Monday, December 25, 2006

SESSANT'ANNI DI FUOCO DA UN'UNICA FIAMMA.
è l'aprile 1945 e la guerra è definitivamente perduta. I reduci, ormai esuli in patria, cercano di riparare nei conventi del centro Italia perchè la caccia al fascista è appena iniziata. A Roma è imposta la pace forzata ed è proprio nell'urbe che i vinti si ritrovano, la galleria Colonna (oggi galleria Alberto Sordi) diventa il luogo di incontro per poi andare a mangiare assieme. Poco dopo prendono vita i Far (fasci d'azione rivoluzionaria)che danno luogo ad azioni sensazionali come il blitz ad una stazione radio da cui trasmettono "Giovinezza". Intanto si avvicina il referendum per scegliere tra Monarchia e Repubblica e i fascisti, ancora non organizzati, si spaccano: alcuni reduci, memori del tradimento del Re e dell'esperienza nella Repubblica Sociale, optano per la repubblica; altri, temendo che la vittoria della repubblica potesse rafforzare il partito comunista, scelgono la Monarchia. Con la vittoria della repubblica, l'Italia si trova innanzi ad un altro bivio, si avvicinano le elezioni e la scelta è tra la Democrazia Cristiana e il comunismo.

Senonchè, il 26 dicembre 1946, nello studio del ragioniere Arturo Michelini di via Barberini, viene fondato il Movimento Sociale Italiano. I fascisti, che fino ad allora avevano rifiutato un sistema, quale quello democratico, che avversavano, giunsero ad un compromesso epocale: il motto è non restaurare, non rinnegare.

Il MSI degli inizi non raccoglie i consensi sperati, ma riesce negli anni, grazie agli accordi occasionali con i Monarchici, a riscuotere un discreto successo al Sud fino ad arrivare ad amministrare città come Napoli, Salerno, Catania e Taranto. Intanto Julius Evola forma i suoi discepoli, tra di questi vi è Pino Rauti. Con gli "spiritualisti" evoliani viene superato il fascismo storico e nasce un nuovo tipo neofascismo, vengono allargati gli orizzonti, si apre all'esperienza romena, est europea, scandinava. Evola ritiene che il fascismo non è stato altro se non l'ultimo interprete della Tradizione e che questa ritorna periodicamente nel tempo. Sono gli anni in cui all'interno del MSI c'è un grande dibattito interno tra l'ala sinistra e i propugnatori della svolta a Destra (tra questi vi è Adriano Romualdi).

Intanto Pino Rauti fuorisce dal MSI e dà vita al centro Studi Ordine Nuovo, al suo interno vi è anche Stefano delle Chiaie. Ma è con la segreteria Almirante nel '72 che il partito arriva alla svolta: il MSI diventa finalmente Destra Nazionale e apre definitivamente ai monarchici, ai conservatori, persino ai liberali. Sono, tuttavia, gli anni della contestazione studentesca e il MSI si spacca: da una parte ci sono i legalitari( tra questi vi è Caradonna), dall'altra i rivoluzionari che si riconoscono nella lotta studentesca. In seguito alla spaccatura per l'occupazione della facoltà di giurisprudenza di Roma, molti giovani escono dal MSI e si uniscono ai giovani di sinistra. Sono gli anni di "lotta di popolo", di Franco Freda, poi della ricostituzione di Avanguardia Nazionale (già sciolta alla fine degli anni '60), di Lotta Studentesca e ancora di Terza Posizione. Roma diviene l'epicentro del neofascismo italiano, Napoli interpreta un neofascismo di stampo reazionario sulla scia di Achille Lauro, a Milano nasce il fenomeno dei "sanbabilini".

Il MSI è il quarto partito italiano, ma è esautorato dal potere, ignorato dalle televisioni, diffamato dai giornali, la volontà di un quarto degli elettori italiani non è rispettata. Così Giorgio Almirante opta per una scelta radicale: prima sostiene Fini contro Marco Tarchi per la segreteria del Fronte della Gioventù, poi lo fa eleggere contro Pino Rauti - nel il congresso di Sorrento - presidente del partito. è la svolta: il partito è nelle mani delle seconde generazioni, quelle che non hanno mai vissuto il fascismo. Il giovane Fini saluta i giornalisti ancora a braccio teso, ma di lì a poco a Fiuggi dà vita ad Alleanza Nazionale, un nuovo partito che si riconosce nei "valori dell'antifascismo". è il 1995, è scissione: Pino Rauti non ci sta e fonda la Fiamma Tricolore.

Solo un anno dopo, esattamente 50 anni dopo quel 26 dicembre, anche se per poco, la Destra conosce il governo. Ci torna il 13 maggio 2001. I postfascisti devono dimostrare il loro spessore e di essere legittimati a governare, lo devono fare in virtù di quei valori per cui sono stati eletti, ossia i valori nazionali, tradizionali, sociali ed europeisti; ma Gianfranco Fini è colto da ebbrezza da profodità:definisce il fascismo il male assoluto, la Repubblica Sociale una parentesi indegna, Jurgen Habermas e Karl Popper divengono i pensatori di riferimento e Evola viene dannato, propone il voto agli immigrati, svolta sui temi etici proponendo di votare sì al referendum sulla procreazione assistita, esalta i valori del liberalesimo e del liberismo, azzera tutti gli organigrammi del partito a suo piacimento, elimina ogni oppositore interno, si circonda di yesman, propugna l'entrata nel partito popolare europeo, apre ai pacs.

