Tra il deserto dei Decumani
Pochi i visitatori, Chiese e musei vuoti. Ma il peggio è che la crisi non investe solo Napoli ma anche la penisola sorrentina, la costiera amalfitana, il cilento, la zona vesuviana e tutte le aree di richiamo della nostra regione. Intanto, se Bassolino si è pappato altri 300mila euro per una mostra di ceramiche con ZERO visitatori, per i media tutto va bene.
di Luigi Carbone
La Pasqua nera del turismo è tutta nel silenzio dei Decumani. La crisi ha una dimensione sonora prima ancora che visiva: commercianti e ristoratori non alzano la voce nei vicoli deserti, la rabbia ha lasciato il campo alla rassegnazione.
Snocciolano i numeri delle perdite e delle mancate vendite, illustrano le cifre dei rimpianti. «Ecco qui, a pranzo sedici coperti. Il sabato santo dello scorso anno erano oltre settanta». E mostrano gli scontrini, al ristorante Bellini. «Per le feste lavoriamo in dieci, dovremo ridurre il personale». Certo il vento freddo e la pioggia della mattina non hanno aiutato. Molti bar del centro hanno tenuto le saracinesche abbassate. «Pasqua? Ma se non c´è nessuno in giro: un sabato come tutti gli altri», il disappunto al "Caffè dell´epoca", in piazza Bellini. Girando per il cuore di Napoli si incontrano sempre le stesse due comitive: una scolaresca americana e una tedesca. I turisti italiani sono scomparsi. Resistono poche decine di stranieri, giunti con last-minute convenienti.
Il signor Roellenghoff, tedesco, arriva da Essen per una vacanza di dodici giorni in Campania. Alloggia a Sorrento, il programma prevede un solo giorno di visita a Napoli. Si meraviglia delle strade del centro: «Sono pulite. La televisione tedesca non fa altro che parlare dei rifiuti che invadono la città, ma io li ho visti solo lungo gli svincoli dell´autostrada. Dirò a tutti gli amici di venire, non c´è pericolo. E i vostri tesori artistici e archeologici sono bellissimi». Magnifico spot. È proprio questo il messaggio che la Regione tenterà di far passare con la prossima campagna internazionale per salvare la primavera e l´estate.
Non c´è aria di resurrezione per le strade di Napoli. Il crollo era stato ampiamente annunciato, i Decumani vuoti alla vigilia di Pasqua hanno comunque un aspetto sinistro. «Un tracollo del genere non si era mai verificato, neanche nei bui anni Ottanta», l´angoscia di Pino De Stasio, consigliere della seconda Municipalità. «Una vera debàcle, il museo dell´opera di Santa Chiara è completamente vuoto». Marianna, figlia del titolare della gastronomia "Eder", attende sulla soglia i clienti. «Le vendite di prodotti tipici sono calate del 50 per cento rispetto alla scorsa Pasqua. Comprano solo i giapponesi e i francesi che non rinunciano a fare scorte di mozzarelle e formaggi». Ancora peggio va da "Buccino collection", vasto assortimento di souvenir: «La situazione è disastrosa, ai rifiuti si è aggiunta la perdita di potere d´acquisto del dollaro. Il risultato? Meno 70 per cento di incassi rispetto alle ultime feste di Pasqua».
In via San Biagio dei Librai si forma una piccola folla. Un fruttivendolo ha montato un televisore en plain air, la partita del Napoli cattura due turisti argentini, rapiti dal Pocho. Si possono permettere una pausa, tanto non ci sono code da fare. Alla biglietteria della Cappella Sansevero (aperta oggi dalle 10 alle 13, domani dalle 10 alle 18.40) allargano le braccia: «Mai vista una Pasqua così. Oggi abbiamo staccato poco più di duecento biglietti». Non va meglio al Maschio Angioino: 260 ingressi . Nella chiesa del Gesù Nuovo i visitatori si contano sulle dita di due mani, a Santa Chiara su quelle di una. A squarciare il silenzio del centro ecco le trombe, i piatti e i tamburi della processione per la Madonna dell´Arco. I pochi turisti scattano foto. Esteban e Cristina, due giovani di Salamanca, sorridono. Hanno scelto Napoli perché «ci sono prezzi bassi, in due spendiamo cinquanta euro a notte in un bed and breakfast del centro». Abituati alla movida universitaria della loro città non si capacitano della desolazione delle notti napoletane: «Ieri sera abbiamo cercato dei locali, ma nei pochi club aperti non c´era nessuno».
Complice il maltempo, regge il Museo Archeologico. Qui il viavai di pullman di americani e tedeschi è continuo. Arrivano dalla penisola Sorrentina e ripartono in serata. Tra i bus ce n´è uno che viene dall´Ungheria. Francesco, da 40 anni guida turistica scuote la testa, con una vena di razzismo dice: «I nuovi turisti non creano ricchezza, si portano un panino e via». Dall´Est Europa viene anche un turista d´eccezione, il presidente dell´Assemblea generale delle Nazioni Unite, il macedone Srgjan Kerim. Ieri ha visitato la mostra dei gioielli del Tesoro di San Gennaro.
Tuesday, March 25, 2008
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