Monday, September 04, 2006

Il presidente si rivela
Napolitano: “ non amo le grandi capitali dell’est”

Chissà cosa avrà pensato il presidente della repubblica lasciando la residenza posillipina di villa Rosbery, in cui ha trascorso gli ultimi giorni, deliziando il suo nobile portamento e la sua sobria consorte, Clio. Per Napolitano, scugnizzo da salotto e aristocratico dint’ o core, rituffarsi nella sua città avrà significato ripercorrere i luoghi di una volta. Il bar di Santa Brigida, le passeggiate a via Roma, le passioni di un giovane baldanzoso che a 30 anni, dopo essersi laureato in legge, già sedeva in Parlamento. Eh sì, sarà stato un presidente malinconico quello che ritornava verso Roma.
Lui è sempre stato per tutti “il migliorista”, perché trainava, diffondeva allegria, goliardia, spensieratezza. Del resto basta osservarlo. Quando nacque già aveva stupito tutti, era tale e quale a Umberto II, a tal punto che qualcuno si rivolgeva a lui con l’appellativo di maestà. Del resto il suo fare aristocratico non tradiva e nemmeno la sua naturale sensibilità per i deboli: a 4 anni già tentò di sollevare i suoi compagni d’asilo contro i soprusi della maestra. Già si capiva che era un rivoluzionario nell’anima. Per questo non deve stupire se sia da subito iscritto al partito comunista. Poi la moglie Clio, creatura che – a detta dello stesso presidente – è impossibile guidare, e le lotte parlamentari. Ma Napolitano non ha mai perso il suo spirito goliardico. Una volta, in un clima tesissimo per l’invasione dell’Urss in Ungheria, urlò – tra le risate generali – “viva l’armata rossa, viva l’armata rossa!”. Era il 1956. è sempre stato abilissimo a stemperare i toni.. Per questo non c’è da stupirsi se 50 anni dopo, a Budapest si sono ricordati di lui e l’hanno invitato alle celebrazioni per l’anniversario. Eppure lui ha risposto picche. È noto infatti che non ami i last minute, né i viaggi organizzati. Da spirito libero quale egli è, preferisce i viaggi estremi. Il suo sogno sarebbe di andare in Cambogia, in quella terra - dove pure si è materializzato il paradiso socialista - per la quale sottoscrisse, assieme ai giovani Massimo D’Alema e Antonio Bassolino, un manifesto a favore di una squadra locale di ping pong. Una squadra capitanata da un certo Pol Pot. Solo i compagni Nenni e Antonio Giolitti non seppero cogliere l'ironia di Napolitano e ruppero con lui. A distanza di tanti anni oggi ha chiesto loro scusa. Intanto il presidente è in viaggio verso Roma. Chissà se un giorno riuscirà a realizzare il suo sogno. Certo è che per tutti è e rimarrà sempre “il migliorista”.


Solo un visitatore ha indovinato a chi il Pizzino avrebbe dedicato la sua attenzione. Pur non rinunciando al solito tono sarcastico, stavolta ho preferito evitare di lasciarmi andare a facili battute per rispetto ai 3.000 ragazzi che desideravano la libertà, ai 150mila profughi e alle circa 500 condanne a morte che segnarono il 1956 a Budapest. Sinceramente delle scuse a Nenni di un presidente che non rappresenta l'Italia, non sappiamo che farcene...
Agli Ungheresi è il resto d'Italia che chiede scusa per un'imperdonabile "svista".

Perdono

Caterina Caselli
Perdono, perdono, perdono...
io soffro più ancora di te!
Diceva le cose che dici tu
Aveva gli stessi occhi che hai tu
Mi avevi abbandonata
ed io mi son trovataa un tratto già abbracciata a lui...

Perdono, perdono, perdono...
io soffro più ancora di te!
Perdono, perdono, perdono...i
l male l'ho fatto più a me!
A volte piangendo non vedi

6 comments:

Anonymous said...

Al potere ci sono già, che se ne fregano di sputtanarsi quando non farebbero altro che concedere terreno. Sono altri che hanno rinnegato tutto il rinnegabile facendo piacere solo agli altezzosi compagni....e sappiamo di chi parliamo

Massimo said...

Finalmente la soluzione !
Sarebbe bello, se Napolitano avrà la faccia tosta di recarsi a Budapest, organizzare una trasferta per ricordare che gli Italiani veri furono e sono con chi è soggetto alla tirannia comunista. In Ungheria 1956, come a Cuba oggi.

monarchico said...

Guarda che napolitano assomigia a re umberto II (solo dal punto di vista fisico).

A distanza di 60 anni la grandezza della figura di Umberto II giganteggia.

Anonymous said...

Chissà che soddisfazione avrebbe un ragazzo del '56 a dare un cazzottone sul grugno "del presidente di tutti gli italiani"

Anonymous said...

non lo sapevo

CampaniArrabbiata said...

Matteo: e non sappiamo di chi parliamo...

Mons: ci andrà? Boh

Watergate: ci spero

Monarchico: sì è notata la "levatura" del re quando fuggì nelle puglie.

Legionario: non ha prezzo

anonimo: ora lo sai