Sessant'anni dopo del MSI non resta traccia nemmeno all'opposizione, lo scorso 9 e 10 aprile per la prima volta in Parlamento non è stato eletto nemmeno un parlamentare che si riallaccia espressamente a quella tradizione. Gianfranco Fini ritiene che celebrare l'anno di fondazione del MSI è un momento che non gli appartiene, Storace ha definito il MSI un partito da sempre antifascista (!?), Pino Rauti è solo l'ombra di quel rivoluzionario che negli anni 80 intuì le battaglie della nuova destra, solo l'ex repubblichino Giano Accame - durante la celebrazione della settimana scorsa - con i suoi 80 anni suonati ha parlato "giovane" ricevendo applausi meritati.
Oggi sono rimasti gli esuli in patria. Non sono più neo, nè post, nè vetero, sono popfascisti e come nel 1946 si sentono sbandati, non si riconoscono nelle istituzioni e sono tornati ai tempi dei Far, alla strada. Il popfascismo vive nel sociale e nella cultura, nello slancio dei singoli, nella forza di giovani, giammai in nostalgici, nè in restauratori, sempre in combattenti del sistema.

Domani farò una passeggiata sulle montagne, dal picco svetterà una bandiera, un semplice tricolore.

p.s. il presente post non costituisce un tentativo di ricostruzione della storia del MSI, è assolutamente impreciso ed incompleto nella sua essenzialità. é stato scritto alle 2 di notte, pertanto l'autore chiede venia e si cosparge il capo di cenere acogliendo con favore ogni integrazione, avvertendo però che nel blog è necessità la sintesi.

7 comments:

Massimo said...

E' vero, nel parlamento attuale non è presente alcun rappresentante che si aerede diretto di quella scelta di 60 anni fa (magari qualche erede "coperto" eletto in An c'è ... e penso ben più di uno ;-) ma ciò è dovuto al vizio individualista che ha portato alla presentazine di due liste (Alternativa Sociale e Fiamma Tricolore) dando così la possibilità alla DC di Rotondi di acquisire quel bonus che gli ha regalato, per poche migliaia di voti, 4 parlamentari. C'è da dire, peraltro, che sia AS che FT sono rappresentate nel parlamento europeo. Che dire? E' in corso un progetto di unificazione. Se ciò avverrà la Fiamma rappresenterà il quinto partito della CdL e, probabilmente, riuscirà ad attrarre quella percentuale di elettorato che negli anni si era stabilmente affidata all'MSI. E questa volta all'interno di una coalizione maggioritaria in Italia. Si lavori per unire tutta la destra a destra di AN. :-)

Starsandbars/Vandeaitaliana said...

Quello che mi piace che io, Mons ed il Pizzino abbiamo celebrato l'anniversario con tre post nei nostri blog ognuno differente dall'altro ma uguali nella NOSTALGIA DELL' AVVENIRE.

L'importante è tenere accesa la Fiamma e passarla di mano in mano

Stars/VandeaItaliana.

CampaniArrabbiata said...

La vedo dura, l'unità di tutta l'area non si realizzerà in tempi brevi. Con la signora Floriani, non vedo nessun progetto in corso, auspico solo che se ne torni in AN (come sembra!). Fiore vuole continuare con il suo miopismo e non vuole rinunciare alle identità e tuttavia Fn è un partito che raccoglie gente ambigua che la politica non la sa fare. Romagnoli ha fatto quel teatrino con Rauti e ha spaccato il partito, Tilgher è un folle. Con questi leader qui, l'unità non si intravede.

IN AN è possibile che ci siano "eredi coperti" - anzi è sicuro - ma se continuano a soggiagere davanti agli atteggiamenti guasconi di Fini, che dichiara che l'esperienza del MSI non appartiene alla cultura di AN, non meritano considerazione. Aggiungo:è giusto che An tolga la Fiamma dal simbolo, sarebbe intellettualmente onesto. SO che non lo faranno, perchè così perderebbero davvero 1/3 dell'elettorato.

Anonymous said...

Con la signora Floriani, non vedo nessun progetto in corso, auspico solo che se ne torni in AN...
Fiore vuole continuare con il suo miopismo...
Fn è un partito che raccoglie gente ambigua che la politica non la sa fare.
Romagnoli ha fatto quel teatrino con Rauti e ha spaccato il partito,
Tilgher è un folle. Con questi leader qui, l'unità non si intravede...

...e meno male: piu' che un partito salterebbe fuori un cottolengo!

CampaniArrabbiata said...

Sagace.

Le Barricate said...

Ciao Pizzì! Ho letto con piacere questo post...
Su Fini la pensiamo allo stesso modo... infatti alle elezioni scorse ho votato per Berlusconi, che è l'unico che, nel centro-destra attuale, ha gli attributi che occorrono..

OT, ti ho corretto il link da Triares perchè portava ad una pagina di errore.

CampaniArrabbiata said...

Grazie.
Per me Fini è colui che ha distrutto una tradizione politica, un boia. Purtroppo, quando Berlusconi si ritirerà, ce lo ritroveremo tra i piedi. A norma dello statuto, ogni 3 anni dovrebbe celebrarsi il congresso, l'ultimo si tenne nel 2001 a Bologna e Fini l'ha già negato per il 2007. Non c'è più rappresentatività interna nè nell'organigramma, nè da parte dell'elettorato.