Wednesday, July 25, 2007

Borsellino e la memoria offesa.










Indigna vedere come, ogni anniversario che passa, si tenti sempre più di strumentalizzare a fini politici la strage che nel luglio del 1992 colpì la Palermo orgogliosa che mai volle arrendersi. In occasione di ogni anniversario le cosiddette istituzioni si recano in via D'Amelio e, tra una frase di circostanza e un'altra, posano senza un minimo di vergogna una corona di fiori inodore; i partiti della multiforme destra, usando a pretesto la breve militanza nel Fuan di Borsellino, cercano di tirarlo per la giacchetta; (ex) giovani politicanti sbarbatelli ci ricordano nel loro blog cosa stavano facendo nel giorno dell'attentato (come se ce ne fregasse qualcosa poi!). In ordine lo considerano un servitore dello stato, un camerata, un mancato elettore al comune di Aversa. Insomma, è una tristezza tale da far apparire più dignitoso l'oblio. Per questi motivi, qualora i lettori volessero sfuggire all'agiografia televisiva, è opportuno limitarsi a considerare Paolo Borsellino un tizio qualunque per il quale il senso del dovere venne prima di ogni altra cosa. Una qualità che non ha più nessuno ormai. Visse tra mille difficoltà, senza mai smettere di lottare. Appena laureato, perse il padre prematuramente, eppure riuscì a mandare avanti la sua famiglia e, simultaneamente, a vincere il concorso in magistratura a soli 23 anni. Difese sempre i suoi valori: la sua terra, la sua famiglia, Dio. Offrì la sua vita per un ideale di stato che non è mai esistito. A 15 anni dalla sua morte possiamo affermare senza rischio di smentita che la Mafia ha definitivamente trionfato allungando i suoi tentacoli anche lì dove prima non li aveva e che chiunque abbia provato ad opporsi, ora è circondato da corone di fiori e da frasette di circostanze che aleggiano nell'aria. Lo stato italiano ha da tempo ormai rinunciato ad ogni esperimento per tutelare i suoi cittadini di cui, anzi, si fa beffa. Per questo è eroica la protesta estrema degli abitanti di San Giuliano di Puglia, che hanno bruciato in pubblico i loro certificati elettorali, in seguito alla sentenza che non ha accertato le responsabilità per il crollo nel 2002 della scuola elementare in cui perirono 27 bambini. Il popolo del Sud - che vive sotto il ricatto di due apparati criminali, uno che gli estorce danaro e che si fa chiamare democrazia, ed un altro che controlla il primo e usa la denominazione meno inflazionata e, pertanto, più dignitosa di Mafia - dovrebbe prendere esempio.

3 comments:

Otimaster said...

Anche a me hanno abbastanza infastidito i tentativi di metterlo in quota a questo o quel movimento politico, purtroopo buona parte degli autori stanno dalla nostra parte.

Anonymous said...

un mariniello è per sempre

CampaniArrabbiata said...

Oti, anche la sinistra non è stata da meno candidando la sorella per la Sicilia e, però, io pretendo sempre che, chi è di destra, debba comportarsi diversamente.

Anin...speriamo di no!