Friday, November 10, 2006

TORNIAMO A DISCUTERE DI FAMIGLIA: MENO FROCI, PIù FIGLI! Oggi in matrimonio su tre finisce nel divorzio, un matrimonio su tre non è più celebrato in chiesa, un matrimonio su tre non si fa, rispetto a 30 anni fa. Nello stesso arco di tempo le separazioni triplicano, il 300 per cento. Tre contro uno di trent'anni fa. Un bambino su tre non nasce grazie all'aborto e derivati, una coppia su tre non fa figli, una coppia su tre ha un solo figlio. E per finire in bellezza, un morto su tre è abbandonato senza sepoltura. SERVONO SUBITO POLITICHE PER LA FAMIGLIA, PER I GIOVANI, PER LA CASA, PER LA CRESCITA DEMOGRAFICA. Basta gay pride, basta frociofili,basta pederastri in parlamento.

Ogni quattro minuti si sfascia una coppia, in dieci anni incremento del 59%
In netto calo le unioni con rito religioso, resiste solo il Meridione

Matrimoni in crisi profonda ci si sposa meno e si divorzia di più
La nuova fotografia delle famiglie italiane nel rapporto dell'Eures
Un matrimonio tra immigrati
ROMA - Sempre meno matrimoni e un divorzio ogni quattro minuti. E' quanto risulta dal rapporto Eures "Finché vita non ci separi...Caratteristiche ed evoluzione dei matrimoni in Italia". In Italia, stabilisce la ricerca, negli ultimi trent'anni i matrimoni sono diminuiti del 32,4 per cento, passando dai 373.784 del 1975 (con un indice pari al 6,7 per mille abitanti) ai 250.974 del 2005 (con un indice del 4,3).

Più matrimoni al Sud. La Campania presenta l'indice di nuzialità più alto (5,3 ogni mille abitanti); ma è il Lazio l'unica regione d'Italia in cui il numero dei matrimoni abbia fatto segnare un incremento rispetto al 1995 (da 4,7 a 5,1), anche per effetto del "turismo matrimoniale": le coppie arrivano da mezzo mondo nella città eterna per convolare a nozze. Al Nord ci si sposa meno della media nazionale, con un picco negativo in Emilia-Romagna (3,5 matrimoni ogni mille abitanti). Napoli è la città in cui ci si sposa di più (17.881 matrimoni nel 2005, pari a 5,8 ogni mille abitanti). L'età media del matrimonio, negli ultimi tre decenni, è salita di 7 anni tra gli uomini e di oltre 5 per le donne. Nel 2006 lo sposo aveva in media 33,7 anni, la sposa 30,6.

Rito religioso in declino. In calo il matrimonio in chiesa, che nel 1975 veniva scelto dal 91,6 delle coppie, contro il 67,6 del 2005. Fa eccezione il Sud, dove otto coppie su dieci ancora vogliono andare all'altare. L'incidenza più bassa delle nozze religiose si registra in Friuli (48,5 per cento). Prudentemente, si preferisce in ogni caso optare per la separazione dei beni, scelta dal 54,3 per cento delle coppie italiane; e la percentuale sale ancora al nord (61,7%). C'è poi anche chi ci riprova: il 7,7 degli sposi e il 6,6 delle spose sono alla seconda esperienza matrimoniale, con un'età media di 45 anni. Ed è pari al 10,5 per cento l'incidenza dei matrimoni con almeno un coniuge non italiano: nella maggior parte dei casi (58,1%) l'italiano è lo sposo, mentre lei è straniera.

Divorzi a ritmo frenetico. Ma quello che salta agli occhi è il dato delle separazioni e dei divorzi, saliti rispettivamente a +59% e +66% per cento negli ultimi dieci anni. E' il Sud a registrare l'incremento più consistente, sia delle separazioni (+84,7 per cento, contro il 46,3 del Nord) sia dei divorzi (+74,7 per cento, contro il +61,3 del Nord). Complessivamente, nel 2004 si contano oltre 128 mila separazioni e divorzi (rispettivamente 83.179 e 45.097), pari a 352 sentenze al giorno: come dire che ogni quattro minuti, in Italia, si spegne un sogno d'amore sancito con le nozze.

Il record in Liguria. A livello regionale, i valori più elevati si registrano in Liguria, con 91,2 separazioni e divorzi ogni cento matrimoni); i legami più solidi sono in Calabria, dove per cento matrimoni si registrano "solo" 24 tra divorzi e separazioni. Più "resistenti" si rivelano i matrimoni religiosi (5,6 divorzi ogni cento matrimoni in chiesa, nel 1975, contro 13,1 divorzi tra chi si era sposato civilmente).

