Friday, May 11, 2007

Ora i Cattolici esercitino il diritto di resistenza.
La maggioranza silenziosa é pronta a sfilare per il Family Day.

Gentili lettori, concedetemi di porvi una domanda:se voi foste al governo, quale sarebbe il primo provvedimento che adottereste? Prima di rispondere, é opportuno riflettere su qualche dato: ogni matrimonio su tre finisce nel divorzio, un matrimonio su tre non è più celebrato in chiesa, un matrimonio su tre non si fa, rispetto a 30 anni fa. Nello stesso arco di tempo le separazioni triplicano, del 300 per cento. Tre contro uno di trent'anni fa. Un bambino su tre non nasce grazie all'aborto e derivati, una coppia su tre non fa figli, una coppia su tre ha un solo figlio. E per finire in bellezza, un morto su tre è abbandonato senza sepoltura.
Altri dati: la disoccupazione in Italia é al 6,8%, al Sud al 12%, in alcune zone si supera il 21%. Due milioni sono i lavoratori assunti a termine, per la maggior parte sono giovani sotto i 35 anni. Ancora: a Roma solo nel 2006 sono stati eseguiti sedicimila sfratti, a Napoli dodicimila. E' evidente che questi dati sono tra loro parzialmente connessi: si fa fatica a trovare un lavoro stabile ed una casa, di conseguenza diminuiscono le possibilità economiche di formare una famiglia.
Un governo, che si occupi davvero dei bisogni dei propri cittadini, dovrebbe
affrontare il problema. Tanto più che l'istituto giuridico della famiglia ha rilevanza costituzionale, in particolare l'art recita 29: "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare". Aggiunge l'art 31: "La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo".

Benché la costituzione si chiara in merito, il governo Prodi non avverte la necessità,né l'urgenza di promuovere politiche a sostegno della famiglia, anzi, con alcuni suoi esponenti, si spinge a dichiarare che la famiglia non esiste più. In realtà questo esecutivo subisce il ricatto delle lobbies omosessuali che,infatti, hanno imposto nell'agenda politica come prioritario il tema dei Di.Co. A sostegno dell'iniziativa é stato citato ad esempio di buon governo il presidente spagnolo Zapatero. Peccato, però, che per quest'ultimo - lo citiamo testualmente - "la scimmia non è un animale,bensì un essere vivente a cui poter trasferire i propri beni ed a cui riconoscere il diritto di coniugio".
Ci spiegano, ancora, che l'Italia,con Irlanda e Grecia, é l'unico paese a non aver ancora adottato provvedimenti per regolarizzare le coppie omosessuali. Ed infatti é considerata un faro di civiltà(!?) la Scozia che,nel quadro di una politica di “tolleranza zero verso il linguaggio discriminatorio”(sic), ha approvato una direttiva secondo cui l’utilizzo dei termini “papà” e “mamma” sarà considerato offensivo nei riguardi delle coppie omosessuali con figli. Allo stesso modo, l’uso delle parole “marito”, “moglie” e “matrimonio” sarà da bandire, vista l’esclusione implicita delle lesbiche, dei gay e dei bisessuali. La Chiesa sull'argomento , in assenza di una seria opposizione politica, é stata l'unica istituzione a dirsi contraria con decisione a Di.Co. e, per questo, è oggetto di becere intimidazioni. Scritte ingiuriose sono comparse in tutte le grandi città contro i cattolici, proiettili con minacce di morte sono giunte all'indirizzo del presidente della Cei Bagnasco, leaders politici hanno aizzato la loro base all'offensiva contro la Chiesa. Le becere provocazioni sono giunte ad un livello tale che persino l'ex comunista Napolitano é dovuto intervenire in difesa del vescovo Bagnasco, oggi costretto a vivere sotto scorta. Per l'esercito laicista la Chiesa non può, non deve parlare.

