Il Pizzino incontra lo spacciatore.
Narcotraffico in Parlamento.
Dal nostro inviato a Montecitorio.
Totò Riina.
Ad imbeccarci è la Signora Assunta: "temo che mio figlio si droghi - ci dice - fa il parlamentare". Proviamo a fiutare qualcosa, ci indirizzano subito su una buona pista,ci dicono che chi comanda a Montecitorio è un certo Gianfranco noto nell'ambiente come "il Giamaicano". Percorriamo "il Transatlantico", un lungo corridoio molto stretto e buio dove i tossicodipendenti della zona si ritrovano e il mercato della droga è molto florido. Passiamo inosservati per poco, ci avvicina un giovane, un Capezzone,e ci chiede un euro assicurandoci che gli serve per l'autobus. Ma lo interrompe un tipo sinistro con accento bolognese e una sigaretta in bocca e lo caccia. Ci propone "ulivi, garofani,margherite, rose nel pugno, bianco fiori". Restiamo per un attimo fermi e in silenzio, capiamo subito che ci troviamo davanti al "Giamaicano". Gli diciamo che siamo de "Il Pizzino" e gli proponiamo un'intervista. "Basta che non siete del Secolo", risponde. Accetta. Gli chiediamo subito come ha iniziato. "Prima per esigenze personali - ci dice - poi siccome i soldi non bastavano mai, ho capito come sfruttare il business". "La piazza aveva ottime potenzialità - prosegue - prima mi occupavo di politica, poi ho capito che i soldi facili si potevano fare con altre attività. Bastava individuare il mercato e avere le giuste conoscenze, il resto è stato facile". Siamo fortunati, il boss ha voglia di parlare: "il controllo del territorio non è cosa semplice, sono in molti ad immettersi sul mercato, le camere del buco sono parecchie, per questo stiamo cercando nuovi sbocchi". Capiamo subito che l'allusione è all'alleanza del "PPE" tra il clan del Giamaicano e quello di Ceppaloni guidato da Don Clemente. La moglie di quest'ultimo, Sandra "la tammurriata", reggente provvisoria del clan, è a New York per intessere rapporti con l'organizzazione autoctona. Il tutto a spese della regione Campania. A questo punto ci sentiamo osservati, capiamo subito che il nostro tempo è scaduto, "i colonnelli", un panzone e uno tipo la barba irsuta e gli occhi spiritati, ci seguono a vista. Il Giamaicano se ne va. Continuiamo il nostro tour, sulla sinistra camere del buco e un presidente a dare piccoli numeri (numeretti) per la fila, sulla destra notiamo piantine di margherite, garofani, rose, ulivi". Tutto ciò che ci aveva offerto il Giamaicano. A coordinare le operazioni c'è un Romano piacione, un ex radicale che si lamenta per "una acculturazione" al dente e che è stufo di fare lu bellu guaglione vice e vice del vice con la sola "acculturazione" appunto.Non sappiamo a cosa si riferisca. Occupati con le piante ci sono Franceschini, Fassini,Rotondini, Follini, Pomicini, Bersanini, diversi Casini...poi in fondo una stanza con un Pecoraro, un Grillini e una Luxuria. Tre erbivori che ammiccano. Non osiamo andare oltre. Torniamo indietro e usciamo di corsa. Siamo fuori dal tunnel.
Friday, October 13, 2006
Posted by CampaniArrabbiata at 1:01 AM
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3 comments:
Sono passato di corsa tovarisch. Dazvidanja.
Il Viaggio nel tunnel ti ha lasciato...
...l'amaro in bocca!
Ma che carino questo post! :-))
Certo che noi italiani siamo di bocca buona! Mandiamo in Parlamento con stipendi di lusso tutta questa feccia!
Mah!
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