Monday, June 18, 2007

La dignità di uomo
Il 23 marzo del 1944, quando il comandante Kappler, ricevute le disposizioni direttamente da Hitler, in seguito all'attentato dei Gap di via Rasella, ordinò al suo giovane tenente di far parte del plotone di esecuzione passato alla storia come l'eccidio delle fosse Ardeatine, Erich Priebke doveva ancora compiere trentuno anni.Era un soldato e, da soldato, eseguì l'ordine legittimo che gli era stato impartito da un suo superiore. L'episodio segnerà per sempre la sua vita, già piena di difficoltà e ostacoli.
Di famiglia prussiana Erich Priebke nasce il 29 luglio 1913 a Hennigsdorf, nelle vicinanze di Berlino e rimane orfano di entrambi i genitori a sette anni. Accolto nella casa di una zia materna, a 14 anni viene avviato al lavoro nel settore alberghiero. Ventenne, emigra in Italia per lavorare in un hotel della costiera ligure, poi a Londra ed in fine, tornato in Patria, si arruola nella polizia ottenendo così anche i gradi militari di appartenente al corpo delle SS.
Scoppiata la seconda guerra mondiale, come tenente di prima nomina fu inviato in Italia presso l'ambasciata tedesca con funzioni di vice Polizei Attaché. Dopo l'otto settembre fu inquadrato nell' Aussenkommando Roma che svolgeva funzioni di polizia. In seguito prestò servizio a Brescia e alla fine della guerra, scappato da un campo di prigionia, si rifugiò a Vipiteno riunendosi a moglie e figli.
Emigrato in Argentina nel 1948, dopo una vita di intenso lavoro, da pensionato si dedicò per vent'anni alla comunità tedesca di San Carlos di Bariloche, diventando presidente sia dell'associazione culturale germano-argentina che della commissione direttiva del prestigioso istituto tedesco "Primo Capraro".
Quando la sua storia fu portata a conoscenza del grande pubblico tramite un servizio della TV americana ABC, nel 1994, le autorità italiane vollero la sua estradizione.
Una volta in Italia, dopo un primo proscioglimento, venne riarrestato e riprocessato per essere condannato a 14 anni e poi in appello definitivamente all'ergastolo. O
ggi novantatreenne
, mentre - tra indulti, pene alternative e premi - la certezza della pena non è applicata per nessuno, Priebke sconta il suo ergastolo in detenzione domiciliare ed è di fatto il detenuto più anziano in Italia. Nei giorni scorsi il provvedimento del tribunale militare di sorveglianza che gli permette di lasciare i domiciliari per andare a lavorare, ha suscitato diverse reazioni. I poteri forti (nemmeno tanto occulti!) hanno cercato di fare pressione contro il provvedimento, dimenticandosi forse delle condizioni in cui versa la nostra giustizia. Il Messagero ha censurato un sondaggio perché la maggior parte dei lettori si era pronunciata favorevolmente al provvedimento del tribunale di sorveglianza. Le lobbies ebraiche e l'ANPI (che ormai tessera d'ufficio anche i teenagers per non scomparire...), le stesse che un mese fa hanno aggredito impunemente a Teramo i professori Faurisson e Moffa, hanno manifestato sotto l'abitazione dell'ex Capitano, costringendolo a recarsi sul posto di lavoro in motorino. C'è da chiedersi perché questi zelanti cittadini non si mobilitino anche per il terrorista Cesare Battisti o Adriano Sofri, o non si indignino per coloro che manifestano a favore di assassini eversivi incarcerati.
Tanto più che Priebke è a tutti gli effetti un perseguitato politico.
L'Italia, infatti, nel ventennio successivo alla fine della Seconda Guerra Mondiale, ha promulgato provvedimenti di indulto e (successivamente) di amnistia in favore di coloro –Fascisti e Antifascisti- che erano stati condannati all’ergastolo per reati commessi nel periodo tra il 25 luglio del 1943 e 2 giugno del 1946. Nel giugno 1966 è stato promulgato il D.P.R. 4.6.1966 n. 332 che prevede[va] la concessione dell’amnistia: a) per i reati commessi dal 25 luglio 1943 al 2 giugno 1946 da appartenenti al movimento della Resistenza o da chiunque abbia cooperato con esso, se determinati da movente o fine politico, o se connessi con tali reati ai sensi dell’art. 45, n. 2, del Codice di procedura penale; b) per i reati commessi, dal 25 luglio 1943 al 2 giugno 1946, anche da altri cittadini che si siano opposti al movimento di liberazione, se determinati da movente o fine politico, o connessi con tali reati ai sensi dell’art. 45, n. 2, del Codice di procedura penale. Tra i reati in questione, come detto, rientrano anche quelli puniti con l’ergastolo.
La Cassazione ha, tuttavia, escluso l’applicabilità dell’amnistia in favore di Erich Priebke in quanto l’amnistia ivi prevista si applica soltanto ai cittadini dello Stato italiano e non anche ai cittadini stranieri, atteso che il provvedimento di clemenza si proponeva un fine di pacificazione nazionale fra i cittadini italiani in relazione agli eventi bellici interni seguiti alla caduta del regime fascista ed alla nascita della c.d. Repubblica sociale italiana.

