Monday, February 04, 2008

L'ESERCITO DEMOCRATICO.
Così "i civilizzatori" stanno distruggendo una civiltà millenaria e fanno rimpiangere sempre più il Rais. Corruzione, inciviltà e strafottenza sono valori difficili da inculcare a chi è nato libero e si ritrova democratico.

Questo articolo di Islamonline denuncia lo scempio compiuto dai militari americani e polacchi nel sito archeologico di Babilonia, scelto con un criterio scellerato come sede di una base militare. Inoltre, viene fatto notare “il silenzio assordante” dei governanti occidentali sulla vicenda, che stride con le giuste proteste suscitate all’epoca della distruzione dei Buddha di Bamyan da parte dei Talebani. L’ennesimo esempio della logica dei “due pesi e due misure”? Un rapporto del British Museum ha affermato che le forze d’occupazione americane, utilizzando la città monumentale di Babilonia come loro base militare, hanno arrecato “ingenti danni” a uno dei più famosi tesori archeologici nel mondo, utilizzando la città monumentale di Babilonia come loro base militare. Difatti, il giornale britannico The Guardian, nel numero pubblicato sabato 15 dicembre 2005, ha riportato il rapporto del museo secondo cui “i veicoli militari americani e polacchi hanno ridotto a pezzi le pavimentazioni stradali monumentali, risalenti a più di 2600 anni fa, nella città di Babilonia, uno dei luoghi ritenuti culla della civiltà e sede dei Giardini Pensili, una delle sette meraviglie del mondo antico.

I comandanti militari americani hanno impiantato la base a Babilonia nell’aprile del 2003, dopo l’invasione dell’Iraq, e dopo cinque mesi l’hanno ceduta al comando polacco. Un gruppo di esperti iracheni ha invitato John Curtis – Responsabile del Dipartimento del Vicino Oriente Antico del British Museum – a visitare Babilonia; Curtis ha affermato che ha trovato spaccature e spazi vuoti causati da persone che avevano tentato – a quel che sembra – la rimozione dei mattoni che decorano e raffigurano il famoso drago sulla porta monumentale del tempio di Ishtar. Inoltre, la relazione ha riportato che le forze d’occupazione riempivano sacchi di sabbia da questa zona archeologica per utilizzarla nelle operazioni militari: ciò testimonia che i sacchi degli occupanti erano pieni per lo più di frammenti di reperti archeologici. Una pista d’atterraggio e un parcheggio. La stessa relazione descrive che le zone remote del sito archeologico erano coperte di sassolini portati lì da altre zone e di altri materiali trattati chimicamente, per essere utilizzate come pista d’atterraggio per i velivoli delle forze d’occupazione e parcheggi per i loro veicoli. È stabilito che la consegna dell’accampamento militare americano eretto in una delle zone archeologiche nella città al Ministero della Cultura iracheno abbia luogo ufficialmente il 15 gennaio 2005. Il responsabile della Direzione del Vicino Oriente antico del British Museum ha descritto la decisione di installare una base militare in quella zona archeologica come un “ordine desolante”, ed ha affermato che questo atto “equivale alla fondazione di un accampamento militare attorno alla Grande Piramide in Egitto o a Stonehenge in Gran Bretagna”. Lord Reed (Yesdale), Presidente della Associazione Parlamentare britannica per l’archeologia, ha affermato di essere sgomento per i rischi ai quali è esposto il patrimonio culturale iracheno, ed ha aggiunto: “Questi sono siti mondiali, quindi quel che hanno fatto le forze americane non danneggia soltanto il patrimonio archeologico dell’Iraq, ma in effetti arreca danno al patrimonio culturale mondiale”. Occorre ricordare che il Museo Nazionale iracheno a Baghdad fu saccheggiato e devastato, dopo la caduta di Baghdad nell’aprile del 2003, senza che le truppe d’occupazione intervenissero per difendere i beni del Museo, che raccoglieva le più importanti collezioni mondiali delle culture mesopotamiche e di Babilonia. Il Museo conteneva una grande raccolta di reperti archeologici, fra cui una lira che si ritiene risalga a 4000 anni fa, proveniente dalla città di Ur. L’Iraq, che è considerato la culla delle civiltà antiche, comprende i resti archeologici delle città di Babilonia, Ur e Ninive, che sono ritenute i più importanti siti antichi nel mondo. Si ricorda inoltre che gli Stati occidentali e il Consiglio di Sicurezza dell’Onu avevano condannato la decisione del movimento dei Talebani di distruggere le statue di Buddha nel febbraio del 2001, e affermarono che quell’atto rappresentava un oltraggio al patrimonio culturale. Il Capo supremo del movimento talebano, il Mulla Muhammad ‘Umar, il 27 febbraio 2001 aveva già emesso un ordine di distruzione di tutte le statue di Buddha, in conseguenza dei pareri giuridici e della decisione della Corte Suprema dei Talebani. Nel contempo, numerosi dotti e associazioni musulmane intrapresero un tentativo di dissuasione dei Talebani dal compiere la decisione di distruggere le statue, ma il loro sforzo non ebbe successo.

fonte: Reuters- Islamonline.net
traduzione di Valerio Buemi

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