La colpa che le viene imputata é quella di difendere un istituto, quale quello del matrimonio(religioso e civile!), che qualsiasi società ha sempre tutelato.
Una civiltà dovrebbe essere animata da una vera e propria religione civile e non semplicemente governata da una forma di civilizzazione, che attiene piuttosto alla sfera dei mezzi, come la tecnica, il benessere e l'economia.
La civiltà invecchia e noi, i suoi abitanti, torniamo bambini, viviamo egocentrici secondo capricci e senza limitazioni, in un gioco cieco e circolare. La smania di godere a ogni costo e la pulsione autodistruttiva si alleano e generano la tentazione di lasciarsi vivere. Siamo stanchi di inventare e di costruire, l'infantilismo ci invecchia senza renderci maturi, il piacere ci affatica più del lavoro, la libertà ci stressa più della schiavitù, abbiamo tanti desideri ma poche speranze. Così prevale la stanchezza della modernità e il vago desiderio di barbara innocenza. La civiltà europea e occidentale è oggi a un punto di svolta che somiglia a un inizio: non deve ingannarsi additando un nemico esterno e assoluto, distraendosi così dai suoi mali interni, numerosi e molto pericolosi. Al contrario, è necessario un nuovo atto di fondazione, insieme rivoluzionario e tradizionale, capace di ridonare all'Europa il suo volto, la sua storia e la sua vocazione al futuro. Il vero nemico dell'occidente é rappresentato dal piacere della decadenza, il nichilismo, la distruzione di tradizioni ed esperienze millenarie. Reagire a questa minaccia è urgente la risposta affonda le sue radici nella tradizione occidentale, una tradizione che non può prescindere dalla cultura cattolica.

È una prospettiva poco approfondita, ma l’avvento del cristianesimo determinò anche notevoli risvolti sotto il profilo politico nel rinnovamento socioculturale delle istituzioni romane. Non fu un caso, infatti, che la schiavitù entrò in crisi proprio a partire dal I sec. d.c. e così fu per istituti del diritto di famiglia quali la patria potestà e la mano maritale. In particolare, a partire dall’epoca classica la donna riuscì a trovare una sua emancipazione, la potéstas sui liberi(gli ex schiavi liberati) e la manus era del tutto scomparsa, mentre si presentavano assai mitigati gli istituti della mano maritale e quello della patria potestas. Ciò si realizzò perché i credenti si rifiutavano di aderire a quegli istituti dell’ordinamento romano inconciliabili con la propria fede. Tanto è vero che fu proprio il rifiuto dei cattolici di riconoscere l’imperatore come essere immortale la causa delle persecuzioni nei loro confronti. Celeberrima è la lettera (Epistola 96) di Plinio il Giovane, governatore della Bitinia, all’imperatore Traiano per chiedere un parere sul comportamento da tenere riguardo ai cattolici che si rifiutavano di riconoscere il princeps come figura vicina ad un dio. La risposta del princeps al consulto fu indicativa: tollerare i cristiani finché non si rifiutino di rispettare le leggi di Roma.

Oggi i cattolici sono ancora chiamati ad esercitare il proprio diritto di resistenza verso una società basata su disvalori che promuove leggi inique che violano il diritto naturale. Non è l’Islam lo spauracchio da tenere alla larga, ma il bieco laicismo che è riuscito, attraverso alleanze trasversali, ad incidere nel nostro substrato sociale. L’offensiva verso tutto ciò che è tradizione mai come oggi è tanto sfrontata. Né Caligola, né Nerone, né Diocleziano hanno mai cercato di disgregare valori fondanti di qualsiasi società quali la famiglia, la patria e la religione. La deriva zapaterista attualmente in atto in Occidente è il vero barbaro contro cui alzare le barricate. Per questo è necessario che i cattolici resistano senza cedere al compromesso. Chi scrive, assieme ai ragazzi di AG, sta girando la provincia in cui vive per raccogliere firme contro i Di.Co: l'iniziativa sta avendo un successo inaspettato, a dimostrazione che la maggioranza silenziosa, la stessa che non riceve nessuna attenzione dai media, chiede ben altre politiche dal governo. Politiche in favore della famiglia, appunto. E allora, gentili lettori, ora che avete avuto abbastanza argomenti per riflettere,siete in grado di rispondere alla domanda iniziale: quali sono le priorità per i cittadini della nostra nazione? Se riterrete il diritto alla casa, ad un lavoro, ad una famiglia, all'autodeterminazione valori non disponibili e non negoziabili per l'individuo,
il 12 maggio sarete con il cuore, se non fisicamente in piazza San Giovanni a Roma
al family day(rectius, noi amanti della tradizione preferiamo dies familiae), affinché le famiglie non diventino specie in via di estinzione e non necessitino della protezione del WWF.

Avanti autocarri!.

10 comments:

Anonymous said...

Bell'articolo, anche se lunghetto. Ripartire dalle radici, questo è il compito di una Destra che sia degna di questo nome per anteporre i valori al materialismo.

Anonymous said...

"Non è l’Islam lo spauracchio da tenere alla larga, ma il bieco laicismo che è riuscito, attraverso alleanze trasversali, ad incidere nel nostro substrato sociale. L’offensiva verso tutto ciò che è tradizione mai come oggi è tanto sfrontata. Né Caligola, né Nerone, né Diocleziano hanno mai cercato di disgregare valori fondanti di qualsiasi società quali la famiglia, la patria e la religione. La deriva zapaterista attualmente in atto in Occidente è il vero barbaro contro cui alzare le barricate."

questo è il punto cruciale, perfetto.
Sono perfettamente d'accordo

Anonymous said...