In crisi già dopo tre anni. Il picco delle separazioni si registra fra il terzo e il quinto anno di matrimonio (come dire che alla classica crisi del settimo anno non si fa nemmeno in tempo ad arrivare). E non ci si lascia più per colpa, ma per intolleranza reciproca, e consensualmente: la stragrande maggioranza dei divorzi è concessa a seguito di domanda congiunta dei coniugi, con valori che passano dal 69,4 per cento del 1995 al 78,2 del 2005.

Cambia la famiglia. Dall'aumento delle separazioni scaturisce l'incremento delle famiglie monogenitoriali e dei figli affidati: secondo i dati Istat, il numero dei minori affidati dopo una separazione è pari nel 2004 a 64.292. In oltre la metà delle separazioni (52,9 per cento) è presente almeno un figlio minore; nell'80 per cento dei casi, è la madre che ottiene l'affidamento, mentre si rileva una crescita costante degli affidamenti congiunti, che arrivano nel 2004 al 12,7 dei casi di separazione e al 10% dei divorzi.

14 comments:

Massimo said...

Difficile non condividere l'invettiva iniziale ... :-)

Bobo said...

E poi "basta con i frociofili" è proprio azzeccata! ;)

Anonymous said...

Talmente azzeccato che è una delle tante violazioni al regolamento e al decalogo di "The Right Nation" al quale hai aderito.

Questo solo per ricordarti che TRN non è "La casa del fascio".... forse hai sbagliato aggregatore.

Anonymous said...

Per me il problema non sono i froci in se (ci son sempre stati e sempre ci saranno)
Anche le loro pseudomanifestazioni oltre ad essere oscene sono assolutamente inutili (oltre a renderli ridicoli) .
Pacs, et compagnia bella non son altro che la versione laica del matrimonio (con al posto del Dio, il dio stato, ((tipo rivoluzione francese ricordate?))
Il problema , è che : "CI sono tanti matrimoni in crisi"?
Ma perchè non vediamo anche quelli che van bene?
Fan meno rumore, ma ci sono anch' essi .
SOprattutto che rileggendo le statistiche diventano 2 su 3
ovvero a conti fatti
allora

100: 3 = 33,3 e qualcosa
dunque
il 66,6 e qualcosa per cemto dei matrimoni non finisce in divorzio.

A me par una buona percentuale no?

COmunque ritorniano al nostro 33,3 percento di matrimoni fallimentari,
e pensiamoci un attimo .
Forse una migliore preparazione prematrimoniale?

Quante sono le coppie che fanno la preparazione?

Secondo me questa potrebbe essere una buona soluzione, rendendo obbligatoria la frequenza (come a scuola ed anche in certe università come la mia)
se non vieni almeno a 2/3 delle lezioni non ti sposi .

Anonymous said...

La famiglia e i figli sono qualcosa per cui vale la pena combattere e stavano alla base della nostra identita' italiana. Ora le minacce sono veramente troppe e disgustosamente sfacciate.
Approvo incondizionatamente la frase che hai scritto in apertura.

Le Barricate said...

Forse non avrei scritto come l'hai scritto tu.
Ma non sono assolutamente d'accordo con la rimozione del tuo post da TRN.

Anonymous said...

CHe è successo su right nation?

CampaniArrabbiata said...

Basta politicamente corretto: bisogna prendere posizione. Siamo arrivati al punto che i froci manifestano a Gerusalemme, terra santa per le 3 religioni monoteiste.

Robnik - non benvenuto in questo luogo di discussione, non di provocazione - evidentemente non ha capito che non ha nessun ruolo.

CampaniArrabbiata said...

Pietro, la verità è che si fa tanto parlare dei FROCI - argomento su cui i liberal sono assai sensibili - e ci siamo dimenticati della famiglia: non ci sono politiche demografiche, non ci sono politiche a favore della famiglia, nè della casa.
Non lamentiamoci allora se gli immigrati figliano e gli italiani sono sempre più separati (ieri c'era un bellissimo articolo di Veneziani sull'argomento).

Che poi la nostra sia una società materialista e individualista è la dimostrazione che il MARXISMO E IL LIBERTARISMO sono 2 facce della stessa medaglia ben penetrate nella nostra realtà sociale.

Se uno non si vuole sposare in Chiesa, contragga il matrimonio civile: i pacs minano alla stessa istituzione del matrimonio.

Contro lo stato iperliberista
Europa sociale, mai socialista!

vfiore said...

robinik ti faceva notare che le regole di TRN prevedono -almeno- di non insultare la gente perche' e' gay, metro, lesbotrans, o whatever.

a parte queesto, hai anche violato le regole della buona educazione ripostando la stessa cosa su TRN. la' sei ospite, come tutti gli altri.

vfiore

Anonymous said...