Priebke, in pratica, sconta la pena dell’ergastolo non per la gravita’ del reato ascrittogli, ma in qualità di cittadino tedesco: se la strage fosse stata commessa da un italiano, avrebbe usufruito dell'amnistia. SE avesse ucciso “COME italiano” oggi sarebbe libero.

11 comments:

Anonymous said...

L'ansa oggi riportava la notizia di una manifestazione urbana e pacifica sotto casa di Priebke. Io, invece, ho ascoltato - tramite sky tg - volgari offese o minacce del tipo "viè qua se hai il coraggio che te meno".
Non c'è dubbio, prendersela con un novantatreenne è proprio da coraggiosi...

Amedeo

Anonymous said...

Aggrediscono, picchiano, urlano,minacciano e nessuno dice nulla, la comunità ebraica gode della impunità

CampaniArrabbiata said...

praticamente degli squadristi...

Anonymous said...

Complimenti per il blog però questa volta non mi sento tanto d'accordo. Penso due cose:
1)Che manifestare contro il permesso di lavoro a un ergastolano novantatreenne sia penoso.
2)Che comunque non è il caso di difendere Priebke perchè non ha proprio niente di dignitoso, è un vecchio stronzo criminale che ha eseguito un ordine criminale e illegittimo.

CampaniArrabbiata said...

Ciao Renzo, grazie. Sul primo punto mi trovi d'accordo, anzi è stato ciò che mi ha indotto a scrivere questo post.
Sul secondo meno: la guerra è finita, c'è stato un ordine, c'è stata un'amnistia e, soprattutto, c'è uno stato che le pene non le vuole applicare per nessuno tranne che per un vecchio novantatreenne. Ti pare giusto?
Sarà stato pure un ordine criminale, ma fu un ORDINE e, soprattutto fu una reazione al vile attentato dei Gap di via Rasella.

Anonymous said...

ciao sui due pesi e due misure sono d'accordo. Però non si può giustificarlo col fatto che era un ordine, altrimenti ne escono fuori conseguenze pericolose. La rappresaglia era sproporzionata e svolta con modalità illegittime.
In base alle norme tedesche Priebke (che non era un soldatino qualunque, era parigrado del comandandante della compagnia ss e già un volonteroso picchiatore di prigionieri) avrebbe potuto rifiutarsi di prenderne parte e di fucilare personalmente due prigionieri. Avrebbe subito conseguenze disciplinari ma è falso che sarebbe stato fucilato. Se tuttavia il suo comandante lo avesse minacciato in tal modo allora sarebbe stato giustificato a prenderne parte.
Priebke che non hai mai mostrato nessun pentimento e dice di aver solo eseguito un ordine. Mi sembra il tipico rappresentante di quella mentalità teutonica per cui se il Re, il Furher o Allah ti ordinano
di stuprare e incendiare un villaggio lo fai senza battere ciglio perchè è un ordine. Avevo letto da qualche parte che il padre di questa mentalità è stato Lutero, io non so quando sia nata ma a me fa paura.
Quindi ok parliamo pure di prescrizione, di una sentenza che sembra una vendetta e di quegli idioti che hanno organizzato l'attentato di via Rasella però non riesco ad associare le parole "Priebke" e "dignità" nella stessa frase.