Pensi che la gente si mobiliterà? non vedo tanta attenzione e voglia di organizzarsi.

Anonymous said...

Caro Ernesto, come stai?
Anche se manco da tempo, mi fa piacere vedere che non ti smentisci mai e che questo blog è sempre aggiornatissimo...il mio, invece, ha fatto una fine più miserabile: abbandonato a se stesso, fino a quando non ritroverò un motivo (mi accontento uno solo) per scrivere di politica.
Fatti vedere, qualche volta, su msn...
A presto
Flavia

ps: non ti offendi se il 12 maggio vado a Piazza Navona, vero? :)

Anonymous said...

pps: ho scoperto un jazzista fantastico, si chiama Fabrizio Bosso (trombettista); se lo trovi in giro, vallo a sentire: è imperdibile!!!
Flavia

CampaniArrabbiata said...

Legio: é un articolo puzzle, una sintesi del mio pensiero. Sarà pubblicato sul giornalaccio per il quale scrivo.

Meta: mai mulà!

Sara: lo temo anche io...

Flavia: Ciao! F Bosso è il più grande trombettista italiano (e non solo!), naturale che lo conosco. A piazza Navona? Sì, in effetti il Borromini e Bernini lì si sono dati da fare e poi per l'arsura si può fare bagno in una delle 3 fontane. Però carnevale é finito da tempo...

Anonymous said...

Hai scritto notizie molto precise per dare fondamento alla posizione dei cattolici, non posso contestarti quindi per tutti i fatti storici e non che hai elencato, però il tuo invito alla disobbedienza da parte dei cattolici mi sembra una chimera. Sti sta alzando un polverone quando i pacs sono morti e sepolti, si sapeva dall'inizio che non avevano la maggioranza per fare nulla.

Anonymous said...

E da quando il carnevale sarebbe finito? Per me ogni occasione è buona per fare festa... :)
e poi credi che a piazza san giovanni non ci sarà almeno qualcuno con le rotelle fuori posto? in fondo se ne trovano ovunque, di persone così!
Saluti...

ps: quando la smetterai di rispondermi sul tuo stesso blog???

Lo PseudoSauro said...

Grazie ad una cara amica sto rileggendo uno dei libri di S. Huntington nel quale si legge piu' o meno: "dopo la guerra fredda l'identita' dei popoli e' cambiata, essi non si chiedono piu' "da che parte" stanno ma "chi" sono. Troppo "progresso" ha stufato, c'e' bisogno ancora del "destino", ed e' curioso che riflessioni simili vengano proprio dalla cultura del "sogno" e del "progresso" inarrestabili. Evidentemente la societa' americana si sta stabilizzando, mentre la nostra si sta disgregando. Il "laicismo" altro non e' se non l'"ateismo" messo nella lavatrice della political correctness: si cambiano le etichette, ma il contenuto e' sempre quello; cosi' come l'europeismo e' il comunismo con un altro nome. L'unico lato positivo che vedo in questo casino globalizzato e' proprio la riconquistata consapevolezza del fatto che le utopie economicistiche hanno tutte fallito o, quantomeno, che hanno stufato. Si cambia aria. In ogni caso, alle "derive culturali" ci ho sempre creduto poco. Sono convinto del fatto che tutte le aggressioni alla cultura occidentale portano una firma inequivocabile. Si attacca la famiglia perche' e' la prima fortificazione della proprieta'. Togli di mezzo famiglia e nazioni ed hai realizzato il socialismo. Ecco perche' qualunque istanza, anche la piu' bizzarra, viene cavalcata dalla sinistra. Il progetto e' lo stesso di prima: sono solo cambiati i mezzi, cosa che il materialismo dialettico sa fare molto bene.

Se c'e' la possibilita' di firmare online, io sono disponibile.

CampaniArrabbiata said...

Sauro, i tuoi commenti non sono mai scontati e offrono sempre spunti intelligenti, per me condivisibilissimi. Finché identificheremo la destra con il liberalismo non ci sarà nessuna opposizione alla deriva in atto. Per la petizione, volendo posso inviarti i moduli, però non ti preoccupare. Penso che a Genova sia iniziata la campagna.

Flavia: gli schizzati solo a p Navona per l'ennesima carnevalata, le persone serie nelle manifestazioni serie. C'è chi manifesta per travestirsi e chi per difendere dei valori.