Thursday, November 09, 2006

Molti blogger oggi, in omaggio all'anniversario del crollo del muro di Berlino, hanno riportato l'articolo unico della legge 61/2005 che così recita:

La Repubblica italiana dichiara il 9 novembre «Giorno della libertà», quale ricorrenza dell'abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo.
2. In occasione del «Giorno della libertà», di cui al comma 1, vengono annualmente organizzati cerimonie commemorative ufficiali e momenti di approfondimento nelle scuole che illustrino il valore della democrazia e della libertà evidenziando obiettivamente gli effetti nefasti dei totalitarismi passati e presenti.


Eppure il Pizzino si chiede se, con l'approvazione della su citata legge qualcosa sia cambiato: le parti politiche di celebrazioni non ne hanno organizzate. Il 9 novembre è caduto il comunismo, ma è meglio non spargerne la voce, altrimenti qualcuno potrebbe offendersi. L'Italia non celebra il 4 novembre, anniversario della vittoria nella grande guerra e della conclusione del processo risorgimentale, non il 2 giugno (referendum sulla repubblica), ma il 25 aprile, una data che per una parte consistente della nazione fu un momento di divisione, d'odio e di resa.

Le commemorazioni sono state lasciate all'iniziativa delle singole comunità locali e la destra pensa più a non sfasciarsi piuttosto che rivendicare le sue battaglie. La mia comunità - non locale, ma militante - ad organizzare un approfondimento sul tema del muro di Berlino e sul suo significato ci ha provato, ma è stata boicottata da:

A) Professoruncoli pseudocomunisoidi che pretenderebbero di pasmare le future generazioni e trasmettere loro il senso civico e il senso di libertà

B) Da una globalizzazione che ci ha dato generazioni strafottenti e a cui è inutile provare ad aprire gli occhi.

Lassismo, strafottenza, incuranza, disinteresse sono l'anticamera dell'ignoranza e della schiavitù, una schiavitù che molti meriterebbero sotto forma di regime. La pseudocultura giacobina ha ancora in mano le case editrici, i mezzi di informazione, esercita ancora il suo predominio nelle scuole e nelle università grazie a questa immoralità generalizzata diffusa.

Di muri ce ne sono ancora: la Mafia ne ha eretto uno che percorre molte zone della nostra patria, ma di braccia forti e spalle larghe pronte a lottare per abbatterlo ce ne sono poche. La coscienza sociale è assopita, indolente davanti ad una classe dirigente corrotta, collusa e pronta a curare solo i propri interessi.


"...L'uomo potrà esser vinto o fatto schiavo,ma sarà pur sempre un uomo libero,se saprà mantenere vive le tradizioni della sua terra..."

6 comments:

Anonymous said...

Questo è il paese dell'oblio. Lo dico sempre.
Ma forse, in questo caso, è meglio così. Il comunismo non possedendo lo status, grazie ai professoruncoli, di MALE ASSOLUTO verrà presto dimenticato. E forse tra una ventina d'anni ce lo saremo tolti dalle palle definitivamente.

Anonymous said...

confermo lo schifo assoluto

Massimo said...

Dobbiamo noi fare del 9 novembre una celebrazine importante: insistere e ricordare, sempre.

Lo PseudoSauro said...

Era Ezra Pound o sbaglio? Vladimir Bukovskij dice che e' troppo tardi. Avrebbero dovuto fare una Norimberga per il comunismo, ma ormai ha cambiato nome e i suoi uomini stanno dappertutto.

Starsandbars/Vandeaitaliana said...

A Bucarest c' è stata una bella manifestazione; da noi nulla. E si che il comunismo l'abbiamo noi in casa, ora !

JOS COMUNISMUL !

CampaniArrabbiata said...

A Bucarest sanno cos'è il comunismo, qui ci sono troppi itaglioni