Anonymous said...

Un fatto che dovrebbe ormai solo un ricordo,sta diventando l'ennesima occasione di speculazione politica. A 93 anni non mi sembra un pericoloso sovversivo, per me può benissimo andarsene a casa

Anonymous said...

è un criminale e va punito per ciò che ha fatto

CampaniArrabbiata said...

Allora,in primis è opportuno leggere l'ultimo capitolo di questa vicenda per indignarsi ancora: http://www.noreporter.org/dettaglioArticolo.asp?id=9126

La lobby ebraica romana, che, ribadisco, nella vicenda non ci azzecca nulla e dovrebbe stare al suo posto(non dico dove!), è riuscita a far pressione tale da far revocare il permesso di lavoro a Priebke in soli 2 giorni. Ora finanche gli avvocati e i giudici, ad ennesima dimostrazione che non siamo nè uno strato sovrano, nè di diritto, difficilmente sfuggiranno alla vendetta israelita per questo "intollerabile" errore!

Io non ho mai voluto fare l'apologia di Priebke, il titolo del post è senza l'articolo ed è volutamente ambiguo: è dignitoso trattare così una persona di 93 anni senza nessuna garanzia? E' più dignitoso questo stato o chi lo subisce ? Sono i fatti di stamane a risparmiarmi la risposta.

Io posso anche essere d'accordo con te, Renzo, fino ad un certo punto, però, da soldato tedesco, non posso accettare il tradimento di uno stato che fino pochi mesi prima era mio alleato, né gli attentati di cecchini che assaltano come i briganti. Ecco, in queste condizioni, io sarei il peggiore dei carnefici.

Priebke sarà stato pure una bestia e, però, non dimentichiamo che è un martire non per merito suo: i più stanno dalla sua parte perchè riconoscono essere vergognoso l'accanimento dei media, le modalità di svolgimento dei processi, le pressioni "esterne" che pretendono di indirizzare l'esito della vicenda.
A questo punto fuciliamo Priebke e ci togliamo via il pensiero: sono certo che lo preferirebbe pure lui.
Poldo,io non posso accettare la vendetta come strumento legittimo. Le sinistre ci ammorbano sempre fino alla nausea che la pena deve tendere alla rieduzione, ora - nel caso di priebke - a parte quella afflittiva, che funzione può avere la pena?

E' una vendatta, anzi no, è una rappresaglia.

CampaniArrabbiata said...

Non tralascerei l'intelligente osservazione di Amedeo che ci ha fatto notare una cosa molto interessante ripresa anche da Cicoria: un mese fa i professori Faurrison e Moffa (di sinistra) sono stati linciati da costoro. Cittadini non protetti sarebbero già stato denunciati altrimenti...

CampaniArrabbiata said...

LA DIGNITà è TUTTA QUI:

Poche parole
In una baraonda di servilismo e legge di Lynch il silenzio è spesso magistrale

L'ex ufficiale tedesco non ha voluto commentare direttamente la sospensione del permessso "Quello che dice lo tengo per me - afferma l'avvocato Giachini - Posso solo dire che non vuole partecipare a questa pagliacciata. ha solo chiesto che gli venissero riconosciuti i diritti di ogni detenuto. I diritti ora sono sospesi. Questo Paese è così". Ricordiamo per la cronaca che Priebke, già prosciolto nel processo-Kappler, non poteva essere nuovamente giudicato. Contro ogni diritto ciò è comunque avvenuto. Priebke venne assolto dalla corte militare per l'eccidio ma venne tenuto in galera (da innocente!) per decisione governativa fino a quando la sentenza voulta non fu comunque pronunciata...