Pacco, contropacco e contropaccotto
La pescivendola ora fa il filo a Gianfranzo
«Tra e me e Gianfranco Fini è scoppiata la pace». Alessandra Nipote annuncia di «aver ritrovato, politicamente, un'intesa assai profonda» con il leader di An dopo la sua uscita dal partito nel novembre del 2003. Merito, inizialmente, di un «fatto piuttosto privato», una lettera «speciale» che Fini le scrisse un anno e mezzo fa quandò morì il padre Romano Mussolini. Su Fini l'onorevole Alessandra, in una intervista al «Corriere della Sera», dice di apprezzare «le sue posizioni sulla droga, sull'immigrazione, sulla sicurezza, l'idea di una federazione del centrodestra, la lealtà che dimostra a Silvio Berlusconi».
Fiore, Tilgher e seguaci ora si tolgano dalle scatole: hanno avuto un'alleata impresentabile. Aprite i commenti per leggere l'intervista integrale.
P.s. qualora questa attriciuncola romana riuscisse mai a ricandidarsi sindaco di Napoli, chi scrive potrebbe diventare un piromane.
Friday, July 13, 2007
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«Dimenticata la lite su mio nonno, mi ha convinta con una lettera»
Alessandra Mussolini (Lapresse)
ROMA - Onorevole Alessandra Mussolini, gira una strana voce.
«Senta, nella politica italiana ne girano così tante che…».
Ma questa riguarda lei.
«Ah sì?».
Sì. Dicono che lei abbia fatto la pace con Gianfranco Fini.
«Eh…»
È vero o no?
«Vede, poiché io e Gianfranco siamo entrambi del Capricorno, è chiaro che noi non ci limitiamo a fare pace. Di più. Tra noi, come dire? scoppia la pace».
Insomma, la voce era giusta. Vi siete ritrovati.
«Diciamo che, politicamente, abbiamo ritrovato un’intesa assai profonda».
Com’è successo?
«Vede, per spiegarlo, dovrei raccontare un fatto piuttosto privato e…».
Se può…
«Dobbiamo tornare indietro di un anno e mezzo, al febbraio del 2006, quando morì mio padre Romano. Ebbene, in quei giorni tremendi, Gianfranco mi scrisse una lettera».
Prosegua, onorevole.
«Una lettera speciale. Sono stata dodici anni dentro An e so, per certo, che Gianfranco non ne scrive. Mai. Per me, però, fece un’eccezione. Tra l’altro, è una lettera di quelle che si usava scrivere un tempo. Scritta a mano, con la penna. E dentro…».
Dentro?
«Beh, toccò dei punti che… ecco, direi che quelle parole di Gianfranco hanno lavorato, negli ultimi mesi, nel mio cuore e nella mia mente. In più, ci aggiunga poi i militanti».
Che fanno i militanti?
«Ogni volta che ne incontro uno, dopo un po’ è lì che mi dice: forza, Alessandra, con Gianfranco dovete tornare a fare un fronte comune ».
Che fronte sarà?
«Le dico: sia chiaro che io resto con il mio piccolo, potente partito di Azione sociale. Poi però ammetto di aver apprezzato molto alcuni ragionamenti fatti, recentemente, da Gianfranco ».
Tipo?
«Mi piacciono le sue posizioni sulla droga, sull’immigrazione, sulla sicurezza. Mi piace questa sua idea di una federazione del centrodestra. Ela lealtà che dimostra a Silvio Berlusconi. In più, poi, mi piace, anche e soprattutto, la battaglia che sta facendo per il referendum sulla legge elettorale».
Lei è favorevole?
«Assolutamente sì».
Lei litigò con Fini e uscì da An nel novembre del 2003.
«Quando Gianfranco, in Israele, disse cose brutte nei confronti di mio nonno».
Fini prese le distanze dalla Repubblica di Salò e dal fascismo, rivedendo, sostanzialmente, il giudizio su Benito Mussolini. Suo nonno, appunto.
«Io reagii d’istinto. Con la pancia. E andai via sbattendo la porta».
Pochi mesi dopo, fondò il suo partito.
«Alle europee fui subito eletta eurodeputata, incarico che ancora ricopro. Poi, con il cartello di Alternativa sociale, alle regionale del 2005 ci presentammo, fuori dai poli, in tutta Italia. Io, nel Lazio, addirittura mi candidai alla presidenza e perciò…».
Arriviamo al cosiddetto Laziogate.
«Arriviamo a Storace. Faccia subito i nomi e i cognomi».
Francesco Storace.
«Ecco, appunto. È accusato di hackeraggio informatico ai miei danni, e quello, mi creda, pensavo potesse essere il punto più basso mai raggiunto da Storace. Invece…».
S’è dimesso da An.
«No, non s’è dimesso e basta: non la faccia così facile. Non se ne è andato dal partito per un motivo qualsiasi, non ha agito d’istinto, come me».
Storace dice che…
«Mi dia retta: si è fatto i suoi bei calcoli, ha agito a freddo, è stato lucido, cinico. Lui sì che ha tradito».
Storace è al suo bacino di voti, che mira, onorevole Mussolini.
«Ah ah ah!…ma dove va? Si schianterà. Politicamente farà un tonfo che lo sentiranno pure… Senta, io Storace lo conosco bene».
Racconti.
«Nel 1992, quando entrai nel Msi, Fini me lo mise dietro come addetto stampa. Quindi, come dire, io l’ho visto crescere, Starace…».
Storace.
«Sì, certo: perché, scusi, come ho detto? Comunque, poi di strada ne ha fatta. Borbottava e lavorava, lavorava e borbottava. Faceva le sue correnti e però grazie ad An è diventato presidente della Regione Lazio, e poi ministro per la Salute, e poi ancora, un anno fa, Fini ha voluto che fosse addirittura capolista di An al Senato… E lui, Storace, come ripaga? Mah, dal punto di vista umano, davvero una vergogna».
Onorevole Mussolini, ora che si riavvicina politicamente ad An, qual è il rapporto con gli altri leader? Ad esempio, i rapporti con Alemanno come sono?
«Diciamo che mi fa piacere abbia preso, per tempo, le distanze da Storace».
Gasparri?
«Senta, facciamo prima: lei vuol sapere il nome di uno che non sopporto? ».
Beh…
«Selva, Gustavo Selva. La bravata di farsi trasportare a bordo di un’ambulanza per arrivare prima negli studi di una televisione è uno schifo. Scriva così: una schifo ».
E con le donne di An? Con la Santanché, con la Perina, con…
«Guardi, quando ero in Parlamento, io sono sempre andata d’accordo con tutte le donne della politica italiana. Insieme abbiamo fatto mille battaglie per tutelare la figura femminile ».
Lei passa per essere una molto attenta ai problemi delle donne. Suo nonno Benito, invece, pensava che le donne dovessero soltanto cucinare, fare figli e…
«Eh…».
Cosa?
«Erano altri tempi, forza».
Fini le ha detto che vuole candidarsi a fare il sindaco di Roma?
«No. Ma per me Fini sarebbe un candidato ideale».
E lei, onorevole? A cosa intende candidarsi?
«Prima o poi bisognerà rieleggere il sindaco di Napoli…».
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