Saturday, January 13, 2007

Arrivederci, Napoli

Napoli conta ancora qualcosa? E’ ancora in Italia? Il governo Prodi ne vuole fare una questione nazionale? O non cambia nulla? Le condizioni della città sono gravi ma dal vecchio governo nemico al nuovo governo amico non arriva un’attenzione specifica, intensa, profonda. La voce delle istituzioni locali è troppo debole? Che cosa significano tre visite del nuovo capo dello Stato? Che cosa ha significato il soggiorno del governo Prodi in Campania? Si sveglia qualcuno?

Dicono a Roma: “Il governo vuole aiutare la città, ma vogliamo anche sapere che cosa voglia la città”. Il sindaco sventaglia a tambur battente le priorità cittadine: Palazzo Fuga, il sottosuolo, la cittadella della polizia, i rifiuti, le zone franche. Smarrimento fra gli osservatori più attenti dei problemi napoletani. Sarebbero bastati sottosuolo e rifiuti, con piani concreti e non pie intenzioni, aggiungendoci traffico e parcheggi.

La Finanziaria non ha soldi, non li ha per Napoli. Il governo taglia la Lotteria di Agnano, se ne infischia del San Carlo allo stremo, manderà più polizia se occorre, ma tutto sommato se ne lava le mani. Ha anche emesso giudizi duri. D’Alema, 27 marzo 2006: “A Napoli c’è molto scontento per la gestione della città”. Prodi, 23 agosto 2006: “Occorre un interlocutore serio ed efficace per gestire un qualcosa di scioccante per Napoli”. Papale papale è la bocciatura degli amministratori e degli imprenditori cittadini. Risponde il sindaco: “Qui la classe dirigente ha dimostrato serietà ed efficacia”. Ma la stoccata di Prodi è dura. Non fa prevedere nulla di buono per Napoli.

E Napoli e il suo sindaco sono sotto un continuo tiro a bersaglio. La città, scesa al 78° posto tra i capoluoghi nazionali, è considerata un ghetto irrecuperabile. Sono gli stessi industriali napoletani a dirlo (13 giugno 2003): “E’ una cattedrale ridotta a baracca”. Arriva il fuoco di “Ballarò”, novembre 2004. Partono alla carica gli intellettuali e il sindaco replica: “Vengano a sporcarsi le mani”. Si ribellano i parroci delle periferie trascurate (30 novembre 2004) e il sindaco ribatte: “Pensate alle anime”. Partono i siluri di Marone e Paolucci (4 dicembre 2004) contro l’amministrazione e il sindaco esclama: “Beati loro che non hanno nulla da fare”. Agli intellettuali che firmano un documento a sostegno del San Carlo (4 dicembre 2004) risponde a muso duro: “Siete tutti segnati”. “Addio Napoli” è la copertina de “L’Espresso” il 14 settembre 2005. Il pamphlet di Giorgio Bocca su Napoli è del gennaio 2006. De Mita (4 gennaio) rincara la dose: “Iervolino non risolve i problemi di Napoli”. La guerra agli intellettuali si intensifica e il sindaco li definisce piripacchi “che si spartiscono gli editoriali sulla stampa locale” (1° giugno 2006). Suona la carica anche Santoro ad “Anno zero”, 23 settembre 2006, il sindaco minaccia querele e aggiunge: “Con il risarcimento della Rai costruiremo nuovi asili nido”.

Napoli è assediata, gode di scarsa considerazione, è esposta al ludibrio nazionale. Il sindaco si sente in trappola, deriso e vilipeso. Restano i problemi e la sua stizza. La regina è nuda. Nuda la dipinge Gabriele Di Matteo (28 novembre 2002), un mezzo busto a fianco di Bassolino, anch’egli a petto nudo, in un ritratto per una mostra a Castel Sant’Elmo. Eleonora Albanese, figlia dell’ingegnere assassinato durante una rapina in via Costantinopoli, le dedica una serie di vignette graffianti (28 giugno 2005) sul suo sito internet raffigurandola in tailleur blu e sciarpa tricolore.
Pure era cominciato tutto molto bene. Era de maggio 2001...

3 comments:

Anonymous said...

"Viaggio al termine della notte" è pesantissimo. Ne leggo un capitolo ogni due settimane. Ma non per come è scritto (o meglio, anche, ma trovo lo stile molto bello, deve comunque piacere), piuttosto per alcune descrizioni che sono estremamente forti, a mio modestissimo parere.




chissà quando lo finirò °_°

CampaniArrabbiata said...

Non mollare che sei a buon punto, allora.

Anonymous said...

Ti va di scriverlo su Quelli perbene? :P