Friday, May 04, 2007

RAMELLI CONTINUA A "FARE PAURA”:A BOLOGNA COFFERATI DIFENDE L’IDEA DI INTITOLARGLI UNA STRADA, MENTRE FORZA ITALIA E SINISTRA DS SI OPPONGONO


Dunque: avevamo appena finito di chiederci se fosse stato opportuno ripubblicare proprio ora il libro su Ramelli, se fosse ancora così attuale come dieci anni fa, ed ecco che a Bologna esplode una nuova polemica su Ramelli. Tutto come sempre, tutto ogni volta da capo, come se il tempo passasse invano, ed ogni volta che qualcuno pensa di intitolare una strada ad un cuore rosso o nero, ci sia qualcun altro che alza la mano e dice: “Non ci sto”.

Di più: come in una sorta di film di fantascienza, attaccati a questa querelle surreale riemergono tutti i vecchi spettri del passato: ideologia cieca, ottusità, calcolo politico, intolleranza. Di più: il paradosso vuole che a sostenere la proposta avanzata dal gruppo di Alleanza Nazionale ci sia il sindaco di sinistra Sergio Cofferati. E che a combatterla – per motivi che ad oggi sfuggono all’umana comprensione - ci sia la sinistra dei Ds, con in testa l’ex pm del processo di Bologna Libero Mancuso (oggi assessore della giunta all’ombra delle due Torri). E accade anche che al suo fianco, in modo ancora più curioso, si siano schierati i consiglieri di Forza Italia e quelli della lista Guazzaloca (con la motivazione, altrettanto inverosimile, che siccome Guazzaloca bocciò la proposta durante il suo mandato, non si vede perché adesso si dovrebbe accoglierla). Con una singolare coincidenza, tutto questo accade mentre in parlamento il governo (proprio ieri) accetta un ordine del giorno dei deputati di An per installare una targa in memoria di Sergio nella sua vecchia scuola, il Molinari.

Purtroppo, alla fine si scopre che in questo clima avvelenato Ramelli “fa ancora paura”. E si scopre che qualcuno si oppone inopinatamente al ragionamento che Cofferati ha esposto con frasi che è davvero difficile definire non condivisibili: “Rimuovere la memoria dei fatti tragici non serve, rimuovere la memoria di un omicidio è un errore – spiega infatti il sindaco ai suoi oppositori - ricordare invece serve per impedire il loro ripetersi”. E aggiunge: «L’omicidio di Ramelli è stato di un atto gravissimo di violenza politica, rimuovere non serve a nessuno. La richiesta avanzata, che andrà in commissione – attacca Cofferati - deve seguire il suo iter: io, personalmente, sono favorevole. Quello di Ramelli non è l’unico caso di violenza politica di quegli anni e quindi sarà opportuno tornare a ricordare quelli che ne sono stati colpiti». E ancora: “Se le forze politiche rappresentate in consiglio decideranno di discuterne sarà cosa utile, ma tutte le persone uccise in episodi di violenza politica meritano la naturale pietà e il necessario ricordo, che è la condizione perché non si ripetano più fatti di quella natura. C’è stato un periodo in cui la dialettica si è trasformata in azioni violente. La dialettica – conclude Cofferati - è un valore fondativo della democrazia, la violenza è da rifiutare sempre».
Ecco, di fronte ad una posizione così squisitamente chiara, quali sono le motivazioni di Forza Italia? Davvero disarmanti: gli azzurri infatti le spiegano così: «Non condivido - ha detto il coordinatore cittadino Francesco Osti - il modo di presentare la richiesta. Non è questione di maturità politica ma di opportunità politica. Mi sembra che gli amici di An con le dichiarazioni degli ultimi giorni di critica e presa di distanza dalla giunta Guazzaloca di cui facevano parte, stiano confondendo l’elettorato. Le auto-candidature, le corse in avanti e la gara alla visibilità danneggiano gravemente l’immagine di una Cdl che, con l’aiuto dei civici, un programma forte ed il giusto candidato può vincere nuovamente a Bologna. Dovremmo essere tutti uniti - ha aggiunto Osti - noi dell’opposizione, nel denunciare il fallimento di Cofferati e il disastro della sua amministrazione, invece, mostrandoci divisi, cosa che nei fatti e soprattutto nell’elettorato non siamo, non diamo certo un bello spettacolo”. Ovviamente viene da chiedersi: cosa c’entra? Cosa c’entrano gli anni di piombo con le beghe da quartiere del centrodestra? Nulla. Così come sono ridicole alcune delle argomentazioni addotte dalla sinistra radicale, ad esempio quella che Francesco Lo Russo (ragazzo ucciso dalla polizia nel 1977) ha intitolata a suo nome “solo una piazzetta”, oppure che Ramelli non appartiene alla città. Frase a cui Cofferati ha risposto: “Abbiamo anche via Fosse Ardeatine, anche quelle appartengono a tutta la città”. Insomma, sono contento di aver ripubblicato il libro contro ogni calcolo commerciale. Non so ancora se e quanto venderà (mi auguro il più possibile, ovivamente) ma almeno, dalla settimana scorsa, se uno vuole farsi un’idea sul caso Ramelli e va in liberia, fra “Cuori neri” e “Una storia che fa ancora paura”, trova tutto quel che gli serve per informarsi. Magari anche qualcuno dei trogloditi di destra o sinistra che oggi si oppongono ad un gesto di civiltà, per proiettare sul passato i soliti maldestri calcoli di bottega fatti parametrati sul presente.


SFORZA ITALIA!

3 comments:

Anonymous said...

Questa non l'ho capita da parte dei forzisti ... le beghe personali dovrebbero venire in secondo piano rispetto alle cose giuste da fare!!

CampaniArrabbiata said...

Che ci vuoi fare, la classe dirigente di Fi é questa...non lo scopriamo oggi.

Simo said...

C'è qualcuno con la coscienza sporca?