Ci son persone con disfunzioni ormonali, con sindromi particolari , e spero che nessuno provi ad insultare questo genere .
E spero che su questo siamo tutti d' accordo vero?

Certo, lo stato non deve sottrarre i soldi destinati alla famiglia in favore a famiglie "Nuove" .
Un bambino ha il diritto "DIRITTO" di avere Padre e Madre (Uomo e Donna) .
E spero che in Italia non si arrivi in nessun modo , e in nessuna maniera a consentire adozioni e fecondazioni a famiglie composte da padre e padre e madre e madre.

Io ho detto

Anonymous said...

Non so che dire. E' possibile fare una legge per non mettere al mondo froci? Non credo. E quando anche fosse non mi troverebbe d'accordo. C'è più divinità nell'uomo e nella natura che in tutta la teologia ed in tutti trattati di politica.
Non conosco nessuno che vedendo il Gay Pride piuttosto che Luxuria in parlamento abbia detto: "Sai che nuova c'è? Divento frocio!".
Per quanto riguarda il discorso figli per le coppie omosessuali il principio è sempre lo stesso. così come gli eterosessuali dovrebbero rispettare il diritto altrui a vivere la propria vita come stracavolo pare e piace, così gli omosessuali dovrebbero imparare a rispettare il diritto del terzo, in questo caso l'adottando o fecondando, ad avere un padre ed una madre. Non c'è nulla di male ad amare persone dello stesso sesso ma per procreare c'è bisogno, in parole povere, di "un birulino ed una patatina". 2 birulini o 2 patatine: No Figli. Non è colpa del Papa o di Bush piuttosto che di Mao o Hitler. E' così e basta. Quindi prima di fare battaglie per farsi accettare, per coerenza, i signori omosessuali sono pregati di accettarsi per quello che sono: pregi e LIMITAZIONI inclusi.
Se poi la gente si sposa in Chiesa e non segue i dettami della stessa sul matrimonio o non si sposa in affatto in Chiesa è un problema del tizio con il cappello d'ermellino che la comanda non dello Stato. così come non è un problema dello Stato il fatto che le persone si amino o smettano ad un certo punto di amarsi, che decidano di vivere la vita insieme o che ad un certo punto smettano.
E non è un problema economico. Altrimenti i ricchi non dovrebbero divorziare mai e fare figli come conigli ma così non è.
Per finire la filippica non capisco perché tanta gente senta il bisogno di dirigere la vita altrui così come non mi capacito dei tanti pecoroni che conformano la propria vita ai DIKTAT dello STATO, del PARTITO, della CHIESA o dell'INTELLETTUALICCHIO di turno.


PS: hai tutta la mia solidarietà, Cap, per la censura su TRN. Meglio parlare, e anche offendere, che stare zitti.

Anonymous said...

Hai anche la mia solidarietà .

Ho capito qualcosa della questione.

Mi spiegate xò l' intera questione?

Grazie

Anonymous said...

Ciao, oggi, dopo aver letto il tuo post e soprattutto i commenti che questo ha scatenato, mi sento in obbligo di esprimerti tutta la mia solidarietà. Tu, giustamente, attacchi i "frociofili", a proposito grande neologismo, e non i froci in quanto tali, e questo mi sembra, per chi non si abbevera alla fonte del politically correct, più che giusto. Penso che gli omosessuali, se non ostentano in maniera rozza e volgare la loro condizione, debbano essere rispettati e assolutamente non umiliati, mi viene in mente, ad esempio, il simpatico ed intelligente Alfonso Signorini, quello che è inaccettabile è la tendenza che oggi sta prendendo il sopravvento, di esaltare l'essere diverso: omosex, trans, travestito ...., cercando di condizionare l'opinione pubblica, soprattutto i più giovani, per plasmare una nuova società in cui la famiglia tradizionale è relegata in un ruolo marginale e in cui i generi normalmente riconosciuti non sono più due, ma molti di più, uno per ogni transizione e per ogni orientamento sessuale possibile. La televisione, con i vari Costanzo, Chiambretti, Banfi, Platinette, Le iene, ma con un pò tutti i democratici rappresentanti della cultura contemporanea, gioca un ruolo determinante in questo tragica trasformazione. Ora che tu venga così pesantemente attaccato per aver difeso le fondamenta della nostra tradizione culturale e sociale è veramente sintomatico di una deriva che ha ormai pervaso tutto e tutti.
Ciao
P.S. in questi giorni stavo giusto pensando di aderire a TRN, ma se l'aria che si respira è quella di una Repubblica Scalfariana dei blog, allora è meglio evitare ogni intossicazione.