemplari. La nostra esperienza viene richiesta anche da altri Comuni del Napoletano.

Il nostro movimento è stato notato anche all’estero: giornalisti e televisioni vengono a Napoli per capire cosa sta cambiando nella nostra città; il Time mi ha insignito del premio Heroes 2005 e mi ha messa nella rosa dei 37 personaggi europei che hanno fatto qualcosa di eccezionale. Quel premio non è solo mio ma di tutta Napoli, di tutti quei napoletani che vogliono cambiare la città.
Dopo tanti anni di indifferenza, omertà c’è in tutti noi voglia di cambiamento, voglia di riscatto. Le nostre associazioni sono in continuo fermento, volantinaggi, visite e dibattiti nelle scuole, e soprattutto la nostra costante presenza e partecipazione ai processi a sostegno delle vittime perché non si sentano più soli.
Noi ce la stiamo mettendo tutta, ma non è facile, abbiamo bisogno dell’ aiuto di tutti, abbiamo bisogno che qualcuno ci tenda la mano.

Non si può parlare di legalità in una città dove mancano tanti servizi, dove mancano posti di lavoro, dove lo stato fa sentire la sua presenza solo in casi eccezionali.
Non basta venire nei nostri quartieri, nei momenti di grossa emergenza e andare via senza poi prendere seri provvedimenti se non quelli di temporanea repressione.
Servono fatti, serve che tutti facciano del meridione la priorità assoluta:la Campania, la Sicilia, la Calabria fanno parte dell’Italia e devono avere la massima attenzione.

Per combattere le mafie non servono solo la repressione, le leggi speciali ma risposte fattive; per strappare i giovani alle mafie serve offrire loro delle alternative. ma nei programmi futuri dei politici - di qualsiasi schieramento siano - c’è posto anche per noi? O resteremo soli a combattere contro questo nemico?

Daranno maggiore attenzione al sud che negli ultimi anni è stato dimenticato? O continueranno a chiamarci incivili come ha fatto Giorgio Bocca nel suo libro “Napoli siamo noi”, definendo Napoli una città senza speranza! Io ho intrapreso la mia battaglia e dieci….cento…mille…uomini di buona volontà si stanno unendo a me e se tutti faranno la loro parte, se tutti saranno protagonisti e non spettatori della propria vita un intero esercito si muoverà alla conquista della LEGALITA’.

2 comments:

Anonymous said...

Complimenti per il suo coraggio e per il suo impegno Gentile Signora !
Ma fino a quando Lei non avrà convinto la maggioranza dei suoi concittadini a fare come Lei la sua nobile battaglia rimarrà senza frutto. Fino a che gli abitanti di certi quartieri assalgono le forze dell'ordine quando acchiappano qualche ladruncolo e perfino qualche assassino, la sua battaglia sarà purtroppo inutile.
E per quanto riguarda il lavoro, mi creda, in una città come Napoli di lavoro ce n'è e ce ne sarà sempre ma è un tipo di lavoro che non piace a quella, purtroppo consistente, parte dei suoi concittadini, ai quali piace vivere sfruttando il lavoro degli altri e che è la causa dei Suoi guai e di quelli della gente come Lei.
Ho una certa esperienza del meridione d'Italia e mi creda per combattere certe attitudini mentali bisogna comiunciare dall'asilo infantile perchè, se ci pensa bene, qualora i Campani, i Calabresi e i Siciliani lo volessero, le malemerite associazioni alle quali vengono associati scomparirebbero nel giro di qualche mese.

CampaniArrabbiata said...

Signor Pippo, Silvana Fucito è stata insignita del premio Heroes 2005 da parte del Time, assieme ad un solo altro Italiano. L'autore del blog ha ritenuto opportuno pubblicare questa lettera. Torni a trovarci.